Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Vision globale, ma attenti al territorio»
L’evento veronese, unico in Italia, è giunto alla sua quinta edizione Focus sulla ricerca di lavoro in tre giorni di incontri, opportunità ed energia, con un costante confronto intergenerazionale e multidisciplinare
Quinta edizione di Univerò: anno dopo anno siamo cresciuti. E voi, nel frattempo, ci avete conosciuti. Via via nel tempo, un poco siamo anche cambiati: e così nel nome siamo diventati, in modo più esplicito, «Il festival del placement». Sì perché di fatto si tratta dell’unico festival di questo genere nel nostro paese. Così, si può anche dire che ora siamo decisamente riconosciuti. Univerò si basa su una formula piuttosto originale, che coniuga le caratteristiche di un vero e proprio festival con la mission tipica del placement, ossia ridurre le distanze tra l’università e il mondo del lavoro, dell’impresa e delle professioni.
Dal 15 al 17 ottobre, protagonisti dell’economia, della cultura, della scienza, assieme a enti istituzioni e tanti altri soggetti s’incontrano a Verona per dialogare con gli studenti, negli splendidi spazi del Polo di Santa Marta, uniti dall’unico obiettivo di proporre una visione larga su dove stia andando il mondo del lavoro.
Studenti, ma non solo. Nel corso di questi anni, Univerò è diventato sempre di più un evento capace di attirare un pubblico differenziato: ricordo che ogni incontro è libero e gratuito per chiunque.
Dall’edizione 2019 ci attendiamo molto.
Come sempre, abbiamo cercato di bilanciare la vocazione nazionale e internazionale del Festival con un’attenzione specifica per le eccellenze del territorio. Il futuro del lavoro si gioca sempre più su uno scenario globale e, proprio per questo, i nostri giovani devono essere pronti a raccogliere senza timori la sfida del distacco: quindi, ogniqualvolta sia necessario, occorre prendere la valigia e partire. Però, al contempo, si deve sapere che il territorio offre opportunità per tenere la base qui.
Siamo poi riusciti a rappresentare tutte le macro-aree dell’Ateneo: il nostro Leitmotiv è che nessuno dei nostri studenti può avere un’opportunità in meno. L’area giuridico-economica, quella medica, quella umanistica, come quella scientifica, attraversano una fase di profonda trasformazione: ma, in ciascun caso, è da indagare quali siano le opportunità per costruire una bella carriera.
Gli incontri di Univerò corrispondono a diversi format: in alcuni casi abbiamo privilegiato l’idea di proporre una chiacchierata con un testimonial, mettendo in luce le caratteristiche di un’esperienza che presenti i tratti dell’eccezionalità; in altri casi, l’idea è stata quella di costruire una tavola rotonda nella quale si realizzi un’integrazione tra diverse competenze, una complementarietà di punti di vista.
Di sicuro abbiamo sempre mantenuto la consapevolezza che nel domani sarà richiesta, oltre a una competenza specifica, una complessità di attitudini e di sensibilità.
Cosa mi aspetto che porti a casa chi viene a trovarci a Univerò 2019? Vorrei che percepisse una grande sensazione di energia. La sensazione più bella del festival è proprio quella che proviene dal vedere un gran movimento di persone che fluttua tra uno spazio e l’altro: chi si intrattiene con un ospite, chi preferisce confrontarsi con un amico sull’ultima sollecitazione ricevuta da un talk e chi invece attende di lasciare il proprio curriculum a un recruiter. Ciascuno porta a casa quel che preferisce da una tre giorni densissima. Però vi assicuro che c’è un’energia eccezionale. È l’energia che sempre si sprigiona quando il confronto è interdisciplinare e intergenerazionale.
Cosa attendersi da Univerò nei prossimi anni? Magari esportare il suo format anche in altri luoghi d’Italia, crescendo – come ha fatto in questi anni – grazie alla forza che ci dà chi partecipa.
Diversi format
Incontro con un testimonial, o tavola rotonda per confrontare punti di vista diversi
L’aspettativa
Continuare a crescere ed esportare il modello Univerò anche in altre parti d’Italia