Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Da Rodin a Mitoraj per raccontare l’abbraccio nell’arte
Il volto cupo e a tratti angoscioso del Novecento - il secolo buio, il secolo delle grandi guerre - lascia finalmente il posto a un differente sentire emozionale, rintracciando nella scultura un percorso tematico importante che muove su due assi cardinali: l’incontro e l’abbraccio. E se il rapporto tra io e altro è ancora tutt’altro che risolto, l’arte diventa allora zona franca del pensiero, spazio di incontro possibile: perché la bellezza, è stato scritto, salverà il mondo. Dal 16 novembre fino al 12 gennaio 2020 si terrà a Padova, a Palazzo Monte di Pietà, la mostra tematica curata da Alfonso Pluchinotta e Beatrice Autizi dal titolo: «Incontro e abbraccio nella scultura del Novecento. Da Rodin a Mitoraj». In mostra 120 sculture del Novecento con alcuni autentici capolavori. Avremo infatti opere di Auguste Rodin, Vincenzo Gemito, Arturo Martini, Pietro Canonica, Jacques Lipchitz, Agenore Fabbri, Virgilio Guidi, Luciano Minguzzi, Fernad Legèr, Henry Moore, Marcel Duchamp, George Segal, Salvator Dalì, Lorenzo Quinn, Igor Mitoraj con alcune incursioni anche nel contemporaneo. Al centro della ricerca che muove una mostra non organizzata cronologicamente ma per movimenti emozionali, l’uomo ritratto nella dimensione di «bellezza morale». Un uomo affettivo che abbracciando, e quindi incontrando realmente in profondità l’altro, determina traiettorie evolutive, sociali e cognitive altre rispetto all’ordine del conflitto. Rifondando quindi la memoria di un Uomo che è sapiens perché sa amare. Una mostra dalla forte attualità sociale promossa dalla Fondazione Salus Pueri, onlus creata nel 1992, a Padova, per far sì che la Pediatria del locale Policlinico sia sempre più «casa» per i più piccoli. Al progetto hanno aderito, tra gli altri, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e l’Università agli Studi di Padova: «Laddove c’è arte, cultura e bellezza – ha spiegato il rettore Rosario Rizzuto – l’Università ci sarà sempre». «Stiamo diventando osservatori frettolosi, meno capaci di cogliere le disposizioni dell’animo e dell’affettività - spiega il curatore Alfonso Pluchinotta - nell’epoca digitale l’Umanesimo appare sempre più lontano, scavalcato dalla velocità e dalle nuove possibilità di comunicazione, che limitano l’esercizio dell’attenzione e della riflessione». A corollario della mostra una serie di incontri che vedono protagonisti anche lo psichiatra Vittorino Andreoli. La mostra è a ingresso libero. Info: www.incontroabbraccio.it