Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
A Venezia 5 furti in negozio al giorno
I dati del Viminale. Confcommercio: danni gravi al fatturato, servono pene più alte
VENEZIA Nel 2018 in provincia di Venezia ci sono state 2004 denunce per furti negli esercizi commerciali, più di cinque al giorno. Un dato che colloca Venezia al sesto posto in tutta Italia e al primo in Veneto, secondo uno studio del Sole-24 Ore sui dati del ministero dell’Interno. Il capoluogo primeggia in regione anche per il numero di reati denunciati (oltre 38 mila) e per i borseggi. Confcommercio: «Chi delinque non deve farla franca, servono pene più alte».
VENEZIA Dai piccoli furti di pochi generi alimentari a quelli di intere scatole di merce presa dagli scaffali per poi essere rivenduta nel mercato nero. Fino alle odiose spaccate notturne, che spesso comportano più spese per i danni. Le forze dell’ordine tutti i giorni, nel Veneziano, ricevono segnalazioni da parte di commercianti derubati: in qualche caso riescono ad arrivare in tempo e ad arrestare i responsabili, ma non sempre.
Nel 2018, nella città metropolitana, le denunce per furti presentate dai titolari di attività commerciali sono state 2004. Più di cinque al giorno, senza contare i casi che non vengono denunciati perché magari sono di poco conto. Un dato preoccupante, che ha fatto conquistare a Venezia la maglia nera in Veneto per i furti di questo tipo – secondo la classifica pubblicata ieri dal Sole-24 Ore, sulla base del Ministero dell’Interno – e il sesto posto in tutta Italia. «Il dato è ancora più allarmante se si pensa che i furti incidono sul fatturato annuo per percentuali che vanno dallo 0,5 fino all’1,5 per cento - rivela Massimo Zanon, presidente provinciale di Confcommercio - In pratica, un bagno di sangue». Il settore alimentare è quello che registra la percentuale massima, così come quei negozi che hanno grosse disponibilità di merci. Un’indagine della Cgia di Mestre qualche settimana fa aveva rivelato che in Italia ogni sei minuti c’è un furto in un negozio o in una bottega artigiana e questo costerebbe agli operatori circa 3,3 miliardi all’anno.
Per correre ai ripari, negli ultimi anni i titolari di supermercati e grandi attività hanno aumentato il personale e si sono dotati di vigilantes. In molti hanno potenziato anche i sistemi di videosorveglianza. «Negli ultimi mesi abbiamo avuto diversi incontri con il questore di Venezia, è importante lavorare in sinergia e non abbassare mai la guardia – aggiunge Zanon - L’unico modo è far rispettare le regole. Chi delinque non deve farla franca: pene più severe possono fare da deterrente».
Per la laguna, questo non è l’unico «cattivo risultato» del 2018. La classifica, secondo la quale Venezia risulta 14esima in Italia e prima in Veneto per il numero di reati denunciati (38.535, cioè 4.515 per 100 mila abitanti) ha fatto emergere un altro dato, che è quello relativo ai furti con destrezza, per lo più i borseggi. Un problema per il quale nel centro storico sono nati comitati, sono state costituite vere e proprie squadre ad hoc da parte delle forze dell’ordine, sono stati emessi decine di Daspo urbani e fogli di via: ma come per tutte le grandi città è un fenomeno ormai radicato. Venezia, in Italia, si è piazzata al quinto posto con 5.849 denunce raccolte (circa 16 al giorno), dopo Milano, Firenze, Bologna e Rimini. Sono stati invece «solo» 148 i furti con strappo e 3.527 quelli in abitazione. Secondo i dati del Ministero, infine, sono arrivate alle forze dell’ordine 91 denunce per violenza sessuale.