Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Anticipa il parto e salva il bimbo, muore poco dopo senza vederlo
TREVISO Incinta del quinto figlio, una mamma camerunense di 39 anni ha scoperto solo all’ultimo un devastante tumore al seno. Impossibile curarla. Si è così anticipato il parto per salvare il piccolo. La cui mamma è spirata poche ore dopo il cesareo senza riuscire neppure a vederlo.
incinte per poter salvare sia la mamma che il bambino. Non è sopravvissuta al parto.
È morta poco dopo il cesareo una mamma camerunense di 39 anni: ben integrata, residente in un comune della provincia, sposata con un connazionale, madre di un ragazzo, tre bambini in età scolastica e incinta del quinto figlio. Dopo la gioia per la bella notizia, per la famiglia sono iniziate le preoccupazioni: la donna non stava bene, qualcosa non andava. A settembre si è sottoposta agli esami e il 17 ottobre è arrivata la diagnosi più terribile: è stata ricoverata, cinque equipe mediche si sono prese cura di lei e del suo bambino senza mai gettare la spugna, anche se la situazione era decisamente grave. «Un equilibrio sottilissimo - spiega il primario di Ginecologia-Ostetricia Enrico Busato -. Speravamo davvero in una fine diversa, abbiamo fatto il possibile perché potesse portare a termine la gravidanza, o perché almeno potesse vedere il figlioletto. Ci siamo stretti tutti attorno a questa mamma, ha lottato con grande coraggio, e alla sua famiglia cui vanno le nostre più sentite condoglianze».
Il caso si è presentato subito di una complessità estrema. L’esame istologico ha evidenziato lesioni molto aggressive, una «neoplasia triplo negativa»: metastasi epatiche, a livello scheletrico, malattie cutanee. L’unica cosa che si poteva fare per aiutare la donna era consentirle di portare la gravidanza il più avanti possibile, perché il feto potesse maturare, crescere, sviluppare i polmoni. Sabato però le condizioni di salute della mamma sono peggiorate e anche il piccolo era a rischio, era tachicardico, non si poteva più aspettare. La donna è stata trasferita in rianimazione, poco prima delle 22 è stata sottoposta al cesareo per far nascere il bambino: pesava 1 chilo e 400 grammi, ma è più grande dei neonati di sette mesi i medici sono molto ottimisti. Ma la mamma non ce l’ha fatta: «La situazione era già compromessa, non si è mai svegliata».
Tutte le équipe che hanno seguito la mamma (OstetriciaGinecologia, Patologia Neonatale, Breast Unit, Oncologia e Rianimazione) sono state emotivamente coinvolte dalla sua storia: a molti di loro ha ricordato la storia di Glory, la mamma che ha preferito sottoporsi a una chemioterapia soft per poter dare alla luce la sua piccola Greta, che oggi ha 5 mesi, cresce bene e vive con papà Samuele. Anche Glory aveva scoperto il tumore troppo tardi ma era riuscita a gestirlo fino alla nascita della bambina che aveva desiderato per tutta la vita. Ma almeno era riuscita a tenerla tra le braccia.
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Il primario Speravamo davvero in una fine diversa, perlomeno che riuscisse a vedere il suo figlioletto