Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Rapporti con le calciatric­i, mister a giudizio

Loria, il gip respinge il patteggiam­ento di due anni: pena troppo bassa. Tre episodi contestati

- di Alberto Zorzi

LORIA (TREVISO) Rapporti con due calciatric­i minorenni, una terza adescata. Il giudice ha respinto il patteggiam­ento di un allenatore trevigiano. Andrà a giudizio.

VENEZIA Ha avuto rapporti sessuali con due giovani calciatric­i trevigiane, che però erano consenzien­ti. Mentre una terza, veneziana, l’ha «adescata» con delle lunghe chat durante le quali lei gli aveva mandato anche una foto senza veli: e proprio da qui era partita l’inchiesta, dopo che la chat era stata «intercetta­ta» dalla mamma della giovane. Ma dopo aver ammesso i fatti storici e aver risarcito le ragazzine con una somma complessiv­a di 11 mila euro, Peter Priamo, trevigiano di Loria che allenava nel Futsal Giorgione, sperava di «cavarsela» con un patteggiam­ento a due anni di reclusione, con la pena sospesa, sul quale peraltro aveva dato il suo consenso il pm veneziano Giorgio Gava, titolare dell’inchiesta. Ma ieri mattina il gip Maria Luisa Materia ha bocciato l’accordo, ritenendo la pena troppo bassa: anche perché oltre all’accusa di atti sessuali con minorenne e adescament­o, a Priamo era contestata anche la detenzione di materiale pedopornog­rafico, perché al momento della perquisizi­one nel computer erano state trovate delle foto hard di ragazzine all’apparenza minori.

Ora, dunque, l’uomo dovrà affrontare il processo, anche se con il suo avvocato Simone Vianello ha scelto la strada del rito abbreviato, che si aprirà il 7 gennaio davanti a un altro gip, Gilberto Stigliano Messuti. «A questo punto abbiamo delle carte difensive da giocare», spiega il legale. L’accusa di atti sessuali, infatti, in linea generale prevede il reato solo quando la ragazzina, anche se consenzien­te, ha meno di 14 anni, che però salgono a 16 se l’adulto è una persona a cui il minore è stato affidato. Su questo la difesa è pronta a combattere, per dimostrare che Peter Priamo non era l’allenatore della squadra a cui appartenev­ano le «vittime» o comunque non poteva essere ritenuto l’affidatari­o, oltre al fatto che i rapporti sarebbero avvenuti al di fuori del contesto calcistico. Quanto all’adescament­o, secondo il legale sarebbe avvenuto quando la ragazza veneziana avrebbe già compiuto i 16 anni, mentre sulle foto trovate nel pc lo stesso perito non sarebbe stato in grado di dire con certezza che riguardava­no delle minorenni. E comunque, essendo lui un tecnico informatic­o e lavorando con computer altrui, potrebbero essere state scaricate per errore da uno di essi.

Questi argomenti verranno discussi il 7 gennaio, con l’obiettivo di convincere il giudice a sminuire di molto la vicenda. L’uomo, peraltro, ha anche subito alcuni mesi fa anche un’inibizione dalla Federcalci­o per cinque anni.

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