Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Trend group, via al rilancio Dea e Amco ricapitalizzano
Accordo sul debito. I due attori sostengono il nuovo piano industriale
VICENZA Trend group, Dea ed Amco convertono parte dei crediti in capitale e sostengono il piano di rilancio. Via d’uscita soft dalla crisi finanziaria della società vicentina famosa per i mosaici e i rivestimenti di lusso per edilizia e arredo, con attività rilevanti negli Stati Uniti. L’azienda si trovava in crisi dal 2016, di fronte a debiti con le banche saliti a 46 milioni di euro, e l’accordo di ristrutturazione, chiuso solo l’anno prima, saltato subito di fronte a un bilancio consolidato 2016 chiuso in perdita per 6,5 milioni, a fronte di ricavi per 53. In una situazione negativa proseguita nei due anni successivi: il 2017 si era chiuso con perdite consolidate per 7,7 milioni e vendite scese a 42, mentre i conti 2018 avevano rilevato perdite per 5 milioni con vendite a 33.
Il caso di Trend group, creata dall’ex leader degli Industriali di Vicenza, Pino Bisazza, è poi di particolare interesse, essendo l’azienda tra quelle venete alle prese con la rischiosa partita dei crediti deteriorati. Qui è presente sia Sga, ora divenuta Amco, con crediti per 4,6 milioni derivanti dalle ex popolari venete, sia Dea Capital, la società d’investimento del Gruppo De Agostini, che aveva inserito la dotazione iniziale di 20 milioni nel Fondo di ristrutturazione Idea Ccr II lanciato a inizio 2018. Crediti venduti per 2,3 milioni da Mps e per 17 da Banca Ifis, ritrovatasi con un prestito convertibile ereditato da Interbanca. Nel fondo d’investimento sono inseriti i crediti di nove società, tra le quali la veneta Grotto spa, a cui fa capo l’azienda della moda Gas, e il gruppo friulano dell’arredamento Snaidero, che proprio Dea aveva poi acquisito a partire dai crediti.
La vicenda Trend group arriva però a una conclusione diversa, ratificata nell’assemblea straordinaria dei soci del 12 settembre a Milano, con un accordo finanziario trainato proprio da Dea e che vede in prima fila anche Amco, che ha convinto anche gli altri creditori. A fronte degli 1,875 milioni di azioni del capitale sociale divise in 4 quote (a Pino Bisazza e Andrea Di Giuseppe il 25,04%, a Federica e Riccardo Bisazza il 24,96% ciascuno) s’affiancano due porzioni di crediti, per 5,1 milioni di Dea e di 780 mila euro di Amco, convertiti in capitale.
La ricapitalizzazione della società avviene con l’emissione di 1,9 milioni di strumenti finanziari partecipativi per Dea e 300 mila per Amco. Convertibili in azioni i primi. Opzione però non esercitata, che resta come soluzione di ultima istanza, se il rilancio non dovesse proprio funzionare. In quel caso Dea potrebbe prenderebbe in mano la società da azionista di maggioranza. Con clausole nel nuovo statuto, che le danno la possibilità di vendere la società, anche prima della conversione, con gli altri soci che si accodano.
La scelta di Dea e Amco però è di inserire solo un consigliere nel nuovo cda e sostenere il piano industriale a cinque anni di Trend, che riguarda le attività italiane, e che prevede anche l’ottimizzazione degli asset produttivi e la dismissione di attività non strategici. Costruito, secondo il nuovo statuto, in modo che gli utili, dopo le necessità societarie, rimborsino i 39 milioni di euro di debiti bancari residui riscadenzati (oltre a Dea ed Amco, ci sono prestiti per 6,8 milioni di Mediocredito Friuli, per 3 di Friuladria e per 1,5 di Bnl). Ora tocca al nuovo cda già nominato nell’assemblea del 31 luglio. Dopo la nomina di Pino Bisazza a presidente onorario, Giuseppe Fano ne è presidente, Andrea Di Giuseppe è amministratore delegato, Riccardo Bisazza, Giuseppe Arlacchi e Giovanni Ferro Luzzi consiglieri.