Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Panatta, Donnet e milioni «La mia Tennis accademy insegnerà solo bel gioco»
Il Ceo Generali partner di un grande investimento
TREVISO Quando ha deciso di impegnarsi in un investimento così importante, nella città in cui ha scelto di vivere e per tornare allo sport che l’ha reso campione, Adriano Panatta aveva già le idee chiare. Ci sarà il suo nome su quella che a Treviso diventerà una vera e propria «Accademia del bel gioco», dedicata soprattutto ai bambini perché si divertano, certo, ma imparino anche l’eleganza e la tecnica del dritto e del rovescio, «ma con una mano, non con due - sottolinea con serietà - questo vuol dire che insegneremo il tennis classico anche se con spirito moderno e innovativo. Per capirci: Federer, non Nadal».
L’uomo simbolo del tennis italiano, il mito della Coppa Davis del ‘76, ex numero 4 del mondo, a 69 nove anni ricomincia dal Club 82 , più a lungo Tennis Club Zambon, non distante dalle mura del centro storico, acquistato a un’asta giudiziaria pochi giorni fa: dimenti venterà un circolo esclusivo per dare a Treviso qualcosa che manca. La società che ha completato la trattativa e che investirà nello storico impianto di via Medaglie d’Oro si chiama
A&P International, srl partecipata in parti uguali da Panatta e da un socio d’eccezione, l’amico Philippe Donnet, Ceo di Generali. «Io sarò l’amministratore unico, il manager, e mi occuperò d scuola e bambini – ha spiegato - lui mi aiuterà a fare i conti, in questo è sicuramente più bravo di me».
L’investimento previsto si aggira intorno ai due milioni e mezzo di euro: dopo la demolizione di alcuni eledell’impianto, saranno realizzati una club house e un ristorante, una nuova piscina e un centro benessere; gli undici campi da tennis saranno completamente rimessi a nuovo ma cambieranno vocazione rispetto al passato perché al posto del calcetto entrerà il paddle, disciplina che negli ultimi anni sta avendo un notevole successo: «E sapete perché piace il paddle? Perché è più facile» scherza, ma neanche tanto. Chi ha visto i rendering assicura che il disegno del nuovo club è di grande impatto architettonico ed estetico, studiato nei dettagli. Divertente per i giovani, piacevole per le signore con aree benessere e un centro estetico. «Rimetteremo ordine anche nel parco e sarà una struttura completamente green a livello energetico» precisa Panatta. Un luogo per famiglie, dedicato ai soci, perché per loro diventi «una casa, un posto in cui passare le giornate e aperto alla città».
Vorrebbe partire il prima possibile per inaugurare la struttura entro settembre, ottobre 2020, quando ricominciano i corsi perché la scuola di tennis sarà il fulcro di tutto: «Oggi ai bambini insegnano nel modo sbagliato. Quando diventano grandi, o sono molto forti fisicamente o smettono. Non li fanno più divertire e invece è da lì che bisogna ripartire». Per il club non c’è ancora un nome ma c’è tutto il tempo per pensarci. Ora l’obiettivo è avviare presto il cantiere sui 50 mila metri quadri di verde e terra rossa: «Fino a due anni fa non ci pensavo proprio – ricorda Panatta - sono sempre stato contrario ad avere un club. Ho avuto tante occasioni, a Roma o in Toscana, ma come sapete per colpa di questa persona (e sorride affettuoso alla compagna avvocato Anna Bonamigo che gli siede accanto) ormai vivo a Treviso. E allora, ‘ndò vado? Per il tempo che mi resta voglio rimanere qui e lasciare il segno, lasciare qualcosa a chi verrà dopo di me».
Con Treviso il feeling è nato presto: «Sono stato accolto in modo commovente, mi sento molto sereno, coccolato. E adesso che mi sono stabilizzato volevo fare una cosa che mi consentisse di darmi una calmata». Ha tenuto il progetto segreto fino a ieri, quando l’ha illustrato in municipio alla presenza del sindaco Mario Conte, che non trattiene l’entusiasmo: «Il progetto è bellissimo – commenta il primo cittadino - sarà un tassello importante per rafforzare la vocazione sportiva di Treviso. Il nome di Panatta è il valore aggiunto, meglio di così non potevamo sperare».
Con Anna ha anche giocato a tennis qualche volta, ma l’accoppiata sul campo non sembra avere avuto grande successo: «Lei si applica, ma io ho poca pazienza» racconta lui, mentre lei abbozza una risata leggera. Ma dopotutto la si può capire, l’avvocato: non dev’essere facile trovare qualcuno all’altezza di Panatta anche solo per un doppio.