Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Il Casinò di Ca’ Noghera al Tronchetto»
La proposta degli autonomisti per la doppia sede. Zecchi: «Le ricette chiedetele agli unionisti»
VENEZIA «È vero, la titolarità del Casinò, come concessa dallo Stato, è della città insulare. Ma basterebbe trasferire la sede di Ca’ Noghera al Tronchetto, raggiungibile in auto ma comunque all’interno dei confini di quello che sarebbe il nuovo Comune di Venezia». Gian Angelo Bellati risolve così il nodo della casa da gioco, uno dei più intricati in vista del referendum per la separazione di laguna e terraferma. Anche perché è proprio Ca’ Noghera a portare gli introiti maggiori. Ieri, assieme a comitati e associazioni, Bellati è tornato a interpretare la voce degli autonomisti (guai a chiamarli «separatisti», per loro non sarà una divisione ma un «ripristino», «mandare indietro l’orologio di cento anni», ribadiva convinta un’attivista). I sostenitori del Sì vogliono disinnescare quello che definiscono «terrorismo informativo» da parte della giunta Brugnaro: «Minacciano querele, paventano la sospensione dei servizi, il sindaco dice di non voler fare campagna ma manda i suoi assessori a parlare per lui in televisione e invita all’astensionismo — incalza l’economista — Dicono che forniranno un dossier con tutti i “disastri” che seguiranno la divisione, ma non l’abbiamo ancora visto».
Per gli autonomisti terraferma e laguna sono ormai troppo diverse e troppo problematiche per poter convivere sotto una stessa amministrazione, serve un governo specifico per ciascuna delle due realtà. «Piazza Ferretto è area depressa, Venezia si spopola, finché resterà tutto uguale le cose non cambieranno», insiste Giovanni Armellin di MuoverSi. Alla domanda su come la separazione possa aiutare il commercio mestrino o la residenzialità lagunare Stefano Zecchi replica seccato: «Chi chiede ricette agli autonomisti è affetto da strabismo, la domanda va rovesciata e posta agli unionisti: funzionano le cose oggi?». «Se volessi fare l’assessore al Commercio, mi candiderei», aggiunge Debora Esposti, del comitato per l’autonomia di Mestre, che però qualche idea su come rivitalizzare il tessuto commerciale della terraferma ce l’ha. «Plateatici gratuiti a chi resta aperto fino alle 23, ad esempio, ma le proposte sono tantissime», specifica. Ottavio Serena, consigliere del Gruppo Misto, anticipa un incontro lunedì in cui assieme a Renzo Scarpa porteranno i dati di bilancio delle varie aree del Comune, «per mettere a tacere gli allarmismi», mentre domani alle 18.15, al Café Italia a Mestre è previsto un nuovo confronto, come ricorda Maria Laura Faccini di Mestre Mia.
«Brugnaro dovrebbe ricordarsi che, anche ammesso che vada a votare il 20 per cento della popolazione e che solo la metà di questi si schieri per il sì, sarà un dieci per cento di residenti che non lo voterà alle elezioni. Dovrebbe farsi meglio i conti», ha concluso Zecchi.
Proposte Plateatici gratis a Mestre per avere più persone in piazza