Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bortuzzo: «Mi racconto nel film di Raul Bova»
TRENTO Come un iceberg, la carriera di chi pratica nuoto a livello agonistico mostra molto meno di quanto emerga dal pelo dell’acqua. Dietro ogni bracciata, anni di sacrifici, allenamenti e sogni. A raccontare il mondo del nuoto italiano arriva ora il film «L’ultima gara», un progetto di e con Raoul Bova che incrocia vita, sport e cronaca che è stato presentato ufficialmente due giorni fa a Trento, nell’ambito del festival dello sport. Accanto ai campioni Emiliano Brembilla e Filippo Magnini, c’era Manuel Bortuzzo, il diciannovenne nuotatore veneto rimasto paralizzato agli arti inferiori dopo essere stato ferito alla periferia sud di Roma.
Proprio Bortuzzo ha raccontato: «Ero ancora ricoverato in ospedalee mio padre mi ha detto che c’era Raoul Bova che voleva parlare con me. La mia storia lo aveva colpito e mi vedeva adatto al progetto. Mio padre ha provato a trattenermi, ma la sera stessa gli ho scritto “considerami già sul set”». Da campioni ad attori, i tre - insieme a Massimiliano Rosolino - si sono messi in gioco in un progetto nel quale hanno potuto raccontarsi in maniera completa. «Appena uscito dal coma - ha concluso Bortuzzo - l’appoggio della mia famiglia è stato fondamentale. Mi sono studiato, mi sono capito. Ho scoperto di essere forte. È il mio obiettivo più bello finora».