Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Occhiali, giovani introvabili: ora esiti di distretto»
Esuberi e assunzioni intorno a Dior, Donazzan insiste: «Partiamo dagli Stati generali»
VENEZIA Di certo non potrà trattarsi di un tavolo diretto tra Safilo e Thelios. Ma gli Stati generali dell’occhialeria, che l’assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan, organizzerà entro la prima metà di novembre, dovranno trovare soluzioni di distretto per gestire l’occupazione intorno all’occhialeria nel Bellunese, a partire dai contraccolpi indotti dal passaggio delle lavorazioni da un’azienda ad un’altra. «Anche perché dubito che si possano trovare giovani in numero sufficiente per coprire le nuove esigenze», sostiene Donazzan, che sollecita una soluzione condivisa tra tutti gli attori del sistema.
VENEZIA Gli Stati generali dell’occhialeria, ora previsti per la prima metà di novembre, non saranno un tavolo di confronto fra Thelios e Safilo. Ma «l’occasione per ragionare tutti di qualcosa di più complesso, di mercato del lavoro altamente specializzato, utile a tutti i produttori, in una provincia in cui ci sono più posti di lavoro che persone sufficienti ad occuparli». Elena Donazzan, assessore regionale veneto al Lavoro, torna sulla proposta lanciata alcune settimane fa e innescata dalla catena di riflessioni sullo scenario che si aprirà nel Bellunese quando sarà avvenuto l’epocale passaggio della produzione delle montature Dior dalla casa padovana alla joint venture italo-francese. Insegne che a Longarone sono a poche decine di metri nella stessa area industriale e che in questo momento rappresentano il profondo cambiamento in atto nel comparto.
Sàfilo a Longarone ha 930 dipendenti, 700 dei quali, almeno, impegnati a produrre Dior, una licenza che vale il 13% del fatturato del gruppo. Lvmh, socia al 51% di Thelios, è proprietaria del marchio e dalla fine del prossimo anno si riporterà in casa la fabbricazione. Anche le mani che resteranno disoccupate in Sàfilo? Sono quasi tutte femminili, da 23 curano il 60% delle 200 fasi di produzione richieste da un occhiale Dior, hanno un’età media di 47 anni. Thelios, in piena fase di startup (il bilancio 2018 si è chiuso con 35 milioni di ricavi e 15 di perdite), che sta triplicando lo stabilimento per esser pronto a produrre Dior dal 2021, rivendica il diritto e la capacità di assumere giovani di 25 anni con i quali vuole da subito popolare le linee.
«Se riesce a trovarli sarei ben felice che questo potesse avvenire – è l’osservazione di Donazzan – ma ho i miei dubbi. In tutta l’area mancano giovani iscritti agli Itis in numero sufficiente ad assecondare le domande di lavoro per i prossimi cinque anni. In ogni caso nessuno deve sentirsi caricato in prima persona del flusso di esuberi che da Safilo sarà generato. Gli Stati generali devono aggregare tutte le parti, dal sindacato alla politica, dalla formazione alle associazioni di categoria, Confindustria e Anfao incluse. Sono fiduciosa: l’allineamento dei pianeti è qualcosa che potremmo ottenere».
Da mettere in fila sulle prospettive lunghe, comunque, gli scenari sono molti, toccano il Made in Italy e le bandiere delle proprietà. Sul fatto che la convocazione degli Stati generali dell’occhialeria sia il primo evento per dare il «la» ad una serie di ragionamenti successivi, via via più puntuali ed operativi, converge anche Angelo Trocchia, amministratore delegato di Sàfilo: «Non sarà una riunione a poter risolvere tutto. Penso debba essere un forum dinamico, non una sceneggiata». Certo, tutto inizia con il trauma del passaggio di Dior in altre mani. «I numeri veri li avremo con l’integrazione al piano industriale, a metà dicembre – prosegue l’ad – ma ci sono già alcuni scenari sui quali possiamo iniziare a ragionare. Nella valle esistono operatori che stanno investendo in capacità produttiva, servirà pure gente capace a far funzionare gli impianti. Gli strumenti che si possono ipotizzare per gestire il momento sono numerosi, non voglio trasformare la questione in una partita a tennis, di botte e risposte, fra noi e Thelios».
Il sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, parla dei prossimi anni come di un tempo in cui dover accettare sfide profonde. «Quello che ha fatto Thelios, realizzando due stabilimenti di quel genere in tre anni, è senza dubbio straordinario e segna il radicamento convinto di grossi protagonisti mondiali. Ragionare in termini di difesa del Made in Italy rimane chiave fondamentale che garantisce occupazione e qualità del settore dell’occhialeria. Ma non esiste solo l’occhialeria – conclude – e, con i sindacati e le altre parti, dovremmo pensare a vie di conversione per chi dovesse rimanere escluso».
"Trocchia Non basterà un incontro a risolvere tutto. Ma iniziamo a discutere
"Non voglio partite a tennis con Thelios. Ma le soluzioni per questa fase ci sono