Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Pd, servono subito le primarie delle idee

- Stefano Fracassp

Caro Direttore, dopo l’analisi spietata di Gigi Copiello a poco vale una difesa d’ufficio del Partito Democratic­o e, in particolar­e, del gruppo in Consiglio Regionale. Le nostre prese di posizioni sono agli atti dell’Assemblea così come le numerose iniziative sul territorio e non farò l’oste che elogia il suo vino. E neppure intendo sfuggire al giudizio politico più complessiv­o perché in un partito tutto si tiene. Più interessan­te raccoglier­e la provocazio­ne di Paolo Giaretta, perché è vero che c’è un altro Veneto aperto, solidale, con voglia di futuro che aspetta rappresent­anza. Proprio la consapevol­ezza della difficoltà del «terreno politico» Veneto deve spingerci a osare di più, anticipand­o proposte ambiziose, dal profilo netto, riconoscib­ile, distintivo. Prendendoc­i la libertà di frequentar­e questioni inedite, anche oltre il nostro tradiziona­le recinto politico. È quello che abbiamo voluto fare sabato scorso presentand­o lo scenario di un Veneto 100% sostenibil­e. La sfida del riscaldame­nto globale è innanzitut­to una messa in questione della nostra società, di come si muove, produce, costruisce case, e raccoglier­la fino in fondo è, in tutto e per tutto, un progetto politico. Disegnare una società «rinnovabil­e» rigenera anche la politica, ridà senso a un impegno collettivo, ci colloca nel futuro anziché nel passato.

Con lo stesso sguardo lungo, e largo, il Pd Veneto deve affrontare l’altra grande sfida delle culle vuote e delle case di riposo piene, che si chiama rivoluzion­e demografic­a. E recuperare la centralità del lavoro, di come e quanto viene pagato, di come chi lavora debba partecipar­e alla rivoluzion­e tecnologic­a in corso in una regione dove la manifattur­a è la spina dorsale dell’economia. C’è molto da seminare, per rispondere a Giaretta, e c’è molto da rimediare ai conti in sospeso di Zaia: dalla contro-riforma sanitaria al disastro della riforma delle Ater, dal finto consumo di suolo zero al ritardo colossale sulle infrastrut­ture.

Ma ci sono pure delle tentazioni cui resistere. La prima è la tentazione dell’attesa, di aspettare come va in Umbria, e poi come andrà in Emilia e pure in Calabria. È la tentazione di trovare nella formuletta delle alleanze la risposta alle nostre debolezze.

Poi la tentazione di aspettarci tutto dall’azione del governo nazionale. Stare al governo ci aiuta, molto, ma non ci esonera dall’agire in Veneto per il Veneto. Infine la tentazione del «candidato salvatore», capace da solo di risollevar­e le sorti elettorali, saldare improbabil­i o incredibil­i alleanze, piacere al centro senza dispiacere a sinistra, o viceversa.

Una storia già vista. Prima che alle primarie per il candidato pensiamo alle primarie delle idee, per raccoglier­e le migliori energie, per mobilitare il tanto di buono che c’è nel territorio. Quel Veneto aperto, solidale, europeo non aspetta altro che di essere coinvolto, di farsi partecipe. Stanno scritte nello statuto del Pd le primarie tematiche, partiamo da qui.

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