Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Terremoto in mezzo all’Adriatico nessun allarme
La terra trema, ma nessuno la sente. Eppure ieri, al largo di Chioggia, la scossa c’è stata ed era pure piuttosto consistente: 3.3 gradi di magnitudo sulla scala Richter. Siamo molto lontani dagli eventi sismici che hanno sconvolto l’Italia anche negli ultimi anni, ma comunque ad un passo dalla soglia dei 3.5, spesso considerata il punto oltre cui le scosse si fanno pericolo; parlando di misure equivalenti, 3.5 è il grado a cui viene associata la devastante esplosione dello stabilimento Pepcon, nel Nevada, che nel 1988 venne polverizzato da un guasto, causando due morti, quasi 400 feriti e oltre cento milioni di dollari di danni. Questa volta però il mare ha fatto da cuscinetto e, a Chioggia, non c’è stato alcun allarme: nè i vigili del fuoco, né gli uffici del sindaco hanno ricevuto segnalazioni di danni a cose o di allarmi da parte dei cittadini.
Questo nonostante la scossa sia avvenuta alle 12.28, quindi a metà giornata (e in orario di stoviglie in tavola). Secondo l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma, che ha registrato l’evento e ne ha dato notizia, l’epicentro esatto era al largo di Chioggia, verso Rosolina, per l’esattezza a latitudine 45.18 e longitudine 12.55 quindi a circa dieci chilometri dal centro abitato - e a otto chilometri di profondità. L’episodio è il terzo consumatosi in Italia nella giornata di ieri, che ha visto scosse a Camaiore e Cosenza, tanto da spingere gli esperti a parlare di «sciame sismico». Un vasto riassestamento delle placche tettoniche, insomma.