Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

IMPRESE, SVOLTA IN BORSA

Imprese, svolta in Borsa

- Di Tommaso dalla Massara

Dopo lo shock rappresent­ato dall’annichilim­e nto delle banche popolari venete, s’intravede – come spesso capita di fare con maggior lucidità proprio dopo il trauma di una crisi – uno squarcio di futuro. O, per lo meno, è dato vedere una direzione verso cui è possibile andare. Dopo i decenni nei quali l’accesso al credito da parte delle imprese era strettamen­te legato (fin troppo strettamen­te) alle banche locali, non può passare inosservat­a la notizia relativa al numero di imprese piccole e medie che nell’ultimo anno si sono affacciate a Piazza Affari. Una recente indagine di Borsa Italiana ha registrato un significat­ivo incremento di ammissioni al listino: a fine settembre si registrava un totale di 30 ammissioni, di cui 25 IPO (Initial Public Offering, ossia debuttanti); nel 2019 è stato raccolto un totale di 2,2 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi su mercato principale e 200 milioni su Aim Italia (il mercato delle piccole e medie imprese). Il dato complessiv­o dell’anno precedente era di 1,9 miliardi. Cifre significat­ive, dunque. Naturale che Aim non muova cifre stratosfer­iche, però si tratta comunque di un volano prezioso. Insomma, sembra chiaro che lo scenario della quotazione rappresent­i oggi un sfida peculiare per il tessuto imprendito­riale nordestino. La leva finanziari­a che deriva dall’accesso alla borsa si presenta come un’opzione concreta e praticabil­e anche per chi storicamen­te ha fondato il proprio successo su una gestione familiare.

e, fino a ieri, ha legato la propria crescita alle banche locali. La riflession­e interpella tanto gli imprendito­ri quanto i loro consulenti, tax e legal, che affiancano i primi e, in questi anni, si sono rilevati decisivi nel suggerire soluzioni originali. Dottori commercial­isti e avvocati (nonché profession­isti in genere) possono essere preziosi per un cambio di passo. Preme sottolinea­re che le opzioni giuridiche si rivelano fattore di sviluppo economico dell’impresa: qui la scelta è in ordine al «come» dare finanza all’impresa e, in questo senso, la conoscenza delle regole del gioco è decisiva. Che forma di diritto si vuol dare all’impresa? Quale veste giuridica è più adatta per affrontare le sfide del futuro? L’idea di affidarsi alla quotazione in Borsa appare perfino eversiva rispetto alle tradizioni di questa parte d’Italia: terra di vivacissim­a impresa, fatta però di tante srl (qualche volta anche ipertrofic­he, ma pur sempre srl) e poche spa. Ma la quotazione è altra cosa. Una rivoluzion­e culturale, che però potrebbe ben coniugare il dinamismo della imprendito­ria nordestina con la spinta che può provenire dalla quotazione: certo, quotazione in Piazza Affari, con buona pace di una certa retorica sulla «vicinanza» tra banca e territorio.

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