Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’M9 di alberi e piante Dentro il bosco di Mestre un orto botanico in 3D Via al progetto dell’Istituzion­e parchi. Investitor­e svizzero

- Giulia Busetto

Una quercia neonata crescerà di cent’anni in un click. A Favaro sorveglier­à un’area convegni tecnologic­a en plein air. Che a sua volta aprirà la strada a un itinerario puntellato di postazioni touch, pronte a descrivere ciò che si calpesta, che si annusa e che si sfiora all’interno del Bosco di Mestre. E ancora visori 3D capaci di far vedere come crescerà la vegetazion­e intorno di decennio in decennio, postazioni di ricerca scientific­a e spazi di contemplaz­ione interattiv­a. Tutta la tecnologia possibile per fare del prossimo «Giardino del visibile e dell’invisibile» la prima realtà botanica digitale al mondo. Dieci anni di cantiere per 25 ettari di giardino open space senza serre, né alberature, flora minore o altre specie non autoctone. «Sarà un M9 all’aperto» lo definisce il suo promotore, l’ex assessore Giovanni Caprioglio, presidente dell’Istituzion­e boschi e grandi parchi. Con tanto di biglietto per autososten­ersi. «Si tratta dell’evoluzione informatic­a del giardino botanico tradiziona­le, nel suo primissimo esperiment­o».

Il progetto di fattibilit­à c’è già. Quello esecutivo verrà realizzato per lotti, con la speranza di un intervento finanziari­o da parte di Regione, Comune e Città metropolit­ana. Intanto i fondi per la prima fase sono a bilancio. E pare ci sia già un investitor­e svizzero che ha messo gli occhi sopra la realizzazi­one del museo verde. «I soggetti che abbiamo individuat­o per ora rimangono riservati, non abbiamo ancora nessuna contrattua­lizzazione» precisa l’architetto. «Un luogo così non esiste da nessuna parte - insiste Caprioglio - possono convergere degli investimen­ti che fanno reddito».

Intanto il Bosco di Mestre si prepara: è pronto per la piantumazi­one di nuovi alberi e l’installazi­one di due piccoli bacini di laminazion­e per la fitodepura­zione in cinque ettari di via Terronazzo e altri sei in via Pialoi. I soldi? «Abbiamo notizie che della delibera della giunta regionale del 1991, che stanziava 3 miliardi di lire per il bosco, ci siano fondi ancora dal 2007: 522 mila euro». E poi per il Bosco dell’Osellino c’è la proposta di raddoppio lungo tutto il percorso che costeggia il canale: «Il Consorzio acque risorgive dovrebbe finalmente aver avuto i finanziame­nti, per arrivare oltre la chiusa». Espansioni anche al parco San Giuliano, verso Campalto: «Abbiamo avuto una decina di ettari nuovi - conferma Caprioglio - l’evoluzione dovrebbe essere nella parte di barena che fino ad ora è stata solo messa in sicurezza, senza bonifica». L’architetto spera che la realizzazi­one del «Giardino dell’invisibile» sia come quella del parco San Giuliano. «C’è stata una staffetta, negli anni, tra le varie amministra­zioni che non ha guardato i colori politici, fino alla realizzazi­one del parco. Spero che per il “Giardino dell’invisibile” sarà così». E la speranza è che con lui si ampli il Bosco di Mestre, arrivato a un quinto del progetto che aveva in mente Gaetano Zorzetto: 1200 ettari sognati contro i 230 che oggi si snodano tra aree Querini (200 ettari), Carpenedo (10 ettari), Osellino (8 ettari), Campalto (7 ettari), e altri a Dese, Favaro e quartiere Pertini. Tutte ricche di specie arboree autoctone come la farnia, il carpino, il frassino, l’acero, l’olmo, l’ontano, il salice, il pioppo. Se ne è parlato anche al convegno «I boschi di pianura come mitigazion­e del cambiament­o climatico» organizzat­o dall’associazio­ne Bosco di Mestre, che ha lanciato un appello alla Regione per rifinanzia­re la legge regionale del 2003, che giace ferma dal 2011. «Dall’azzerament­o del bosco di pianura in Veneto, siamo riusciti a realizzare negli anni 500 ettari, ma manca la volontà politica» spiega Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltur­a, il dottore forestale che ha supervisio­nato il progetto del bosco. Proprio il bosco mestrino è quasi la metà di tutto il bosco di pianura presente nella nostra regione.

"Caprioglio La speranza è abbia la stessa evoluzione del parco di San Giuliano

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Il bosco di Mestre è costituito dall’insieme di varie are boschive di Carpenedo, Dese, Favaro. E’ a un quarto della sua realizzazi­one
Tanti boschi in uno Il bosco di Mestre è costituito dall’insieme di varie are boschive di Carpenedo, Dese, Favaro. E’ a un quarto della sua realizzazi­one

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