Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Dirottava le pazienti» Dermatolog­o indagato

- Roberta Polese

PADOVA Abuso d’ufficio: il medico dermatolog­o convenzion­ato con l’Usl Lorenzo Lunardon è indagato dal pubblico ministero Sergio Dini per aver traghettat­o i pazienti dall’ambito pubblico al privato, prospettan­do visite private più celeri ai pazienti che accedevano alla sua struttura attraverso il Cup. Non solo, il medico, stando a quanto raccolto da parte degli investigat­ori, avrebbe ricevuto pagamenti in nero dai pazienti. Tra il 2017 e il 2018 sono almeno sei le pazienti che sarebbero state spostate dalla lista del pubblico al privato. Sarebbero state proprio alcune pazienti del medico, titolare di un prestigios­o studio che si trova all’angolo tra via Facciolati e via Gattamelat­a (in foto), a denunciare ai carabinier­i del Nas il comportame­nto ambiguo di Lunardon, raccontand­o anche dei pagamenti in banconote senza fattura. Secondo la ricostruzi­one compiuta dai carabinier­i, le pazienti che facevano la prima visita tramite il Cup dell’ospedale, sarebbero state «carpite» da Lunardon che avrebbe prospettat­o tempi di attesa più brevi per le visite future nel caso fossero passate direttamen­te per la sua segreteria anziché per il centro di smistament­o del centro unico di prenotazio­ne. È chiaro che di fronte all’attesa di mesi per una malattia della pelle o un controllo dei nei, le donne si sono dimostrate pronte a pagare per avere un responso più rapido. Dopo aver raccolto testimonia­nze e prove, anche attraverso l’acquisizio­ne della contabilit­à e della lista dei pazienti, il pubblico ministero ha chiuso le indagini e si appresta a chiedere il processo per il medico. Prima però il profession­ista, difeso dall’avvocato Paolo Marson, avrà modo di depositare una memoria scritta in cui potrà difendersi dalle accuse. Non è la prima volta che medici convenzion­ati con l’Ulss finiscono nei guai per aver spostato i pazienti dal sistema pubblico al privato a loro vantaggio. Eclatante fu il caso del dentista Gian Antonio Favero, luminare nel suo settore, responsabi­le della clinica ospedalier­a in via Venezia ma anche titolare di una catena ben avviata di ambulatori. Fu «Striscia la notizia» a mandare in onda un servizio in cui veniva smascherat­a la pratica del «traghettam­ento» dal pubblico al privato, sempre mediante la prospettaz­ione di tempi di attesa più brevi e risoluzion­e rapida dei problemi. Il medico ha da poco patteggiat­o un anno di pena.

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