Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’Ater cerca condomini da comprare
Bando per trasformarli in alloggi pubblici. Speranzon: oggi solo 250 case libere
VENEZIA Ater cerca condomini, a Venezia e Mestre per farne case da assegnare a chi chiede un alloggio pubblico. «Ci sono 3.500 richieste nel capoluogo ma noi abbiamo pronte solo 250 case; un altro centinaio ne ha il Comune — dice il presidente Speranzon — Se anche ci mettiamo i 5 milioni di gara in corso per ristrutturare altri 114 alloggi in provincia e altri 20 in ristrutturazione a Marghera, non arriviamo alla cifra». Giovedì il consiglio straordinario sulla casa.
VENEZIA Cercasi condomini, blocchetti terra-cielo in vendita a Venezia e Mestre per farne case da assegnare a chi chiede un alloggio pubblico. «Ci sono 3.500 richieste nel capoluogo ma noi abbiamo pronte solo 250 case; un altro centinaio ne ha il Comune – enumera il presidente dell’Ater Raffaele Speranzon - Se anche ci mettiamo i 5 milioni di gara in corso per ristrutturare altri 114 alloggi in provincia (dei quali 50 nel capoluogo) e altri 20 in riattazione a Marghera, non arriviamo alla cifra. Neanche se rendessero disponibili tutti insieme i 600 sfitti da mettere in sicurezza, ci arriveremmo. Di qui l’idea di un bando per comprare edifici già realizzati ma invenduti». Il dato di 3.500 richieste fa riferimento ai cittadini che hanno risposto al bando di edilizia residenziale pubblica del Comune, quelli che insomma vorrebbero una casa a canone calmierato rispetto al libero mercato ma che non sono finiti in graduatoria. Altri diecimila tra veneziani e mestrini sono già inquilini pubblici, quasi il 4% della popolazione. Ma il mercato privato è quello che è. Per questo Ater lancia l’idea del bando per comprare appartamenti invenduti ultimati o da completare. Sarà emanato a breve e prevede alcune condizioni: niente appartamenti singoli invenduti, solo edifici interi con minimo sei appartamenti ubicati del capoluogo, non di lusso, liberi da ipoteche e gravami, in norma con superfici e autorizzazioni, non occupati, con impianti a norma, garanzia sui lavori e i materiali impiegati, antisismici, con certificazione energetica e antisismica, senza barriere architettoniche e con i servizi allacciati. «Ok, sembra troppo ma queste sono le caratteristiche che devono avere gli alloggi pubblici per poter essere assegnati – dice il presidente - E questo spiega come mai sia così complesso rimettere a norma i 600 sfitti, molti dei quali richiederebbero interventi da 70mila euro. Vorremmo assegnare quanti più appartamenti possibili il prossimo anno». Via Sansovino e Marghera sembrano i quartieri con maggiore disponibilità. Gli edifici potranno essere acquisiti con un prestito da richiedere a Cassa Depositi e Prestiti quando sarà chiara l’entità dei palazzi costruiti e invenduti dal Lido a Favaro, dalla Giudecca a Zelarino. «Non esiste un censimento sul costruito invenduto e questo bando svolgerà una funzione essenziale di mappatura – riflette il presidente dei costruttori di Ance Venezia Giovanni Salmistrari – Purtroppo molte operazioni immobiliari bloccate sono figlie della crisi del 2007/2008 ed evidentemente sono all’asta o sottoposte a procedimenti fallimentari, e quindi non libere da vincoli come richiede il bando». Il grosso del patrimonio è negli appartamenti singoli o nelle villette bi-tri o quadrifamiliari, escluse dal bando: permetterebbero una distribuzione sociale meno connotata rispetto a quella dei condomini interamente popolari ma comporterebbero una complicazione per la gestione tra centinaia di assemblee di condominio. «L’idea di Ater è intelligente dice Salmistrari - Se potessi dare un consiglio, direi di andare alle aste: ci sono almeno una decina di palazzine tra Venezia e Mestre all’incanto cui mancano certificazioni e finiture che potrebbero essere comperate, completate e assegnate». Il tema case popolari al momento è però quello degli affitti aumentati dalla Regione e del rischio di decadenza per migliaia di famiglie. Giovedì il consiglio comunale a tema chiesto da tutte le opposizioni farà il punto. «Ribadiremo la nostra richiesta di aumento della soglia Isee a 30mila euro, della franchigia per gli anziani e il ricalcolo dei canoni eccessivamente aumentati», riassume l’assessore fucsia alla Coesione Sociale Simone Venturini.