Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lascia Sanna dopo 59 arresti Una vita in prima linea

- E. Bir.

Sono stati 59 gli arresti, 900 le denunce, quasi 40 mila persone identifica­te.

Sono solo alcuni dei numeri della polizia ferroviari­a di Mestre degli ultimi tre anni durante i quali la sezione è stata guidata dal sostituto commissari­o Giorgio Sanna (in pensione da novembre). «E’ stata un’esperienza bellissima — dice —. Abbiamo ottenuto risultati importanti, devo ringraziar­e anche la mia famiglia che in tutta la mia storia profession­ale mi è stata vicino». Sanna ha iniziato la sua carriera alla polstrada di Modena, dove è rimasto per otto anni. Dopo due anni alla polizia giudiziari­a della Procura, è stato trasferito alla squadra mobile. «Volevo essere più operativo – racconta —. Ci sono rimasto fino al 1996. Ricordo nel ’94 la gestione della rapina alla pinacoteca di Modena per opera della banda di Maniero. All’epoca sono stato promosso per meriti straordina­ri». Sanna si è poi trasferito alla mobile di Sassari e successiva­mente è «entrato» nella polfer. «Un mondo nuovo, ma tutto è andato oltre alle aspettativ­e», dice. Quando era aggregato a Roma per il giubileo, nel 2016, gli è stato proposto di trasferirs­i a Mestre. In questi tre anni, il sequestro di oltre 40 chili di droga, la riduzione del fenomeno dei portabagag­li abusivi con il daspo urbano, tre vite salvate di persone colte da infarto in stazione e il soccorso a una ragazza investita da un treno. L’impatto le aveva amputato un braccio e tre poliziotti si erano infilati sotto il treno per fermare l’emorragia, riuscendo a salvarla. Un centinaio di minorenni scomparsi sono stati riconsegna­ti alle famiglie.

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