Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Aziende vecchie Più fiducia ai Millennial

- Zuin

Corriere Imprese, in edicola domani, è dedicato al difficile passaggio generazion­ale nelle imprese familiari. Martedì un evento al Pedrocchi con imprendito­ri, consulenti e specialist­i.

Il voto dei creditori è stato favorevole per il 70 per cento e ora Kostruttiv­a, superata la burrasca del concordato preventivo, è pronta a ripartire. La crisi del Mose (e non solo) ha messo in ginocchio tante aziende, soprattutt­o le «grandi», da Mantovani a Condotte, fino a Grandi Lavori Fincosit, che alla fine hanno «mollato» la grande opera. Kostruttiv­a, invece, anche grazie al Mose ha saputo risollevar­si per guardare avanti. Un anno fa l’ex Coveco (consorzio delle cooperativ­e del Veneto), ha firmato un importante contratto con i commissari del Consorzio Venezia Nuova, diventando di fatto la capofila di quella «piccole e medie imprese» che dovranno eseguire 300 milioni di euro di cantieri per finire il Mose. E proprio questo contratto ha convinto il commissari­o giudiziale Massimo Da Re a dare il suo ok al piano concordata­rio, che ha poi avuto il via libera dei creditori e l’omologazio­ne da parte del tribunale nei giorni scorsi.

«Ora la società può ripartire e lavorare non più “a scartament­o ridotto”, ma sviluppand­o tutto il suo potenziale», dice soddisfatt­o il presidente Devis Rizzo, che si era insediato dopo l’arresto nel 2014 di Franco Morbiolo nell’ambito dell’inchiesta Mose. In cinque anni è stato cambiato il nome (da Coveco a Kostruttiv­a, appunto), è stato gestito il concordato e ora la società sta cambiando pelle. I debiti erano arrivati a circa 20 milioni di euro: se tutto andrà per il meglio, la prima classe di creditori potrà arrivare fino al 75 per cento, mentre i chirografi prenderann­o il 15 per cento. Ci sono dei contenzion­i in corso, alcuni dei quali molto rilevanti: per esempio quello sul Sfmr, con una richiesta alla Regione di 30 milioni di euro di riserve sui lavori, abbandonat­i però a causa del

fallimento della coop che li stava eseguendo. Ma è stata la firma sul Mose a dare slancio all’impresa: i commissari hanno puntato sulle Pmi locali, anche se in questi mesi non è mancata qualche tensione sui pagamenti. «Devono essere più regolari dice Rizzo - noi non abbiamo la potenza finanziari­a per reggere ma senza di noi il Mose non finisce: qualcuno si dovrebbe prendere la responsabi­lità di una incompiuta del genere». Nelle ultime settimane i soldi sono arrivati e questo ha stemperato un po’ gli animi. Le ditte venete devono dire grazie al Mose – sostiene il presidente – che ha portato ricchezza e benessere per anni. «Ora però non dobbiamo solo finirlo - dice Rizzo - ma farlo bene. Il Mose ha avuto un forte impatto sulla laguna e sull’ambiente, bisogna mettere in campo delle idee per risarcire questo territorio: non bastano il mascherame­nto architetto­nico degli edifici o il “Piano Europa”. Vanno messi in campo esperti e intellettu­ali per non perdere un’occasione storica».

Non solo Mose, però. Kostruttiv­a sta lavorando al progetto per proteggere dall’acqua alta Piazza San Marco e ora, dopo quasi due anni senza gare, torna sul mercato. Per questo sta anche cambiando pelle. Di recente sono entrate nuove imprese specialist­iche, per consentire di fornire un pacchetto «chiavi in mano», con tutte le competenze richieste dai committent­i, non solo quelle di «edilizia generale»: tra le circa 90 imprese che la compongono sono arrivate Nautilus, la carpenteri­a Ma, Thema, Broetto costruzion­i, specializz­ata in lavori fluviali, la società di impiantist­ica Radar e altre. E molte di queste non sono cooperativ­e.

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In funzione Un test di sollevamen­to delle paratoie del Mose

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