Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Crisi di governo, tre opzioni Autonomia? Con buonsenso»

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CORTINA D’AMPEZZO - «Come andrà a finire la crisi di governo? Sono sicuro che ad oggi nessuno lo sappia. Cioè intendo: non lo sanno nemmeno loro. In questi mesi abbiamo visto cose che, onestament­e, in Italia non erano mai successe». Bruno Vespa a tutto tondo, a Cortina d’Ampezzo. Intervenut­o ieri sul palco di Una Montagna di Libri, il giornalist­a riempie l’Alexander Girardi Hall (500 persone, tutto esaurito), rispondend­o alle domande di Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, Vespa non si risparmia. «Il governo gialloverd­e si è incrinato sulla mancata autonomia delle regioni del Nord? Non solo. Diciamo che le questioni sul tavolo sono molte. Prendete le infrastrut­ture. La Lega le vuole, la maggioranz­a degli italiani anche. Ma i Cinque Stelle sono quelli della decrescita felice. Ho imparato a rispettare le opinioni che non condivido. Ma è così, oggettivam­ente. Detto questo, sul tavolo di opzioni aperte ce ne sono tre: la prima è che Salvini e Di Maio si rimettano d’accordo, la trattativa (che prevede Conte commissari­o europeo) esiste. Magari non va in porto, ma esiste, non è una fake news. L’ipotesi due è che Conte vada in Senato, legga una cosa critica su Salvini e poi vada al Quirinale, con in tasca un accordo con il Pd. Altrimenti c’è la terza opzione: Conte si dimette, il Capo dello Stato fa una rapida consultazi­one, scioglie le Camere e si va a votare in autunno. E credetemi, non so davvero quale delle tre si avvererà». E se Russello gli ricorda che le elezioni sono l’ipotesi seccamente preferita dagli imprendito­ri del Nord («gli imprendito­ri vogliono chiarezza e stabilità. Vogliono capire dove si va», conferma Vespa), il conduttore di Porta a Porta torna sul tema dell’autonomia. «Sono favorevole, ma con buonsenso. Ci sono stati referendum con una partecipaz­ione popolare molto superiore al previsto, meritano rispetto. Ma che tipo di autonomia vogliamo? Se lo Stato spende 100 Euro per l’istruzione e il Veneto dice: dammeli, me li spendo io, non ho nulla da obiettare. Se con quei 100 Euro le regioni vogliono farsi i concorsi per gli insegnanti, va bene lo stesso.

Ma se fanno un concorso solo per gli insegnanti veneti, allora le cose non mi stanno più bene. Lo stesso vale per la sanità: sì, il Sud spende quello che non dovrebbe, ma anche qui usiamo il buonsenso: se porti gradualmen­te il Sud a essere virtuoso, la cosa funziona, ma se gli tagli tutto e subito, si rompe il giocattolo. Non si fa così». Quanto al sovranismo, «in sé è storicamen­te pericoloso. Se ciascuno di noi pensa solo a sé stesso è l’autarchia. La difesa dell’interesse nazionale nella nostra epoca è solo all’interno di una comunità. La prima cosa che Salvini dovrebbe dire in Europa è che noi non usciremo mai dall’Euro. Se l’Italia esce, l’Europa è morta. È chiaro?». Parla di Italia di oggi e di ieri, Vespa, a Cortina: l’occasione è la presentazi­one di «Luna» (Rai Libri), suo ultimo libro sull’avventura spaziale. «L’allunaggio, il 16 luglio 1969, fu un evento indimentic­abile, anche per gli italiani di allora che al 51% si dichiararo­no pronti a partire subito. Quello che forse non si sa è che noi italiani siamo stati i terzi, dopo russi e americani a mandare un satellite in orbita. Grazie a Luigi Broglio, un ingegnere mestrino».

"Sovranismo storicamen­te pericoloso. E Salvini in Europa dovrebbe dire che non usciremo dall’Euro

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Dialoghi Bruno Vespa con Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto

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