Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’hotel di lusso che rilancia M9 La nuova piazza e otto progetti
Via libera della giunta al cambio d’uso del palazzo Telecom: riqualifichiamo tutta l’area
MESTRE Sei piani, 120-130 camere, ristorante e area benessere, una piazzetta con area verde che guarda via Pascoli e apre il collegamento con piazzale Donatori di Sangue. Il primo hotel cinque stelle del centro di Mestre porta la firma dello studio di architettura anglo-tedesco Sauerbach e Hutton — lo stesso che ha realizzato M9 — e cambia i connotati al palazzone ex Telecom di via Carducci. Il primo passo ufficiale per trasformare l’edificio abbandonato è stato compiuto ieri con l’approvazione da parte della giunta dell’accordo pubblico-provato per la riqualificazione attraverso il cambio di destinazione d’uso da «impianti telefonici» ad albergo (variante al piano degli interventi).
Sono otto i progetti alternativi che gli architetti hanno proposto alla catena alberghiera Dh che ha acquistato il palazzo dal fondo Sgr, sono diversi nello stile ma tutti hanno in comune l’alleggerimento del corpo centrale, la trasposizione dell’ingresso principale sul lato dell’M9 e la demolizione del palazzo «Meucci» per rendere fluidi i collegamenti col resto del centro città riqualificato. Del palazzone grigio di via Carducci 22 resterà solo l’ossatura dei 2.645 metri quadri. Il rendering che va per la maggiore prevede facciate con balconi asimmetrici in vetro, legno e colori chiari.«Verrà rivalutata l’intera area — spiega la presidente della commissione Urbanistica Lorenza Lavini — Grazie all’abbattimento dei muri di cinta, si riusciranno a implementare le aree pedonabili attraverso la realizzazione di una nuova piazza a verde che collega il Museo a calle Corte Legrenzi, via Poerio e piazza Ferretto». «Se il consiglio comunale approverà il cambio di destinazione d’uso, sarà un’opportunità di riqualificazione di un ambito strategico che permetterebbe la rivitalizzazione dell’intero quartiere e la creazione di 60 nuovi posti di lavoro — osserva l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin — E genererà 750 mila euro di beneficio pubblico da corrispondere al Comune». La parola passa adesso al Consiglio. «L’albergo è l’uso più corretto per la riqualificazione — riflette Saverio Centenaro, Forza Italia — Perché il residenziale ha ancora molti appartamenti invenduti». Per l’opposizione è un bel progetto di riqualificazione, peccato che sia l’ennesimo albergo . «C’è di positivo la riqualificazione di un’area abbandonata del centro e la sinergia con M9 — dice Emanuele Rosteghin, Pd — Di base siamo contrari all’idea della vocazione solo turistica di Mestre che esprime la giunta Brugnaro: valuteremo con attenzione la convenzione e i benefici per la città e per l’M9». «Non c’è visione della città: se c’è un privato che ha i soldi e un progetto, la giunta fucsia lo approva – fa eco Davide Scano, M5s – Questa è una bella idea di recupero di una zona di degrado ma il problema è il contesto, il mare di alberghi già approvati in via Ca’ Marcello e in zona stazione che stanno già facendo chiudere le piccole strutture». Dh spera di iniziare i lavori nel 2020, dopo l’approvazione dell’accordo e del progetto. E conta sulla sinergia con M9 per far funzionare insieme albergo, museo e distretto. Il project manager Plinio Danieli e gli architetti Sauerbach e Hutton sono vecchie conoscenze della Fondazione di Venezia ma le ruggini del passato non dovrebbero essere un ostacolo al lavoro di squadra.
«Ottima idea, sono entusiasta — commenta il presidente di Fondazione Giampietro Brunello — Questa iniziativa chiude il cerchio della riqualificazione del centro. Faccio il tifo perché venga realizzata: M9 ha bisogno di gruppi di turisti per decollare. Già valutiamo come creare sinergie».
Sei piani Sono previste 120/130 camere con spa e ristorante