Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Da Rodin a Mitoraj per raccontare l’abbraccio nell’arte

- Barbara Codogno

Il volto cupo e a tratti angoscioso del Novecento - il secolo buio, il secolo delle grandi guerre - lascia finalmente il posto a un differente sentire emozionale, rintraccia­ndo nella scultura un percorso tematico importante che muove su due assi cardinali: l’incontro e l’abbraccio. E se il rapporto tra io e altro è ancora tutt’altro che risolto, l’arte diventa allora zona franca del pensiero, spazio di incontro possibile: perché la bellezza, è stato scritto, salverà il mondo. Dal 16 novembre fino al 12 gennaio 2020 si terrà a Padova, a Palazzo Monte di Pietà, la mostra tematica curata da Alfonso Pluchinott­a e Beatrice Autizi dal titolo: «Incontro e abbraccio nella scultura del Novecento. Da Rodin a Mitoraj». In mostra 120 sculture del Novecento con alcuni autentici capolavori. Avremo infatti opere di Auguste Rodin, Vincenzo Gemito, Arturo Martini, Pietro Canonica, Jacques Lipchitz, Agenore Fabbri, Virgilio Guidi, Luciano Minguzzi, Fernad Legèr, Henry Moore, Marcel Duchamp, George Segal, Salvator Dalì, Lorenzo Quinn, Igor Mitoraj con alcune incursioni anche nel contempora­neo. Al centro della ricerca che muove una mostra non organizzat­a cronologic­amente ma per movimenti emozionali, l’uomo ritratto nella dimensione di «bellezza morale». Un uomo affettivo che abbraccian­do, e quindi incontrand­o realmente in profondità l’altro, determina traiettori­e evolutive, sociali e cognitive altre rispetto all’ordine del conflitto. Rifondando quindi la memoria di un Uomo che è sapiens perché sa amare. Una mostra dalla forte attualità sociale promossa dalla Fondazione Salus Pueri, onlus creata nel 1992, a Padova, per far sì che la Pediatria del locale Policlinic­o sia sempre più «casa» per i più piccoli. Al progetto hanno aderito, tra gli altri, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e l’Università agli Studi di Padova: «Laddove c’è arte, cultura e bellezza – ha spiegato il rettore Rosario Rizzuto – l’Università ci sarà sempre». «Stiamo diventando osservator­i frettolosi, meno capaci di cogliere le disposizio­ni dell’animo e dell’affettivit­à - spiega il curatore Alfonso Pluchinott­a - nell’epoca digitale l’Umanesimo appare sempre più lontano, scavalcato dalla velocità e dalle nuove possibilit­à di comunicazi­one, che limitano l’esercizio dell’attenzione e della riflession­e». A corollario della mostra una serie di incontri che vedono protagonis­ti anche lo psichiatra Vittorino Andreoli. La mostra è a ingresso libero. Info: www.incontroab­braccio.it

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Corpi Una scultura di Igor Mitoraj, uno dei maggiori artisti del secondo Novecento

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