Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cacciatore scivola e si spara in faccia per errore
Arzignano, morto l’ottantenne che camminava col colpo in canna. Corsa all’ospedale inutile
ARZIGNANO (VICENZA) Scivola con il fucile carico in mano, parte un colpo che gli sfigura il viso e muore nel giro di poche ore all’ospedale. Terribile incidente ieri mattina in una zona boschiva di Arzignano, in località Castello: vittima un cacciatore di ottant’anni, Tullio Tonin, operaio in pensione. pensione residente in quartiere Mantovano. La corsa contro il tempo dei paramedici del Suem 118 che attorno alle 11 hanno fatto alzare in volo l’elisoccorso e il trasferimento d’urgenza all’ospedale San Bortolo di Vicenza non sono bastati: le condizioni dell’anziano erano gravissime, è morto nel primo pomeriggio, per la disperazione dei familiari e dell’amico che l’aveva trovato riverso a terra.
Stando agli accertamenti dei carabinieri, si è trattato di un incidente: escluse responsabilità di terzi. Il colpo è compatibile con la dinamica ipotizzata. Tanto che il pubblico ministero Giovanni Parolin, una volta ottenuta la relazione dei militari, potrebbe dare il nullaosta per la sepoltura a stretto giro. Secondo quanto ricostruito, Tonin aveva raggiunto il capanno dell’amico in località Castello verso le 8. Da quando era in pensione la caccia, grande passione, era uno dei suoi passatempi. L’amico gli aveva messo a disposizione il suo capanno. «Chiamami verso le 10, quando hai finito, che ti vengo a prendere», gli avrebbe detto il conoscente, 55 anni, salutandolo e avviandosi verso casa, che dista a poche centinaia di metri. Ma quella telefonata non è mai arrivata. E nemmeno l’80enne ha risposto quando il suo telefonino ha iniziato a squillare. L’amico, preoccupato per quel prolungato silenzio, è tornato al casolare e ha trovato Tonin fuori, a terra, sfigurato, in condizioni disperate. A quanto appurato una fucilata lo aveva raggiunto in pieno volto.
Il cacciatore, uscito dal capanno, affrontando il terreno sconnesso sarebbe inciampato o avrebbe messo un piede in fallo. Abbastanza per perdere l’equilibrio e franare a terra. In mano il fucile carico (regolarmente denunciato), con il colpo in canna. Il resto lo hanno fatto una serie di coincidenze sfortunate. Evidentemente la mano dell’uomo ha premuto sul grilletto proprio nel momento in cui il fucile si trovava in corrispondenza del mento ed è così esploso un colpo. Che non ha dato chance di sopravvivenza all’80enne in quella che doveva essere solo una mattinata all’aria aperta, praticando la caccia che tanto gli piaceva.
Alla fine il destino ha voluto che la preda diventasse lui. Se solo la canna fosse stata sposata di pochi centimetri il pensionato avrebbe potuto salvarsi. Ma così non è stato.