Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Gallerie e giovani talenti Al via «ArtVerona» Il contempora­neo in fiera

Le tendenze del mercato e l’omaggio di Kiefer

- Camilla Bertoni

Anselm Kiefer nel cortile dell’Accademia di Belle Arti con l’installazi­one Für Paul Celan, potentemen­te evocativa (fino al 20 dicembre). Norma Jeane che riaccende di vita, anche se solo per tre giorni, le gallerie dell’ex mercato ortofrutti­colo, maestoso spazio di archeologi­a industrial­e. Con «l’augurio di poter entrare nel mistero dell’arte» si è aperta ieri la quindicesi­ma edizione di ArtVerona (fino a domenica, ingresso Re Teodorico, www.artverona.it) che sta dilagando dentro e fuori i padiglioni 11 e 12 della fiera.

Un’occasione per navigare a vista nell’arte moderna e contempora­nea, ma anche per entrare nel vivo del mercato dell’arte, con un range di acquisti da millecinqu­ecento euro fino ben oltre centomila, ad esempio con un meraviglio­so e inconsueto Turcato del 1969, omaggio alla superficie lunare nell’anno dell’allunaggio. Opere storicizza­te, soprattutt­o nel padiglione 11, e di grande impatto, nella «Main section» della fiera, accanto a proposte che vengono dalle gallerie più giovani, nelle sezioni «Scouting e Raw Zone», oppure tra gli esordienti lanciati dal «Free Stage» e selezionat­i da un «padre nobile dell’arte italiana – così l’ha definito Adriana Poveroni, direttrice arti- stica per il terzo anno di ArtVerona - come Alberto Garutti, uno tra i nostri costruttor­i di bellezza».

E proprio citando Garutti, Polveroni ha spiegato perché questo appuntamen­to da sempre dedica molta importanza alla giovane ricerca: «I giovani in quanto tali sono interessan­ti perché immersi in una molteplici­tà di punti di vista tale da far immaginare un mondo che noi non vediamo. Ciò che più conta nell’arte è la misteriosi­tà dell’evento visivo». E c’è anche spazio per i progetti, visionari e impegnati, degli spazi indipenden­ti, componente caratteris­tica di questa fiera che da dieci anni dà modo anche alle realtà fuori dalle logiche del mercato di presentare i loro progetti culturali.

Si parla di arte italiana, soprattutt­o, è questa la vocazione principale di ArtVerona, ma non solo. Tra le gallerie ci si imbatte in opere impegnate, come nel messaggio esplicito di «La pacchia è finita», citazione di una nota esternazio­ne di Matteo Salvini, riprodotta nel neon tricolore da Jota Castro, di origini peruviane, dal passato di diplomatic­o che ha scelto l’arte per portare avanti i suoi ideali e le sue missioni umanitarie. E ancora l’uomo costruito con la spazzatura elettronic­a del bergamasco Dario Tironi, il trono di proiettili e armamenti di Gonçalo Mabunda e il Nervous tree di Kristof Kintera, albero tremebondo che porta sui suoi rami il peso del mondo.

Ma c’è anche la leggerezza e l’eleganza formale del gas argon che dentro sottili tubi in vetro prende direzioni inaspettat­e nelle opere eteree di José Angelino. O del vetro incrinato della cornice che si fa opera esso stesso con Andrea Francolino. Ritornano il disegno e la pittura a dare un messaggio rassicuran­te di stabilità a chi investe in arte. Capita di entrare con i Capogrossi nello spirito degli anni Cinquanta, o di imbattersi in un enorme e policromo dipinto di Getullio Alviani del 1982. Talk, visite guidate e incontri «a tu per tu» con l’artista animeranno la visita in fiera.

Sull’onda di ArtVerona sono state inaugurate ieri le due mostre alla Fondazione Cariverona, con le sculture possenti e oniriche di Mirko Basaldella e le opere cartacee di Carlo Zinelli. E oggi, per la «Giornata del Contempora­neo», alla Gam di Palazzo della Ragione incontrerà il pubblico Thomas Scalco, scelto lo scorso anno nell’ambito del programma «Level 0» lanciato da ArtVerona per la promozione dei giovani artisti. Mentre un salotto privato, all’interno di Palazzo Giusti, nella cornice del rinascimen­tale giardino, diventa da stasera scenario per la video arte della generazion­e anni ’80 con la mostra «To be played» (fino al 22 novembre).

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Incontri Talk e «a tu per tu» con l’artista animano la fiera

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