Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cura truffa condannati primario e complice
Il piano aveva funzionato per ben due volte: lei si presentava con il falso nome di Cristina Kramer, fingeva di essere un medico e «agganciava» famiglie in difficoltà e sofferenti a causa di gravi malattie. Poi entrava in scena lui, il vero medico, addirittura un primario di Neurochirurgia (di recente è stato nominato all’ospedale di Nocera, in Campania), che però, secondo l’accusa, non faceva praticamente nulla, tanto che lo stato di salute dei pazienti era peggiorato invece di migliorare. Ieri il giudice Chiara Venturini ha condannato a un anno e sei mesi per truffa Maria Merolla, 63 anni, e Michele Carandente, 62, entrambi napoletani. Secondo il procuratore aggiunto Paola Mossa, in un caso avevano «spillato» 70 mila euro a una famiglia veneziana, in un altro 30 mila. Nel mirino erano finiti degli artigiani con famigliari affetti da gravi malattie: uno aveva problemi neurologici, tanto che è morto un anno fa, l’altra una forte patologia alla schiena. Merolla – che aveva anche dei precedenti, tanto che per lei il pm aveva chiesto una pena più alta (1 anno e 11 mesi) – aveva messo in contatto le famiglia con Carandente, il quale però secondo il pm aveva eseguito solo visite superficiali e, nonostante avesse ricoverato i pazienti in vari ospedali della provincia di Napoli, li aveva fatti sottoporre a terapie inutili. La donna aveva ricevuto da una delle due parti offese anche un prestito di 50 mila euro che non aveva restituito, ma su questo punto il giudice ha disposto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato, ritenendola probabilmente una questione civilistica.
Le due vittime si erano costituite e il giudice ha rinviato alla sede civile i danni definitivi. A quella truffata per 70 mila euro, patrocinata dall’avvocato Claudia De Martin, è stato disposta una provvisionale di quasi 38 mila euro, all’altra, con l’avvocato Giuliano Furlanetto, di 11 mila euro, oltre alle spese legali. (a. zo.)