Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Scontro tra ultras della curva del Venezia Accordo tra i tifosi risarcita la vittima
In primo grado le pene erano state pesanti. Tutti erano stati condannati ad almeno sei anni di reclusione, e la procura ne aveva chiesti anche di più. Ieri, però, in Corte d’Appello la sentenza è stata ribaltata. O, meglio: cinque tifosi hanno concordato due anni a testa di pena, impegnandosi a risarcire la vittima. I fatti risalgono a fine gennaio del 2012 quando cinque giovani ultras del Venezia (della «fazione» di destra) avevano aggredito un «collega», G.Z., tifoso della «fazione» di sinistra, in via Tevere a Mestre, nei pressi del parco della Bissuola.
La vittima, nella zuffa, era stata colpita anche con un tirapugni ed era rimasta sfregiata. Questa rissa portò poi all’aggressione nei confronti di un altro tifoso del Venezia, che venne colpito da una martellata in testa a piazzale Roma qualche mese più tardi. L’aggressore in quel caso era il fratello di G.Z., che aveva agito per vendicarsi dopo la violenza subita dal familiare e che era stato arrestato per tentato omicidio, poi derubricato in lesioni, e condannato a due anni. Tra i responsabili della vicenda di via Tevere erano stati individuati i fratelli Marco e Andrea Miglioranzi (che in primo grado erano stati condannati a sei anni e otto mesi di reclusione), Elia Baratella, Bruno Frison e Andrea Vianello (a sei anni e tre mesi). Per i giudici infatti si era trattato di lesioni gravissime e l’ultras vittima dello sfregio aveva anche ottenuto un risarcimento danni di 294 mila euro. Ieri, però, con un accordo tra le parti in Appello, i cinque tifosi hanno «patteggiato» una pena di due anni a testa, con la sospensione condizionale, e si sono impegnati a risarcire la vittima con 240 mila euro.