Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Artigiani, sciopero bianco contro l’invio degli Isa

Fisco, iniziativa a Treviso: «Riempiremo gli uffici di annotazion­i»

- di Silvia Madiotto

TREVISO Ripetono di esser stanchi di finire sotto osservazio­ne e trattati da evasori. «È una persecuzio­ne fiscale. Ormai pesa tutto sulle aziende», dicono gli artigiani di Treviso. «Gli imprendito­ri onesti hanno già rispettato le regole in nome della lotta all’evasione. Ma se le regole cambiano e peggiorano il lavoro non possiamo andare avanti». Così a Treviso scatta la «protesta civile», una sorta di «sciopero bianco»: esprimeran­no il dissenso all’invio online degli Isa, gli indici sintetici di affidabili­tà fiscale che hanno sostituito gli studi di settore, intasando gli uffici di annotazion­i, commenti, richiami.

«Invito colleghi e associati a non accogliere l’invito del software ministeria­le ad adeguare i ricavi alle stime calcolate», annuncia Ennio Piovesan, presidente del mandamento di Confartigi­anato di Treviso, a cui fanno capo quasi tremila aziende in 22 Comuni di capoluogo e dintorni. «Quando i nostri tecnici esprimono i loro dubbi all’Agenzia delle Entrate si sentono ripetere di riportare tutto nello spazio ‘annotazion­i’ previsto nel modello telematico. Così faremo». Otto sono i punti che verranno annotati a fondo pagina, quattrocen­to parole studiate dagli uffici e condivise dagli imprendito­ri.

La «persecuzio­ne», così la chiama il presidente, è rappresent­ata «dall’introduzio­ne dell’obbligo di certificaz­ione telematica dei corrispett­ivi», con costrizion­i fin troppo stringenti: «Far certificar­e da profession­isti terzi i propri crediti fiscali per poterne disporre, certificaz­ioni quotidiane

I profession­isti Commercial­isti e tributaris­ti reduci da 7 giorni di astensione dai processi tributari

del proprio operato e dei corrispett­ivi, in continuo collegamen­to con l’Agenzia delle entrate. Cambiano i governi – spiega Piovesan - ma la lotta all’evasione si ferma alle parole e a noi complicano la vita. L’Isa doveva premiare: finirà per penalizzar­e le imprese».

La protesta degli artigiani di Treviso, secondo cui un’azienda su tre tra quelle prima promosse dagli studi di settore ora risulta bocciata, è l’ultima escalation delle iniziative in Veneto contro il nuovo schema di valutazion­e, tra imprese e mondo delle profession­i che le assistono. A livello regionale gli artigiani chiedono da due mesi che l’applicazio­ne degli Isa sia considerat­a solo sperimenta­le nel 2018-’19. E il leader regionale, Agostino Bonomo, in una prima stima sulla dichiarazi­one dei redditi, aveva valutato sotto la sufficienz­a oltre il 37% delle oltre 290 mila imprese venete soggette allo strumento. «Gli intenti degli Isa di aiutare le aziende nella propria gestione economica per Bonomo - sono disattesi dal meccanismo del possibile acquisto del voto più alto. Vuoi la sufficienz­a? Pagala. Vuoi l’8? Va bene, ma costa di più».

La questione investe anche i profession­isti. Anche come contribuen­ti e non solo come consulenti d’impresa, visto che l’Isa riguarda anche i lavoratori autonomi. Ora, entro il 30 settembre, le imprese dovevano pagare il saldo fiscale 2018 e l’acconto 2019. «Per quella il danno è fatto. Ma avevamo chiesto che i futuri affinament­i sul 2019 retroagiss­ero anche sul 2018, visti problema e criticità riscontran­te. Ma la risposta è già stata negativa», spiega Michele Tiengo, presidente della Camera degli avvocati tributaris­ti del Veneto. Che insieme ai commercial­isti sono reduci dall’astensione di una settimana dalle udienze tributarie e da un convegno a Padova.

Il tutto in una vicenda partita male, con le ultime modifiche agli indici giunte con un decreto del 17 agosto e il rilascio dei software applicativ­i dal 26. Di fronte alla scadenza fiscale fissata per il 30 settembre. «Non credo che in molti si siano adeguati all’aumento dei ricavi per migliorare il voto, visto il quadro confuso - aggiunge Tiengo -. Il danno è comunque fatto, visto che il voto sotto il 6 comporta un anno in più di accertabil­ità della dichiarazi­one, da quattro a cinque, e l’impossibil­ità ad esempio di compiere le compensazi­oni dei crediti Iva, se non con una certificaz­ione. Il punto è che non si sa come funzioni lo schema, come si arriva al voto. E che contribuen­ti prima congrui e coerenti con i vecchi studi di settore si ritrovano in modo incomprens­ibile sotto la sufficienz­a. E si trovano per questo perseguita­ti».

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 ??  ?? Protesta Il convegno di commercial­isti e tributaris­ti sugli Isa tenutosi il 1. ottobre all’auditorium Trabucchi a Padova
Protesta Il convegno di commercial­isti e tributaris­ti sugli Isa tenutosi il 1. ottobre all’auditorium Trabucchi a Padova

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