Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sanità, il Veneto al top per le cure ai cittadini
VENEZIA La Sanità veneta riconquista il primo posto per l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni garantite al cittadino dal sistema pubblico. «Con l’autonomia potremmo fare meglio ancora», dice il governatore Luca Zaia.
VENEZIA La Sanità veneta riconquista il primo posto per l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (le prestazioni garantite ai cittadini dietro pagamento del ticket), già detenuto nel 2016 e ceduto per soli tre punti (218 a 221) al Piemonte nel 2017. La «griglia Lea» 2018 elaborata dal ministero della Salute in base a indicatori raccolti nelle categorie Ospedale, Distretto e Prevenzione e contraddistinti da relativi punteggi, vede il Veneto svettare con 222 punti sul massimo raggiungibile di 225.
Seguono Toscana ed Emilia (220 punti), Piemonte (218) e Lombardia (215). E poi Liguria, Umbria, Abruzzo, Marche, Basilicata, Puglia, Molise, Lazio, Campania, Sicilia e infine Calabria che, con 146 punti, è l’unica sotto il minimo accettabile di 160. I dati saranno ricontrollati perché almeno una Regione ha chiesto un riconteggio, in più al momento sono escluse le realtà a statuto speciale. Per l’elaborazione della classifica, il «Comitato Lea» monitora l’erogazione delle prestazioni in condizioni di appropriatezza e di efficienza nell’utilizzo delle risorse, anche per garantire l’uniformità delle cure sul territorio.
Per esempio vengono valutati l’operazione per la frattura del femore entro le 48 ore, il numero di accertamenti inappropriati, l’adesione agli screening oncologici, i tempi di intervento del Suem 118, il tasso di risonanze magnetiche rispetto alla popolazione e così via. «I numeri sono incontrovertibili — nota il governatore Luca Zaia — la sanità veneta resta al primo posto per l’applicazione dei Lea. I dati ufficiali testimoniano quanto ripeto da anni: anche senza l’autonomia e a parità di fondi assegnati dallo Stato, esistono già due Italie. Una gestita con virtuosità e una piena di sprechi e cattivi servizi. Chi sostiene quindi che l’autonomia creerebbe un’Italia di serie A e una di serie B, dice una bugia facilmente smentibile». Il presidente torna dunque alla carica: «La classifica 2018 conferma la validità delle misure di riorganizzazione, omogeneizzazione dei servizi e buon governo adottate in Veneto, nonostante le difficoltà create dalle rigidità delle leggi nazionali e i trasferimenti contingentati. La nostra sanità funziona grazie a operatori e amministratori che garantiscono il massimo impegno e allora perché non concederci di organizzarci ancora meglio, riconoscendoci maggiore autonomia?».
E a proposito di progresso, continua l’avvicinamento al Fascicolo sanitario elettronico, che raccoglierà l’anamnesi, gli esami, le visite, la cartella clinica di ogni veneto. Tutto ciò attraverso un Sistema informativo centralizzato: il primo passo, comunica Azienda Zero, è l’aggiudicazione della gara «Procedura aperta telematica». Prevede l’acquisizione, per cinque anni con facoltà di rinnovo di due anni e proroga di ulteriori 180 giorni, del Sistema informativo ospedaliero della Regione. L’aggiudicazione è suddivisa in 5 lotti territoriali, per l’importo complessivo di 122,5 milioni, tra le Usl Dolomiti e Marca Trevigiana (lotto A); Serenissima, Veneto Orientale e Polesana (lotto B); Euganea, Azienda ospedaliera di Padova e Iov (lotto C); Usl Pedemontana e Berica (lotto D); Scaligera e Azienda ospedaliero-universitaria di Verona (lotto E).
«Si tratta di un Sistema informativo sociosanitario standard, uniforme, evoluto, che permette una gestione ottimale dei dati, evitando duplicazioni — precisa Azienda Zero, che aveva lanciato il bando nel maggio 2018 —. E’ un salto di qualità, si potrà disporre in tempo reale di tutte le informazioni cliniche e sanitarie del paziente, in regime di emergenza-urgenza, ambulatoriale oppure ospedaliera, dematerializzando i documenti prodotti».