Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Botte alla moglie, Maniero in cella

Brescia, l’ex boss della Mala del Brenta torna in carcere. La donna: «Anni di soprusi»

- Rodella

VENEZIA Felice Maniero, l’ex boss della Mala del Brenta, è stato arrestato a Brescia con l’accusa di maltrattam­enti sulla compagna. La donna, finirita al Pronto Soccoso per una cefalea, è crollata e ha confessato ai medici: «Da anni sopporto una situazione ormai insostenib­ile con mio marito, non ce la faccio più a reggere. Mi maltratta e alza le mani». Maltrattam­enti che, stando al suo racconto, sarebbero iniziati nell’ottobre del 2016, per poi continuare.

BRESCIA Molto dimagrita, evidenteme­nte provata, debilitata. E fragile.

È la «storica» compagna di Felice Maniero - l’ex boss di Campolongo Maggiore che negli anni Novanta guidava la mafia del Brenta - e con lui viveva da anni in una villetta alla periferia di Brescia. La 47enne, si è presentata al pronto soccorso di un ospedale bresciano il 21 maggio scorso per una forte cefalea. Ma durante tutti gli accertamen­ti sanitari del caso, dentro di lei è scattato qualcosa che ha cambiato tutto. Improvvisa­mente non è riuscita a trattenere le lacrime, e ha ceduto sotto il peso di un crollo emotivo evidenteme­nte più forte di lei, perché «da anni sopporto una situazione ormai insostenib­ile con mio marito, non ce la faccio più a reggere. Mi maltratta e alza le mani» ha detto ai medici e al personale sanitario confessand­o anni di violenze, fisiche e psicologic­he.

Maltrattam­enti che, stando al racconto della presunta vittima, sarebbero iniziati nell’ottobre del 2016, salvo poi continuare in maniera costante. Fino a quando, il 30 luglio, non ha preso una decisione tanto improvvisa quanto drastica: ha fatto le valige e si è chiusa dietro le spalle la porta di quella casa che ormai non sentiva le appartenes­se più, per rifugiarsi in una comunità protetta. Non vedendola rientrare, l’ex capo indiscusso della Mala sarebbe stato a un passo dallo sporgere denuncia di scomparsa, salvo poi contattare le cognate alla ricerca di notizie sulla compagna: «Sta bene, adesso è al sicuro. Se n’è andata perché non ne poteva più». La segnalazio­ne alle forze dell’ordine è partita d’ufficio, come sempre in questi casi.

Quando venerdì la polizia ha bussato alla porta della sua villetta, «Faccia d’Angelo» è scoppiato in un pianto che non ha saputo controllar­e. È stato arrestato per maltrattam­enti e lesioni nei confronti della compagna, su ordinanza di custodia cautelare – nella quale compare il nuovo nome, attribuito­gli dal 2010, quando fu scarcerato - firmata dal gip di Brescia Luca Tringali e chiesta dal pm Lorena Ghibaudo. Una decina di pagine, che raccontano di tre anni di soprusi reiterati. Un arrestato scattato peraltro selo) condo le recenti procedure del Codice Rosso in materia di soggetti deboli. All’origine dei continui contrasti ci sarebbero questioni di natura economica e difficoltà finanziari­e: da circa sette mesi Maniero non pagava l’affitto, rischiando lo sfratto. E se dopo il fallimento della sua azienda lui ha continuato a lavorare (o quantomeno a cercare di farcome consulente, sempre in materia di depurazion­e acque, è a Marta che aveva affidato la contabilit­à, delegandol­e gli adempiment­i fiscali come pagamenti e commission­i. «Alla mia compagna ho sempre permesso di vivere nel lusso» ha detto Maniero al suo legale, l’avvocato Luca Broli, ieri mattina in carcere, definendos­i «deluso» dal comportame­nto della moglie e negando categorica­mente di averla mai picchiata (salvo poi ammettere che qualche schiaffo ci sarebbe stato).

Nell’ordinanza, il giudice per le indagini preliminar­i contesta una decina di episodi per i maltrattam­enti fisici e psicologic­i, poi gli insulti e le minacce: «Perché a seguito di un litigio schiaffegg­iava ripetutame­nte

"La vittima ai medici Da anni sopporto una situazione ormai insostenib­ile: mio marito mi maltratta e alza le mani

"Minacce e insulti Ti butto tutti i vestiti regalati, non sei in grado di fare nulla, sei un’incapace

la moglie», si legge in più passaggi. Per esempio: «Se non torni a casa con i pagamenti ti brucio tutte le borse», «Ti butto tutti i vestiti regalati», poi le parolacce, riferite sia a lei che alla sua famiglia. «Non sei in grado di fare nulla, sei un’incapace», l’avrebbe denigrata e umiliata al punto da farla crollare.

Dagli inquirenti la donna è stata sentita nei giorni scorsi. E ha confermato le accuse. Anche la figlia (legatissim­a al padre) è stata convocata: le è stato chiesto se avesse mai assistito alle liti violente tra i genitori. «Mi frapponevo tra di loro durante le discussion­i, è capitato alzassero la voce e si accapiglia­ssero. Mamma si è sfogata anche con me, ma mai ho visto lividi, sangue o armi».

 ??  ?? L’arresto e il processo Qui sopra Felice Maniero, sorridente davanti ai fotografi, subito dopo l’arresto nel settembre 1994. Sotto, l’ex boss della «Mala del Brenta» durante un processo a Mestre: collaboran­do con la giustizia ha incastrato molti delinquent­i
L’arresto e il processo Qui sopra Felice Maniero, sorridente davanti ai fotografi, subito dopo l’arresto nel settembre 1994. Sotto, l’ex boss della «Mala del Brenta» durante un processo a Mestre: collaboran­do con la giustizia ha incastrato molti delinquent­i
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