Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Auchan-Conad, primo cambio insegne Sindacati in allarme per i dipendenti
Supermarket, primo calendario per le riaperture. Ma il clima resta teso
VENEZIA Dopo Lazio e Lombardia anche in Veneto cominciano a sparire le insegne Auchan e Simply Sma. Questa mattina in piazza San Nicolò a Mira aprirà il primo punto vendita in Veneto passato dalle mani del colosso francese a quelle di Conad per effetto dell’acquisizione da parte della newco Bdc, posseduta al 51% dal consorzio di cooperative e per il 49% da Wrm Group. L’operazione prevede l’integrazione dei negozi di Auchan Retail italiani dove lavorano oltre 18 mila dipendenti, dei quali solo 5.700 impiegati nei 109 negozi considerati più performanti sono stati attualmente inseriti nel piano del passaggio aziendale mentre per i restanti 12 mila il futuro è denso di nubi. In Veneto si parla di circa 1.300 lavoratori coinvolti tra i 23 punti vendita a marchio Auchan e Simply, tra cui gli ipermercati di Mestre, Padova, Vicenza e Bussolengo (Verona). Solo 11 negozi rientrano però nel pacchetto dei primi 109, tra cui non vi è per esempio l’Auchan di Mestre, sul quale però si rincorrono voci di un cambio di insegna entro la prossima primavera e di una riorganizzazione degli spazi. Per altri è già nota la data in cui inizierà la settimana di lavori che porterà alla riapertura.
«Dopo Mira toccherà a Monselice, il 14 ottobre, dove i 72 dipendenti dei due punti Conad saranno concentrati in quello del
centro Airone. Poi toccherà a Quarto d’Altino il 4 novembre, a Schio l’11, a Valdagno il 25. Nel 2020 sarà la volta di Lonigo, Piove di Sacco, Brendola, Peschiera, Bussolengo e Padova” spiega la segretaria provinciale Fisascat Cisl Maurizia Rizzo. Una volta abbassate le serrande ogni negozio resterà chiuso 6 giorni per effettuare i lavori di restyling Conad e poi riaprirà i battenti.
Intanto i sindacati si dicono molto preoccupati per i dipendenti. In primo piano ci sono i 653 (91 nel 2019 e 562 nel 2020) che in Veneto diventeranno dipendenti dei nuovi gestori. «Sui contratti di questi non conosciamo però ancora i dettagli; motivo per cui stiamo incontrando i nuovi gestori diretti», sottolinea Rizzo. Ma si può già immaginare che subiranno un taglio di stipendio – sostiene il segretario regionale di categoria Uil, Luigino Boscaro – dato che è già stata data la disdetta dei contratti integrativi». Un aspetto che mette in apprensione anche la rappresentante Cisl, la quale spiega che si tratta «di salari minimi che rischiano di perdere una fetta di retribuzione accessoria conquistata negli anni».
Più delicata ancora è la posizione dei circa 650 per cui non è ancora previsto il transito ai nuovi gestori. «Ci hanno comunicato che non vi saranno esuberi ma non abbiamo avuto la garanzia che le cooperative assorbiranno tutti gli attuali dipendenti – riprende Boscaro -. Abbiamo dichiarato lo stato di agitazione».
Nodi delicati che i sindacati porranno al ministero dello Sviluppo Economico il 30 ottobre, dopo il nulla di fatto del 30 settembre. Allora Conad aveva sottolineato che «ogni intervento, con riferimento al trasferimento dei punti vendita Auchan nella rete Conad con i relativi addetti, avviene con il pieno rispetto di tutte le garanzie e tutti i diritti dei lavoratori previsti dalla legge» e per questo «sono da stigmatizzare le dichiarazioni per cui sarebbero a rischio la certezza dello stipendio, la garanzia di condizioni di lavoro, così come l’azzeramento dei diritti».