Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’impresa è vecchia Spazio ai Millennial
L’INSERTO E L’EVENTO Martedì al Pedrocchi ne discutono capi azienda e specialisti
«Figuriamoci se vado in pensione, le panchine dei giardinetti possono attendere», mette in chiaro Gianfranco Bellin, capo azienda della padovana Gibus tende da sole e pergole, da quest’anno quotata all’Aim di Borsa Italiana. E del resto, ne ha tutte le ragioni: a 62 anni, di questi tempi si è poco più che giovanotti. Però la seconda generazione preme dal basso: il figlio Alessio, che di anni ne ha 32, ha preso una laurea in architettura e un master in business administration. In più - qualità non banale in un’azienda che vende per il 30% all’estero - parla quattro lingue. «Sì, ci confrontiamo ogni giorno - ammette Bellin senior - e spesso e volentieri bisticciamo. Allora mi chiudo in ufficio per stare zitto. Delegare è dura, ma è la strada giusta: ai figli, se sono preparati, bisogna lasciare spazio».
I Bellin di Gibus saranno due dei testimonial (protagonisti, nel loro caso, di un’intervista parallela sulle dinamiche tra padre e figlio in azienda) dell’evento che Corriere Imprese dedicherà dopodomani, martedì 15, al delicatissimo tema del passaggio generazionale ai Millennial nelle imprese familiari. Le quali, a Nordest, continuano a essere la stragrande maggioranza (l’80% del totale, il 67,5% se si considerano soltanto quelle con più di 20 milioni di fatturato, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio dell’Associazione italiana delle aziende familiari).
L’appuntamento, organizzato in collaborazione con Assindustria Venetocentro, Cortellazzo&Soatto, Promex, Camera di Commercio di Padova e Banco Bpm, è per martedì pomeriggio, a parire dalle 18, in uno dei luoghi simbolo della città di Padova, il Caffè Pedrocchi (ingresso libero con prenotazione obbligatoria a corriereimprese@corriereveneto.it).
Dopo i saluti iniziali, affidati al direttore del Corriere del Veneto Alessandro Russello, al presidente vicario di Assindustria Venetocentro Massimo Finco e al presidente della Camera di Commercio di Padova Antonio Santocono, sarà la docente di family business all’Università di Padova, Alessandra Tognazzo (millennial pure lei) a introdurre la discussione, focalizzando l’attenzione sulla carica dei quarantenni e il futuro delle imprese a conduzione familiare. I già citati Gianfranco e Alessio Bellin, come detto, saranno protagonisti di un’intervista doppia sulle dinamica padre-figlio, cui seguirà la tavola rotonda su imprese familiari e passaggio generazionale: vi parteciperanno imprenditori e professionisti come Antonio Guarnieri (presidente del Consiglio direttivo dello studio Cortelazzo&Soatto), Gloria Paulon (maglificio Ape e sindaco in carica di Segusino, Treviso), Alessandra Polin (General Filter, presidente dei giovani industriali di Padova e Treviso) e Alessandro Varaldo (Ad di Banca Aletti-Gruppo BancoBpm).
Alla psicanalista e scrittrice padovana Vera Slepoj toccherà il compito di analizzare le implicazioni affettive e culturali del cambio di testimone in azienda, mentre l’economista del Bo Paolo Gubitta si incaridri cherà di tirare le conclusioni del dibattito.
Al tema del passaggio generazionale sarà dedicato anche l’intero primo piano di Corriere Imprese Nordest, in edicola domani all’interno del Corriere della Sera. Che si tratti di un tema ancora molto delicato e per certi aspetti traumatico, è confermato dalle parole di Eugenio Calearo Ciman, 37 anni, figlio di cotanto padre (Massimo, già numero uno nazionale di Federmeccanica e poi deputato) e presidente del Gruppo giovani di Confindustria Veneto: «La verità - ha confidato a Sandro Mangiaterra, autore dell’inchiesta di copertina - è che il passaggio generazionale è lacrime e sangue. Perché i panon mollano. E tendono a sottovalutare, o qualche volta a sopravvalutare, le capacità dei figli». Mario Pozza, presidente di Unioncamere Veneto, la vede da un’altra angolazione: «Oggi abbiamo molti imprenditori che ormai stanno per lasciare l’azienda e pochi giovani disposti a continuare, vuoi perché manca la giusta determinazione, vuoi per gli ostacoli della burocrazia e del carico fiscale.Il mancato ricambio porta al passaggio di proprietà dell’azienda familiare, spesso in mani straniere, che si appropriano del know how. Dobbiamo adoperarci per riaccendere tra i giovani la voglia di fare impresa».