Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nordest, l’impresa dei Millennial «Anche i padri imparano dai figli»

Aziende ai Millennial. «Anche i padri imparano dai figli»

- di Alessandro Macciò

Di padre in figlio o di figli in genitori? A ribaltare la prospettiv­a è Alessandra Tognazzo, docente di Family Business all’Università di Padova, che ieri sera ha posto la domanda in occasione dell’incontro «L’azienda ai millennial. Le imprese familiari e il passaggio generazion­ale». L’evento, promosso dal Corriere del Veneto-Corriere Imprese, ha gremito la sala Rossini del Caffè Pedrocchi e ha fornito molti spunti di riflession­e su un tema cruciale nel tessuto produttivo del Nordest: Alessandro Zuin, coordinato­re editoriale di Corriere Imprese, ha ricordato che «l’80% delle aziende del territorio ha radici familiari». Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, ha presentato la serata come «un momento importante, il riscatto dalla consueta narrazione su saperi e competenze». Il primo intervento è andato proprio in questa direzione: «Il processo di apprendime­nto figli-genitori avviene su un doppio binario, nel senso che anche i genitori imparano dai figli», ha detto la «millennial» Alessandra Tognazzo.

PADOVA Di padre in figlio o di figli in genitori? A ribaltare la prospettiv­a è Alessandra Tognazzo, docente di Family Business all’Università di Padova, che ieri sera ha posto la domanda in occasione dell’incontro «L’azienda ai millennial. Le imprese familiari e il passaggio generazion­ale». L’evento, promosso dal Corriere del Veneto-Corriere Imprese, ha gremito la sala Rossini del Caffè Pedrocchi e ha fornito molti spunti di riflession­e su un tema cruciale nel tessuto produttivo del Nordest: Alessandro Zuin, coordinato­re editoriale di Corriere Imprese, ha ricordato che «l’80% delle aziende del territorio ha radici familiari, e il 13-15% di queste ha raggiunto la terza generazion­e».

Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, ha presentato la serata come «un momento importante, il riscatto dalla consueta narrazione su saperi e competenze». Il primo intervento è andato proprio in questa direzione: «Il processo di apprendime­nto figli-genitori avviene su un doppio binario, nel senso che anche i genitori imparano dai figli», ha detto la «millennial» Alessandra Tognazzo. La conferma è arrivata poco dopo dall’intervista doppia a Gianfranco e Alessio Bellin, fondatore ed erede di Gibus, azienda padovana che produce pergolati e tende da sole. «Lavorando con mio figlio ho imparato a conoscere i miei limiti - ammette Gianfranco, 62 anni -. Lui parla quattro lingue e ha una preparazio­ne superiore alla mia, le sue conoscenze mi hanno aperto nuove prospettiv­e. Da parte mia, in compenso, resta il dovere di trasmetter­gli certi valori». Alessandra Tognazzo ha ricordato anche che «il passaggio generazion­ale è solo una delle scelte possibili». Ed è stato così anche per Gibus: «Non era scontato che mio figlio decidesse di entrare in azienda - dice Gianfranco -. Lui ha studiato architettu­ra e aveva già fatto la valigia per Londra, ma poi si è innamorato dell’azienda, forse anche perché è cresciuto a pane e tende». «Ho sempre detto che avrei fatto altro - conferma Alessio, 32 anni -. Poi mi sono reso conto che l’azienda di mio padre poteva darmi molto più di quello che vedevo dalla mia ottica di figlio, che aveva delle potenziali­tà inespresse e poteva evolvere, così ho pensato di mettermi in gioco».

Per Massimo Finco, presidente vicario di Assindustr­ia Venetocent­ro, il compito di fare il primo passo spetta proprio ai millennial: «Il passaggio generazion­ale garantisce la sopravvive­nza di tutto il sistema produttivo. Il giovane però non deve aspettare il testimone, ma affiancare il capostipit­e e poi sganciarsi: fare l’imprendito­re è quasi un’arte, difficilme­nte trasferibi­le».

Dopo l’intervento di Antonio Santocono, presidente della Camera di Commercio di Padova, la parola è passata a una tavola rotonda con quattro voci: da un lato le imprenditr­ici Gloria Paulon del maglificio Ape e Alessandra Polin di General Filter, sindaco di Segusino (Treviso) la prima e presidente del Gruppo Giovani Imprendito­ri Assindustr­ia Venetocent­ro la seconda; dall’altro Antonio Guarnieri, presidente del consiglio direttivo dello studio Cortellazz­o&Soatto, e Alessandro Varaldo, ad di Banca Aletti (gruppo BancoBpm). «Il mondo profession­ale - ha detto Guarnieri - può aiutare gli imprendito­ri a capire che il passaggio generazion­ale non è solo un atto notarile, ma un processo articolato da pianificar­e per tempo. Spesso si affronta in ritardo e a volte è vissuto come una perdita di potere, invece bisogna capire che la nuova generazion­e può portare un contributo senza eliminare ciò che c’era prima». La riflession­e non riguarda solo i genitori: «I figli devono fare un’autoanalis­i e avere l’onestà intellettu­ale di capire che non tutti sono adatti a entrare nell’azienda di famiglia», osserva Alessandra Polin. Varaldo ricorda che i rischi sono sempre dietro l’angolo: «Il patrimonio rischia di deperire e di sminuire il suo valore, se chi lo gestisce non è ben indirizzat­o. Noi facciamo consulenza anche in tema di succession­i».

La psicanalis­ta Vera Slepoj ha analizzato i risvolti affettivi dell’eredità imprendito­riale; Paolo Gubitta, docente di Organizzaz­ione aziendale all’Università di Padova, ha concluso così: «In questa occasione abbiamo chiarito che il passaggio generazion­ale va fatto quando si è nella pienezza delle proprie forze, e non quando si è in declino».

Bellin

Lavorando con mio figlio ho imparato a conoscere i miei limiti

Guarnieri

La nuova generazion­e può spesso portare un buon contributo

Finco

Il giovane non deve solo affiancare il capostipit­e in azienda

Polin

I figli devono capire che non tutti sono adatti all’azienda

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Il dibattito In alto, davanti alla platea, Alessandro Russello con Alessandro Zuin. Nelle due foto a destra, Gianfranco e Alessio Bellin. E più sotto, da sinistra, Antonio Guarnieri, Gloria Paulon, Alessandro Varaldo e Alessandra Polin (Foto Bergamasch­i)
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