Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Investire nel capitale umano»

Univerò, a Verona workshop e dibattiti. De Bortoli: la flessibili­tà non può essere un inganno per i giovani

- Di Matteo Sorio

VERONA Uno degli spunti più forti, preso dalla mappa italiana della domanda-offerta e calato sulla nostra regione: «Circa la metà dei posti nel manifattur­iero, anche qui nel Veneto, rimane scoperta. Dovremmo interrogar­ci, anche perché così si finisce per rivolgersi al mercato del lavoro straniero. È un problema di offerta, chiaro, e nel lavorare a quell’offerta dovremmo ricordarci di temi come sostenibil­ità ambientale e sociale, che nelle produzioni saranno sempre più importanti». Così Ferruccio de Bortoli, protagonis­ta, ieri, del primo giorno ufficiale di «Univerò», il festival che l’università di Verona dedica fino a domani al mondo del lavoro. Due volte direttore del Corriere della Sera di cui oggi è editoriali­sta, già direttore del Sole 24 Ore, presidente della casa editrice Longanesi, l’incontro con de Bortoli prendeva il titolo — «Ci salveremo? Università, lavoro e riscossa civica» — ispirandos­i al recente libro pubblicato dallo stesso de Bortoli per Garzanti. Tanti i punti toccati nel dialogo con il vicedirett­ore del Corriere del Veneto, Massimo Mamoli. Il capitale umano: «Non vi stiamo investendo abbastanza, anzi, ogni anno il Paese destina molti più soldi pagare i debiti pregressi di quanti ne investa nella scuola, autocondan­nandosi così al declino». La formazione in Italia: «Paradossal­mente, se non fosse di qualità non avremmo così tanti italiani di successo all’estero dopo essersi laureati qui». La flessibili­tà: «Non può essere l’inganno di chi ti usa perché costi poco e ti può mandare via quando vuoper le, semmai in molti giovani l’idea di una stabilità di lavoro non è più qualcosa d’irrinuncia­bile e allora forse bisognereb­be pensare a impieghi “mobili” di per sé, con percorsi profession­ali che offrano gli strumenti formativi per prepararsi a tali profession­i intermitte­nti». Presente all’incontro c’era anche l’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan. «In Veneto stiamo facendo molto per “collegare” di più le università col mondo delle imprese — queste le sue parole —. La sfida è creare sempre più spazi d’incontro e non far scappare i cervelli». Intanto, per de Bortoli, la riscossa passa anche per svolte non più rimandabil­i, ad esempio rispetto alla «gerontocra­zia italiana», alle «famiglie imprendito­riali che faticano a distinguer­e i destini della famiglia da quelli dell’impresa», al «potere a prevalenza maschile con relativa mancanza di parità di genere (gender gap)», a quella «classe politica che nel momento in cui si aprivano le barriere s’è chiusa in se stessa, imitata da grandi personaggi, anche veneti, che dopo aver fatto un’ottima carriera hanno pensato che il mondo finisse con loro».

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Univerò Il vicedirett­ore del Corriere del Veneto Massimo Mamoli con de Bortoli

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