Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Trend group, via al rilancio Dea e Amco ricapitali­zzano

Accordo sul debito. I due attori sostengono il nuovo piano industrial­e

- Federico Nicoletti

VICENZA Trend group, Dea ed Amco convertono parte dei crediti in capitale e sostengono il piano di rilancio. Via d’uscita soft dalla crisi finanziari­a della società vicentina famosa per i mosaici e i rivestimen­ti di lusso per edilizia e arredo, con attività rilevanti negli Stati Uniti. L’azienda si trovava in crisi dal 2016, di fronte a debiti con le banche saliti a 46 milioni di euro, e l’accordo di ristruttur­azione, chiuso solo l’anno prima, saltato subito di fronte a un bilancio consolidat­o 2016 chiuso in perdita per 6,5 milioni, a fronte di ricavi per 53. In una situazione negativa proseguita nei due anni successivi: il 2017 si era chiuso con perdite consolidat­e per 7,7 milioni e vendite scese a 42, mentre i conti 2018 avevano rilevato perdite per 5 milioni con vendite a 33.

Il caso di Trend group, creata dall’ex leader degli Industrial­i di Vicenza, Pino Bisazza, è poi di particolar­e interesse, essendo l’azienda tra quelle venete alle prese con la rischiosa partita dei crediti deteriorat­i. Qui è presente sia Sga, ora divenuta Amco, con crediti per 4,6 milioni derivanti dalle ex popolari venete, sia Dea Capital, la società d’investimen­to del Gruppo De Agostini, che aveva inserito la dotazione iniziale di 20 milioni nel Fondo di ristruttur­azione Idea Ccr II lanciato a inizio 2018. Crediti venduti per 2,3 milioni da Mps e per 17 da Banca Ifis, ritrovatas­i con un prestito convertibi­le ereditato da Interbanca. Nel fondo d’investimen­to sono inseriti i crediti di nove società, tra le quali la veneta Grotto spa, a cui fa capo l’azienda della moda Gas, e il gruppo friulano dell’arredament­o Snaidero, che proprio Dea aveva poi acquisito a partire dai crediti.

La vicenda Trend group arriva però a una conclusion­e diversa, ratificata nell’assemblea straordina­ria dei soci del 12 settembre a Milano, con un accordo finanziari­o trainato proprio da Dea e che vede in prima fila anche Amco, che ha convinto anche gli altri creditori. A fronte degli 1,875 milioni di azioni del capitale sociale divise in 4 quote (a Pino Bisazza e Andrea Di Giuseppe il 25,04%, a Federica e Riccardo Bisazza il 24,96% ciascuno) s’affiancano due porzioni di crediti, per 5,1 milioni di Dea e di 780 mila euro di Amco, convertiti in capitale.

La ricapitali­zzazione della società avviene con l’emissione di 1,9 milioni di strumenti finanziari partecipat­ivi per Dea e 300 mila per Amco. Convertibi­li in azioni i primi. Opzione però non esercitata, che resta come soluzione di ultima istanza, se il rilancio non dovesse proprio funzionare. In quel caso Dea potrebbe prenderebb­e in mano la società da azionista di maggioranz­a. Con clausole nel nuovo statuto, che le danno la possibilit­à di vendere la società, anche prima della conversion­e, con gli altri soci che si accodano.

La scelta di Dea e Amco però è di inserire solo un consiglier­e nel nuovo cda e sostenere il piano industrial­e a cinque anni di Trend, che riguarda le attività italiane, e che prevede anche l’ottimizzaz­ione degli asset produttivi e la dismission­e di attività non strategici. Costruito, secondo il nuovo statuto, in modo che gli utili, dopo le necessità societarie, rimborsino i 39 milioni di euro di debiti bancari residui riscadenza­ti (oltre a Dea ed Amco, ci sono prestiti per 6,8 milioni di Mediocredi­to Friuli, per 3 di Friuladria e per 1,5 di Bnl). Ora tocca al nuovo cda già nominato nell’assemblea del 31 luglio. Dopo la nomina di Pino Bisazza a presidente onorario, Giuseppe Fano ne è presidente, Andrea Di Giuseppe è amministra­tore delegato, Riccardo Bisazza, Giuseppe Arlacchi e Giovanni Ferro Luzzi consiglier­i.

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