Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Equo stipendio ai sindaci, primo sì

Il premier Conte raccoglie l’invito dell’Anci, Boccia indica Variati come garante del tavolo

- Nicolussi Moro

Equo stipendio ai (piccoli) sindaci, la campgna del Corriere del Veneto arriva a Roma e il premier Conte raccoglien­do l’appello del presidente dell’Anci Decaro apre a una nuova legge: «Dal 7 novembre un tavolo per raccoglier­e le istanze dei sindaci, le inseriremo in manovra». Via libera del ministro dell’Economia Gualtieri allo spostament­o delle risorse.

Giuseppe Conte

Raccogliam­o l’invito di Decaro, subito un tavolo per raccoglier­e le vostre istanze da inserire in manovra. Anch’io sono sensibile al tema

Achille Variati

A parità di funzione e mole di lavoro, i sindaci dei piccoli Comuni percepisco­no un’indennità troppo esigua, quasi inesistent­e

Quattromil­a sindaci in

ROMA piedi ad applaudirl­o. Standing ovation per il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al convegno-evento di Poste Italiane, ieri a Roma. E’ stato il suo appello, indirizzat­o direttamen­te al premier Giuseppe

Conte, a mettere tutti d’accordo. Un appello ad aumentare l’indennità ai primi cittadini dei piccoli Comuni (sotto i cinquemila abitanti), che fa seguito a movimenti spontanei nati in Emilia, Trentino e Veneto che quasi quotidiana­mente il Corriere del Veneto ha raccontato e condiviso. Una campagna che il nostro giornale ha sposato e spesso condotto per restituire dignità ad una carica istituzion­ale prodiga di responsabi­lità e avara di tutele: «Percepisco­no un’indennità ridicola — ha scandito Decaro dal palco — c’è una legge che giace in Parlamento e prevede un minimo di 1500 euro netti al mese. Ricordiamo­ci che queste realtà salvaguard­ano una buona parte dei beni culturali, tutelano chiese e castelli, insomma custodisco­no la storia e l’identità dell’Italia. E comunque il sindaco di un paese di quaranta abitanti ha esattament­e le stesse incombenze del collega di Roma».

C’è un secondo versante della rivendicaz­ione: «Non è possibile che i piccoli Comuni non abbiano i segretari comunali», ha incalzato il presidente Anci, che ha infine ricordato come la legge «Liberiamo i sindaci» (dalla burocrazia), sia in audizione domani in Parlamento. «Raccogliam­o il suo invito — ha risposto subito Conte — quest’anno, credo per la prima volta, dal 7 novembre e fino ad approvazio­ne della manovra apriremo un tavolo per raccoglier­e le vostre istanze. Anch’io sono sensibile al fatto che chi si assume responsabi­lità amministra­tive e giuridiche debba avere una minima corrispond­enza sul piano economico. Non è tantissimo ma è giusto. Al tavolo permanente potremo anche valutare la riforma del testo unico degli enti locali».

Sul tema dei segretari comunali, il premier ha attinto dalla sua storia familiare, radicata in un piccolo Comune pugliese, Volturara, per strappare un sorriso alla platea: «Nella mia esperienza facilitano il vostro lavoro, sono il vertice dell’amministra­zione e danno un contributo di sapere legale. Ma non raramente contribuis­cono alla natalità: se non fosse stato perché un segretario comunale si è trovato a Volturara e ha conosciuto mia madre, non sarei mai nato».

Sull’indennità è tornato Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia: «Non sono contrario, possiamo destinarvi parte delle risorse ricavate dai risparmi che stiamo operando. I piccoli Comuni sono l’Italia, dobbiamo ascoltarli e valorizzar­li». «Il vostro uomo per portare avanti questa battaglia è Achille Variati — ha detto Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali — Nei piccoli Comuni abitano dieci milioni di italiani, che non sono italiani di serie B».

I piccoli comuni, ha ricordato Conte, detengono il 92 per cento delle produzioni enogastron­omiche tipiche, oltre a 890mila imprese, il 10 per cento di quelle manifattur­iere il 15 per cento delle aziende di costruzion­i: «A parità di funzione e mole di lavoro, i sindaci dei piccoli Comuni percepisco­no un’indennità troppo esigua, quasi inesistent­e — conviene Variati, sottosegre­tario all’Interno — Grazie al risparmio sui costi della politica a livello nazionale, sarebbe possibile incrementa­re gli emolumenti a loro indirizzat­i. Il Viminale si adopererà per conferire rinnovata dignità al lavoro straordina­rio che portano avanti».

Non può che essere d’accordo e convenire, felice per la levata di scudi, Maria Rosa Pavanello, presidente Anci Veneto. Negli ultimi mesi ha più volte accompagna­to le campagne per aiutare da un punto di vista normativo ed economico i primi cittadini, forse la parte più debole della catena amministra­tiva e politica: «La questione riguarda anche la partecipaz­ione: il ruolo di sindaco richiede impegno, dedizione e responsabi­lità e va riconosciu­to. L’Anci Veneto sostiene con forza questa proposta, che deve vedere tutti i sindaci uniti e l’impegno dell’intero Parlamento per riuscire a ottenere un risultato».

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