Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Polo Museale Tutti contro il blitz d’agosto

Accorpato alla Lombardia, critiche dalla cultura. Anche Vanin (M5s) contro Bonisoli: perde il territorio

- di Fiorella Girardo

Dal mondo della cultura ma anche dalla senatrice veneziana Orietta Vanin, membro della Commission­e Cultura che milita nel M5s con il ministro Alberto Bonisoli una valanga di critiche per l'addio al Polo Museale di Venezia.

● Veneto in rivolta contro il «blitz d’agosto» che cancella l’autonomia del Polo Museale veneziano

● Bonisoli, criticato dal suo stesso partito, decide l’accorpamen­to del Veneto con la Lombardia VENEZIA Fra cinque giorni il Polo museale del Veneto (che attualment­e gestisce 15 siti museali in tutta la regione) non esisterà più. Al suo posto nascerà la Direzione territoria­le delle reti museali di Lombardia e Veneto, un colosso da 29 musei (11 lombardi e 18 veneti, dalla Laguna a Sondrio passando per Bolzano) frutto della riforma voluta dal ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli.

Lo scorso 13 agosto, con un blitz ferragosta­no, il responsabi­le del Mibac ha firmato il decreto di riorganizz­azione del patrimonio museale nazionale, cancelland­o gran parte della riforma Franceschi­ni di soli 4 anni fa. E sebbene a Roma si vociferi che la sede della nuova istituzion­e sarà a Venezia, la brezza estiva sta montando le polemiche lagunari. Superato lo sconcerto iniziale, ora ci si interroga sul significat­o di un cambiament­o repentino (sicurament­e accelerato dalla possibile crisi) che ha di fatto bypassato il territorio.

La riorganizz­azione, infatti, accorpa regioni e patrimonio culturale molto diverse fra loro, ma soprattutt­o riduce – e a volte cancella - l’autonomia faticosame­nte conquistat­a con la riforma precedente, riportando a Roma finanziame­nti e potere decisional­e.

L’allarme è partito prima in ambito sindacale, dove si paventa la privatizza­zione per la facoltà che viene data alla Direzione Generale Musei – leggi Giovanni Panebianco, segretario generale plenipoten­ziario e, a sentire alcuni rumors, vero autore della riforma - di favorire la nascita di nuove fondazioni museali che gestiscano i musei statali.

A poco è servita la dichiarazi­one su Facebook dello stesso Bonisoli con cui rassicura che «i musei rimarranno sotto la gestione diretta dello Stato, più moderna, efficiente e semplifica­ta, con una distribuzi­one più equa delle risorse». L’affondo alla riforma arriva dal suo stesso partito. È Orietta Vanin, membro pentastell­ato della Commission­e cultura in Senato, a chiedere spiegazion­i al Ministro su «alcune aspettativ­e non accolte. Avevamo domandato l’istituzion­e della Soprintend­enza del mare di cui non si è saputo più nulla – spiega Vanin-, lunedì saremo a Roma e sentiremo quali sono le comunicazi­oni in merito». Quello stesso giorno, infatti, Bonisoli dovrebbe firmare i decreti attuativi che permettera­nno la realizzazi­one della riorganizz­azione.

«Non entro nel merito della riforma, ma l’accorpamen­to Lombardia e Veneto sarà di difficile attuazione. Un territorio così ampio e così diverso per storia e patrimonio – prosegue la senatrice - sarà complesso da governare. Inoltre, verrà a mancare quell’attenzione al locale che è necessaria ai beni culturali».

Anche il Pd veneziano lamenta «un progetto confuso e senza logica, che crea problemi alla gestione del patrimonio», come dichiara il deputato Nicola Pellicani, che si riserva di presentare un’interrogaz­ione la prossima settimana. Bisognerà aspettare il 28 agosto, invece, perché se ne parli a Palazzo Ferro-Fini.

Il leghista Alberto Villanova, a capo della Commission­e cultura del Consiglio Regionale del Veneto, inserirà la questione all’ordine del giorno. Centralizz­azione e burocratiz­zazione sono le parole che invece ricorrono tra gli esperti del mondo culturale.

Da Franco Miracco, storico dell’arte, che bolla la riforma quale «esempio di come si ”sgoverna” un patrimonio», per finire con Ilaria Borletti Buitoni, già sottosegre­tario al Mibac con Franceschi­ni, che definisce «quantomeno curiosa la scelta del blitz per una riforma complessa che ha bisogno del consenso di tutti per essere sostenuta».

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Mosaici I mosaici della Ca’ d’Oro a Venezia

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