Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Incidenti, venerdì giorno nero e si muore di più col bel tempo

Prima causa di morte tra minori e neopatenta­ti. Venerdì giorno nero, col bel tempo cala l’attenzione

- Nicolussi Moro

Venerdì è il giorno in cui si muore di più sulla strada, col bel tempo i rischi aumentano perché cala l’attenzione. Sono alcuni dei dati del dossier della Regione.

Ricciardi/1

La fascia tra 15 e 24 anni è la più funestata da vittime e feriti

Ricciardi/2

E poi ci sono gli anziani, travolti a piedi e in bici

La terribile escalation VENEZIA delle stragi di giovani sulle strade (quattro vittime tra 15 e 28 anni a Catania domenica, altrettant­e tra 18 e 19 anni a Ferrara il 6 ottobre, ad appena una settimana dallo schianto che il 28 settembre aveva ucciso tre amici, di cui due polesani, a Vigarano Mainarda, sempre nel Ferrarese) si deve nella maggioranz­a dei casi alla stanchezza. «Sul fronte dell’alcol tanti ragazzi, sensibiliz­zati dalle campagne di prevenzion­e, dalla scuola e dai genitori, quando escono con gli amici fanno i turni per mettersi alla guida — spiega Cinzia Ricciardi, comandante regionale della Polstrada — uno di loro resta sobrio e si mette al volante e la volta successiva cede il posto a un altro. Insomma, sono responsabi­li rispetto a quarantenn­i e cinquanten­ni, che anche con un tasso alcolico pari a 1,5 grammi per litro di sangue (tre volte il consentito,

ndr) restano convinti di essere sempre presenti a se stessi. La causa principale degli incidenti che coinvolgon­o i giovani tra 15 e 24 anni (l’anno scorso 44 morti e 3335 feriti, il tributo di sangue più alto, ndr), in auto come in moto, è invece la stanchezza».

Per esempio a Treviso, terza provincia per numero di scontri dopo Verona e Padova, la polizia stradale rileva frequenti fuoriuscit­e di strada autonome da parte di ragazzi. «Dopo una giornata o una serata particolar­mente pesanti, in cui magari hanno pure mangiato troppo, non vedono l’ora di arrivare a casa, perciò invece di fermarsi per riprendere fiato o procedere lentamente, pigiano sull’accelerato­re — riprende Ricciardi —. E il risultato è che non di rado la tragedia avviene a cento metri dall’arrivo, per un colpo di sonno». Quanto alle due (o tre) ruote non sono un pericolo solo per i giovani. Nel Veneto, secondo i dati Istat e Aci elaborati dalla Regione, nel 2018 si sono registrati 14.105 incidenti, causa di 311 morti e 19.313 feriti. Le auto sono i mezzi più convolti (17.424), ma subito dopo vengono appunto moto e scooter (3571) e, a sorpresa, i velocipedi, cioè le biciclette a pedalata assistita, i risciò, i tandem e le handbike (le bici a tre ruote). Più dei mezzi pesanti: ne risultano implicati 2125. «Quando arriva la bella stagione, in tanti riprendono ad andare in moto e può diventare un doppio problema — illustra il comandante della Polstrada — da una parte perché dopo mesi di stop non sono più abituati a maneggiarl­a a dovere e dall’altra perché gli automobili­sti si ritrovano all’improvviso la strada invasa dalle due ruote. E spesso non le consideran­o, fanno manovre sconsidera­te e pericolose».

Quanto alle bici, anche a pedalata assistita, nel Veneto sono i mezzi preferiti dagli anziani. E se la classe d’età tra 75 e 84 anni è la prima per vittime (46, oltre a 998 feriti) lo si deve proprio agli investimen­ti e alla cadute in bicicletta. Oltre ai pedoni travolti da auto e camion.

A proposito di mezzi pesanti, influiscon­o pure sulla «distribuzi­one settimanal­e»: si parla spesso delle stragi del sabato sera, in realtà nel Veneto i giorni più funestati dagli incidenti sono il venerdì e il lunedì. «Al venerdì i camionisti che coprono tratte brevi hanno fretta di rientrare perché sabato e domenica, a parte le eccezioni autorizzat­e, non possono circolare — dice Ricciardi —. Mentre il lunedì è il giorno in cui, come tutti, tornano al lavoro, quindi il traffico diventa più intenso. Un tir occupa 12-13 metri di sede stradale, contro i 4 di una macchina, arriva a 7,5 quintali di peso e toglie visibilità agli altri mezzi anche in altezza. Un altro giorno critico è il giovedì, perché alle tante persone che hanno fretta di uscire dal lavoro per mettersi in viaggio e godersi un weekend lungo, si aggiungono i lavoratori in trasferta al Sud». E fra poco dovremo fare i conti con il freddo, il ghiaccio, la neve. Eppure, secondo i dati Istat e Aci, la maggior parte degli incidenti avviene con il cielo sereno e il manto stradale asciutto. «Quando nevica o piove forte la gente procede più lentamente, è prudente, rispetta le distanze di sicurezza, proprio per timore di farsi male — ragiona il comandante della Polstrada —. E quindi in caso di brusca frenata o manovra impropria, c’è il tempo per rimediare ed evitare danni alle persone. Quando invece c’è il sole, si sentono tutti guidatori provetti e tendono ad andare spediti. Ed è proprio la velocità la prima causa di morte sulle strade in Veneto, seguita dalla distrazion­e indotta dall’uso di tablet e telefonino e dall’esigenza di fumare. Poi viene il mancato rispetto della distanza di sicurezza».

I veneti sono invece ligi nell’uso del casco, del seggiolino per i bambini e della cinture di sicurezza anteriori (poche multe), non altrettant­o per quelle posteriori. Ma se fino a cinque anni fa su 50 controlli la Polizia stradale ritirava 20 patenti, ora su 150 ne ritira il 10%-12%. «Un dato che ci fa ben sperare — chiude Ricciardi — le stragi si evitano solo cambiando la mentalità delle persone al volante».

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? La tragedia La strage di Vigarano, dove hanno perso la vita tre ventenni. Due erano polesani
La tragedia La strage di Vigarano, dove hanno perso la vita tre ventenni. Due erano polesani

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy