Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Separazione, Grillo scuote il M5s E Brugnaro: parleranno i veneziani
Il movimento non dava indicazioni di voto. Marinese: non fa neanche più ridere
VENEZIA Grillo dice la sua sulla separazione di Venezia da Mestre e scuote il Movimento 5 Stelle. Facendo venire allo scoperto l’anima separatista che, pur maggioritaria, fino a ieri non si era mai dichiarata per il Sì alla divisione perché tra i pentastellati ci sono accaniti unionisti. Dunque, la linea finora è stata: i cittadini hanno diritto di votare e il M5s non dà indicazione di voto. Poi è arrivato Grillo col suo post sul blog: «Condivido e sostengo pienamente l’appello del Comitato per l’autonomia di Venezia, per il Referendum che si terrà domenica 1 Dicembre 2019». E la linea ufficiale ha un po’ cambiato rotta. Da sempre battagliero contro il M5s, il sindaco non si è smosso. «Di Grillo non dico. Non dico – ripete davanti ai microfoni Luigi Brugnaro - Diranno i veneziani. Noi diremo, ma non oggi. Diremo dopo. I veneziani sono resilienti: ce la faremo». «Quella di Grillo è una posizione personale che ha tutto il diritto di esprimere. Dopotutto, lui è il nostro maggiore influencer – riflette la consigliera comunale 5s Elena La Rocca, schierata per il No – Le sue opinioni è giusto abbiano una risonanza, ma la linea politica la decidiamo noi del territorio e non è cambiata: non daremo indicazioni di voto. Molte sono le voci per la separazione ma è una prevalenza di singoli individui. Non una linea politica». A questo punto rischia di non essere chiara l’idea di città che hanno i grilli: una o bina? «La nostra visione è di due città da amministrare secondo i rispettivi bisogni – continua La Rocca – Ma si può ottenere, oltre che con la divisione, anche con una diversificazione amministrativa all’interno della Città Metropolitana». La posizione unionista della consigliera è minoritaria. Il suo collega di gruppo Davide Scano è da sempre autonomista e ha accolto con favore il post di Grillo.
«Ha scosso un po’ il movimento locale e un po’ azzerato la sua decisione di non esprimersi – ammette - Scavalcato? No, lui è il guru e vede più avanti». La presa di posizione del fondatore è maturata grazie alla grande amicizia con Petra Reski, giornalista tedesca da anni residente a Venezia, vista più volte sul palco nei primi V-Day, attivista del comitato Venezia Autonoma e dell’intergruppo. E dalla parte della suddivisione è pure la senatrice Orietta Vanin, orgogliosamente mestrina: «Il referendum è stata una vittoria. Sono due città che hanno diritto di esprimersi – dice - Chiaro che ci sono nostalgie, i mestrini possono avere delle resistenze ma c’è la prospettiva della città metropolitana». Grillo ha smosso le acque per il Sì, deviando la linea politica locale. E se lo avesse fatto per il No? «Non mi avrebbe fatto tanto piacere», ammette Scano. La consigliera Sara Visman fino al 2003 ha votato per il No , ora è in fase di transizione. «Sto valutando se la separazione sia un’opportunità – riferisce – Ho visto i soldi
della legge speciale spesi a Mestre, aumentare il traffico acqueo, il moto ondoso. Credo che Beppe si sia espresso perché ha da sempre una posizione molto ambientalista e che sia preoccupato perché l’ambiente di Venezia non viene difeso in maniera adeguata. Sarà un impulso per i cittadini a informarsi». Per ora si è espressa Confindustria Venezia. «Singolare che Grillo definisca Mestre il Bronx o la equipari a qualcosa di simile – scuote la testa il presidente Vincenzo Marinese – Ma il progetto per l’istituzione della Zes nell’area di Venezia e Rovigo, che vale 2,4 miliardi e 26.600 posti di lavoro, non ha scomodato il suo interesse. Forse per lui il lavoro non è una priorità. È più importante limitarsi ad insultare un territorio, trascurando che Venezia ha bisogno di una grande opera di riqualificazione ambientale ed ha una vocazione industriale che vale la metà del PIL dell’intera Liguria Il suo modo di essere comico non fa neanche più ridere».