Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Asco Holding, rinvio per la norma che evita l’Opa
TREVISO (g.f.) L’assemblea di Asco Holding approva il bilancio 2018 non votato a luglio, dà il via libera al dividendo ritardatario – già versato ai soci e superiore all’esercizio precedente – ma non risponde alla questione posta dal Consiglio di Stato con la sentenza di gennaio. La variazione di statuto ipotizzata ha bisogno di ulteriori approfondimenti e 26 dei 62 sindaci soci presenti ieri a Pieve di Soligo, detentori di oltre il 54% delle azioni, hanno chiesto più tempo per andare nei consigli comunali. Perciò una nuova assemblea della holding che controlla la quotata del gas Ascopiave sarà convocata entro una ventina di giorni. Di cosa si tratta? Per far fronte alle disposizioni della legge Madia in materia di partecipazioni societarie degli enti pubblici (i soci di Asco
Holding sono in sostanza
Comuni) già nel luglio del 2018 venne approvato un cambio statutario dal quale una parte consistente di soci prese le distanze esercitando il diritto di recesso. Il Consiglio di Stato, a gennaio, eccepì nella holding la mancanza di un controllo pubblico, data la frammentazione delle partecipazioni; i vertici immaginarono la costituzione di una assemblea speciale, solo dei soci pubblici, per coordinare le scelte strategiche. Con la funzione di un patto di sindacato senza però esserlo e senza, dunque, portare con sé il rischio di affrontare un’Opa obbligatoria su Ascopiave dovuta al cambio di controllo. Che oltre al divieto posto dalla Madia di acquistare azioni pone comunque un vincolo economico insormontabile.
Ma l’«assemblea speciale» metterà davvero i municipi azionisti al riparo da tale pericolo? Ecco il tema su cui i sindaci che ieri hanno chiesto più tempo intendono fare chiarezza.