Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’ultimo viaggio dei cinque amici «Tinda cosa fai?», poi lo schianto
L’incidente del 2005 in cui persero la vita tre ragazzi. Il racconto processuale della superstite
Mattia, Nicola, Francesca e Alessandro devono andare a prendere Vittorio, fratello minore di Nicola, al collegio Filippin a Paderno del Grappa. Vittorio li sta già aspettando. Come gli scatti di un rullino fotografico. Cinque giovani padovani, belli, benestanti, popolari tra gli amici.
È dalle motivazioni della sentenza di Appello di una causa civile durata 14 anni che è possibile vedere come in un film le ultime ore felici di quei cinque ragazzi prima che piombi su di loro un’ immane tragedia. Quella sera, tornando da Paderno, tre ragazzi moriranno: Mattia Tindaci e i fratelli Vittorio e Nicola De Leo. Mattia e Vittorio avevano 17 anni, Nicola 19. La Ford Fiesta di Francesca Volpe si schianterà contro un albero lungo un rettilineo a Riese Pio X. Si salvano solo lei e il fidanzatino Alessandro Faltinelli. Francesca ha sempre detto che alla guida c’era Mattia, che aveva il foglio rosa e aveva insistito per guidare. Due famiglie distrutte, altre due miracolate ma tormentate per sempre da un dramma incancellabile. Tutti hanno dovuto mescolare dolore e rabbia , hanno affrontato la causa penale che ha accertato la responsabilità di Francesca e una lunga causa civile. Da un lato la famiglia Tindaci ritiene di avere le prove che Mattia non fosse alla guida quella notte, dall’altro i giudici gli danno continuamente torto, anche in Appello: pur sottolineando l’incomprensibile scomparsa delle fotografie dell’incidente, pur prendendo atto che il dna nella cintura del guidatore non era quella di Mattia, i giudici rigettano il ricorso: I Tindaci hanno torto.
Ma nelle carte c’è di più. C’è la verità dei superstiti, c’è quella dei parenti e degli amici che nei giorni prima e dopo l’incidente raccolgono frammenti di vita dei cinque. Unendoli ne esce un film dal finale tragico. Avevamo lasciato la Ford Fiesta in viaggio verso Paderno. Per strada i ragazzi si fermano a bere una birra, Francesca non beve, deve guidare. Arrivano da Vittorio verso le 23, lui è in cortile che li aspetta piuttosto irritato per quel ritardo. Sale in macchina, si siede dietro e si infila le cuffie. Ripartono. Dopo poco Francesca dice che Mattia le chiede di guidare, ha il foglio rosa, lei si siede sulle ginocchia di Alessandro che stava davanti, pronta per tenere il freno a mano. Vittorio, dietro, ha sempre le cuffie, suo fratello Nicola si affaccia tra i sedili davanti. Mattia, lungo il rettilineo vede un’auto che sta per immettersi e frena, Nicola dice «Tinda che cazzo fai». Poi il vuoto. La macchina si schianta su un platano. L’ultima istantanea è un braccio che sporge dal finestrino del guidatore, con un orologio in acciaio, racconterà una testimone. Mattia aveva un orologio Calvin Klain con cinturino nero. Un altro giallo mai spiegato, un’altra istantanea. Definitiva.
"Mattia mi chiese di guidare, io andai a sedermi assieme ad Alessandro