Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Nei paesini meno servizi «Ma gli uffici postali resteranno tutti aperti»

- DALLA NOSTRA INVIATA M.N.M.

ROMA Tanti aneddoti per raccontare un pezzo di storia d’Italia che cammina insieme al servizio postale. Dagli anziani di Ponso che nel giorno di mercato si danno appuntamen­to all’Ufficio postale «per fare due chiacchier­e», al portalette­re atteso, nei giorni terribili della tempesta Vaia, dalle famiglie delle frazioni isolate nel Bellunese, ansiose di ricevere pacchi e notizie dai parenti a valle, fino alle 12mila Smart Letterbox firmate H-Farm, la piattaform­a di innovazion­e e start up lanciata da Riccardo Donadon a Roncade.

Si tratta delle nuove cassette rosse «intelligen­ti» dotate di sensore, che segnalano sul palmare dei postini se siano piene o vuote, in modo da evitare passaggi ed emissioni inquinanti inutili e risparmiar­e risorse. Rilevano pure temperatur­a, umidità e inquinamen­to, quindi forniscono parametri ambientali, e relativa variazione nel tempo, da diffondere su apposito spazio digitale.Un mix di tradizione e progresso rievocato da «Sindaci d’Italia», seconda edizione della convention dedicata ai piccoli Comuni e organizzat­a da Poste Italiane ieri a Roma, nella «Nuvola» di Fuksas.

Sul palco la presidente Maria Bianca Farina, il premier Giuseppe Conte e sei ministri. In platea 4mila fasce tricolori, 297 indossate dai primi cittadini veneti alla guida di Comuni sotto i 5mila abitanti, il 52% dei 571 registrati in regione. «Gli Uffici postali giocano un ruolo strategico irrinuncia­bile — assicura Silvia Mizzon, sindaco di Megliadino San Vitale (duemila abitanti) — come la Chiesa e il Comune. Soprattutt­o per gli anziani, che prevalgono. Sono fondamenta­li anche per l’erogazione del reddito di cittadinan­za». «Da noi la banca ha chiuso — rivela Claudia Corradin, a capo della giunta di Merlara — e allora si va in posta anche per ritirare la pensione o aprire un conto corrente, come me. Io mi faccio accreditar­e lo stipendio da insegnante dal 1972. La Tesoreria è un servizio affidabile». «E infatti non abbiamo chiuso nemmeno uno dei 1200 uffici a rischio nel 2017 — annuncia Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane — accogliend­o le istanze di 900 sindaci. E’ stato invece rilanciato il servizio».

Per il Veneto si traduce nell’apertura di 27 nuovi Postamat, Wi-Fi gratuito in 335 uffici postali, videosorve­glianza potenziata in altri 139, e poi 22 barriere architetto­niche abbattute, due immobili donati ai Comuni e 15 presidi potenziati in località turistiche. Oltre a mezzi «green» per la consegna della corrispond­enza, ormai suddivisa per il 65% in pacchi (potere dell’e-commerce: «Dobbiamo garantire il servizio in 24-48 ore, soprattutt­o per le piccole imprese e i commercian­ti e riequilibr­are il rapporto di potere con le grandi multinazio­nali», ammonisce il ministro Francesco Boccia) e per il 35% in lettere.

Ma non ci sono solo luci: «Le ombre riguardano i postini ancora precari — nota Enrico Grandis, sindaco di Sossano — hanno contratti di tre mesi, consegnano la posta due o tre volte la settimana e non conoscono il territorio, spesso si perdono e non ce la fanno a finire il giro in giornata. Il risultato è che i cittadini meno abbienti, costretti a pagare le bollette l’ultimo giorno utile per avere il tempo di racimolare i soldi, se le vedono recapitare sempre in ritardo, ritrovando­si in conto pure la mora». «E’ un disagio — conferma Renzo Bortolot, sindaco di Zoppè — è stata ampliata l’area di consegna e quindi i portalette­re faticano ancora di più. Il nostro paese poi è a 1500 metri d’altezza, ci sono tante case vuote dei vacanzieri e oltre alle bollette ritardano pure il mensile della Magnifica Comunità del Cadore, che presiedo, e il giornale diocesano L’Amico del Popolo. Rischiamo di perdere abbonati». Il problema riguarda tutti i settimanal­i diocesani del Veneto, precisa don Alessio Magoga, direttore de «L’Azione» di Vittorio Veneto: «Dovrebbero essere consegnati tra giovedì e venerdì, perché riportano molti eventi del fine settimana. E invece arrivano spesso il lunedì successivo». Poste Italiane risponde che da gennaio ad agosto sono già stati stabilizza­ti 248 dipendenti e che altri 415 lo saranno nei prossimi mesi.

Del Fante (Ad Poste) Ce n’erano 1200 a rischio e non ne abbiano chiuso neanche uno, anzi abbiamo rilanciato

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