Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
IMPRESE, SVOLTA IN BORSA
Imprese, svolta in Borsa
Dopo lo shock rappresentato dall’annichilime nto delle banche popolari venete, s’intravede – come spesso capita di fare con maggior lucidità proprio dopo il trauma di una crisi – uno squarcio di futuro. O, per lo meno, è dato vedere una direzione verso cui è possibile andare. Dopo i decenni nei quali l’accesso al credito da parte delle imprese era strettamente legato (fin troppo strettamente) alle banche locali, non può passare inosservata la notizia relativa al numero di imprese piccole e medie che nell’ultimo anno si sono affacciate a Piazza Affari. Una recente indagine di Borsa Italiana ha registrato un significativo incremento di ammissioni al listino: a fine settembre si registrava un totale di 30 ammissioni, di cui 25 IPO (Initial Public Offering, ossia debuttanti); nel 2019 è stato raccolto un totale di 2,2 miliardi di euro, di cui circa 2 miliardi su mercato principale e 200 milioni su Aim Italia (il mercato delle piccole e medie imprese). Il dato complessivo dell’anno precedente era di 1,9 miliardi. Cifre significative, dunque. Naturale che Aim non muova cifre stratosferiche, però si tratta comunque di un volano prezioso. Insomma, sembra chiaro che lo scenario della quotazione rappresenti oggi un sfida peculiare per il tessuto imprenditoriale nordestino. La leva finanziaria che deriva dall’accesso alla borsa si presenta come un’opzione concreta e praticabile anche per chi storicamente ha fondato il proprio successo su una gestione familiare.
e, fino a ieri, ha legato la propria crescita alle banche locali. La riflessione interpella tanto gli imprenditori quanto i loro consulenti, tax e legal, che affiancano i primi e, in questi anni, si sono rilevati decisivi nel suggerire soluzioni originali. Dottori commercialisti e avvocati (nonché professionisti in genere) possono essere preziosi per un cambio di passo. Preme sottolineare che le opzioni giuridiche si rivelano fattore di sviluppo economico dell’impresa: qui la scelta è in ordine al «come» dare finanza all’impresa e, in questo senso, la conoscenza delle regole del gioco è decisiva. Che forma di diritto si vuol dare all’impresa? Quale veste giuridica è più adatta per affrontare le sfide del futuro? L’idea di affidarsi alla quotazione in Borsa appare perfino eversiva rispetto alle tradizioni di questa parte d’Italia: terra di vivacissima impresa, fatta però di tante srl (qualche volta anche ipertrofiche, ma pur sempre srl) e poche spa. Ma la quotazione è altra cosa. Una rivoluzione culturale, che però potrebbe ben coniugare il dinamismo della imprenditoria nordestina con la spinta che può provenire dalla quotazione: certo, quotazione in Piazza Affari, con buona pace di una certa retorica sulla «vicinanza» tra banca e territorio.