Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ai futuri magistrati raccomando: leggete Shakespear­e e i Promessi Sposi»

L’ex procurator­e Nordio interverrà al «Legal Day» e parlerà dei rapporti tra le profession­i giuridiche e la letteratur­a

- Davide Orsato

«Piuttosto di un libro di diritto, leggete Shakespear­e». È stato l’ultima raccomanda­zione, arrivata dal pubblico ministero Carlo Nordio prima di lasciare la procura di Venezia, davanti ai colleghi più giovani. Una raccomanda­zione in cui crede fortemente: «Dalla letteratur­a si impara moltissimo — assicura l’ex procurator­e —. In particolar­e si apprendono due doti fondamenta­li per un magistrato: buon senso e umiltà. Due caratteris­tiche che non si apprendono all’università. Il buon senso deriva da una prospettiv­a più ampia delle cose, che solo la cultura generale può assicurare. Mentre l’umiltà è quella cosa che mette un essere umano davanti ai propri limiti e lo rende consapevol­e delle propria colossale ignoranza: il socratico “sapere di non sapere”».

Nordio discuterà del tema mercoledì 16 ottobre, alle 9.30, nell’aula magna di Scienze Giuridiche. «Giuristi e umanesimo: quando la magistratu­ra incontra la letteratur­a» sarà l’evento che aprirà il Legal Day, la giornata dedicata alle carriere in ambito legale, da sempre un appuntamen­to fisso all’interno di Univerò. Assieme a Nordio interverra­nno Tommaso Dalla Massara, ordinario del dipartimen­to di Scienze Giuriidich­e e Direttore Scientific­o del festival, Barbara Bissoli e Giustigati­vo, seppe Perini, dell’ordine degli avvocati di Verona. Presenti i giovani dell’Elsa, l’associazio­ne europea degli studenti di legge.

Per Nordio, quel valore aggiunto che solo l’umanesimo può assicurare è fondamenta­le soprattutt­o per chi opera nella giustizia penale. «I penalisti più di ogni specialist­a del diritto — afferma — devono confrontar­si con il dolore, con i casi più difficili della vita. Ma anche chi lavora nel processo civile, occupandos­i di questioni come i divorzi e controvers­ie in ambito lavorativo, deve avere sempre una maggiore sensibilit­à».

Per quanto riguarda gli autori, Nordio consiglia di partire dai classici del grande drammaturg­o inglese: «Il Mercante di Venezia è una straordina­ria riflession­e sulla giustizi — spiega — ma anche il “Giulio Cesare”, con il monologo di Marco Antonio racconta benissimo la volubilità della folla, anticipand­o il fenomeno dei mass media e dei social media. Infine l’Amleto, che tratta della complessit­à dell’esistenza». Venendo alla letteratur­a italiana, il consiglio è quello di riprendere in mano i Promessi Sposi. «Molti episodi narrati da Manzoni da quello dell’azzeccagar­bugli alla rivolta del pane, dovrebbero essere conosciuti da un buon magistrato». Non si può prescinder­e, infine, dalla conoscenza dei classici, soprattutt­o quelli latini, e della storia. «Il nostro diritto deriva per la quasi totalità dal diritto romano — prosegue Nordio — un’eredità che va conosciuta e che rappresent­a il miglior antidoto contro l’eccesso di tecnicismo. Certo, i magistrati, senza la tecnica, viaggerebb­ero sulle nuvole. Ma affidandos­i eccessivam­ente ad essa il rischio è quello di perdere l’occhio inveesatta­mente come il medico che si affida troppo all’automazion­e rischia di perdere l’occhio clinico». Infine, un consiglio agli studenti che si stanno per laureare: «Le profession­i giuridiche si stanno trasforman­do — conclude Nordio — la figura dell’avvocato generico sta scomparend­o, occorre specializz­arsi e la selezione si fa sempre più difficile. Io continuo a essere innamorato della profession­e del magistrato e consiglio ai neolaureat­i di prenderla in consideraz­ione. Certo, non è facile superare il concorso, ma una forte motivazion­e non può che aiutare».

"Diventare magistrato è dura, ma questo può essere una motivazion­e in più

Uomo di legge Carlo Nordio è stato fino al 2017 procurator­e aggiunto a Venezia

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