Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Pd, servono subito le primarie delle idee
Caro Direttore, dopo l’analisi spietata di Gigi Copiello a poco vale una difesa d’ufficio del Partito Democratico e, in particolare, del gruppo in Consiglio Regionale. Le nostre prese di posizioni sono agli atti dell’Assemblea così come le numerose iniziative sul territorio e non farò l’oste che elogia il suo vino. E neppure intendo sfuggire al giudizio politico più complessivo perché in un partito tutto si tiene. Più interessante raccogliere la provocazione di Paolo Giaretta, perché è vero che c’è un altro Veneto aperto, solidale, con voglia di futuro che aspetta rappresentanza. Proprio la consapevolezza della difficoltà del «terreno politico» Veneto deve spingerci a osare di più, anticipando proposte ambiziose, dal profilo netto, riconoscibile, distintivo. Prendendoci la libertà di frequentare questioni inedite, anche oltre il nostro tradizionale recinto politico. È quello che abbiamo voluto fare sabato scorso presentando lo scenario di un Veneto 100% sostenibile. La sfida del riscaldamento globale è innanzitutto una messa in questione della nostra società, di come si muove, produce, costruisce case, e raccoglierla fino in fondo è, in tutto e per tutto, un progetto politico. Disegnare una società «rinnovabile» rigenera anche la politica, ridà senso a un impegno collettivo, ci colloca nel futuro anziché nel passato.
Con lo stesso sguardo lungo, e largo, il Pd Veneto deve affrontare l’altra grande sfida delle culle vuote e delle case di riposo piene, che si chiama rivoluzione demografica. E recuperare la centralità del lavoro, di come e quanto viene pagato, di come chi lavora debba partecipare alla rivoluzione tecnologica in corso in una regione dove la manifattura è la spina dorsale dell’economia. C’è molto da seminare, per rispondere a Giaretta, e c’è molto da rimediare ai conti in sospeso di Zaia: dalla contro-riforma sanitaria al disastro della riforma delle Ater, dal finto consumo di suolo zero al ritardo colossale sulle infrastrutture.
Ma ci sono pure delle tentazioni cui resistere. La prima è la tentazione dell’attesa, di aspettare come va in Umbria, e poi come andrà in Emilia e pure in Calabria. È la tentazione di trovare nella formuletta delle alleanze la risposta alle nostre debolezze.
Poi la tentazione di aspettarci tutto dall’azione del governo nazionale. Stare al governo ci aiuta, molto, ma non ci esonera dall’agire in Veneto per il Veneto. Infine la tentazione del «candidato salvatore», capace da solo di risollevare le sorti elettorali, saldare improbabili o incredibili alleanze, piacere al centro senza dispiacere a sinistra, o viceversa.
Una storia già vista. Prima che alle primarie per il candidato pensiamo alle primarie delle idee, per raccogliere le migliori energie, per mobilitare il tanto di buono che c’è nel territorio. Quel Veneto aperto, solidale, europeo non aspetta altro che di essere coinvolto, di farsi partecipe. Stanno scritte nello statuto del Pd le primarie tematiche, partiamo da qui.