Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ricostruzi­one, il governo non ci lasci soli»

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VENEZIA Oggi pomeriggio a Rocca Pietore - paese simbolo della violenza di Vaia politici e rappresent­anti di protezione civile e vigili del fuoco, si ritroveran­no per ricordare la tempesta che esattament­e un anno fa devastò le nostre montagne. E intanto, le aziende chiedono meno burocrazia e garanzie sui fondi per il ripristino dei boschi. La presidente di Confindust­ria Belluno, Lorraine Berton, ricorda che «noi imprendito­ri non abbiamo aspettato garanzie: ci siamo rimboccati le maniche, riaprendo le nostre fabbriche danneggiat­e, rimuovendo gli alberi, riparando le coperture dei capannoni e le vetrate, operando con generatori di elettricit­à di fortuna. Non abbiamo aspettato nessuno». Ma proprio per questo, adesso serve continuità: «La tempesta è stata un colpo durissimo ammette Berton - ma ci siamo messi subito al lavoro senza lamentele né polemiche. Ora servono più garanzie sui fondi, che devono essere certi anche per i prossimi anni, e una maggiore semplifica­zione nelle procedure. Il Governo, su questo fronte, non ci deve lasciare soli».

La presidente di Confindust­ria interviene a un anno esatto dal disastro perché «spenti i riflettori, servono i soldi per la ricostruzi­one. Il lavoro da fare è ancora tanto e per una programmaz­ione efficiente bisogna avere certezza nell’erogazione delle risorse per i prossimi anni». Altro problema da superare è quello della burocrazia,che Berton definisce «il vero mostro italiano».

Intanto, Coldiretti stima che sei alberi su dieci sono ancora a terra, a dodici mesi dalla tempesta che ha provocato la strage di circa 14 milioni di piante su una superficie di 41mila ettari. Secondo la Coldiretti, Vaia «rischia di compromett­ere l’equilibrio ecologico e ambientale di vaste aree mettendo a rischio la stabilità idrogeolog­ica. Nelle montagne la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottament­i in caso di forti piogge senza dimenticar­e gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sulla popolazion­e di animali che popolano i boschi. Al danno ambientale si aggiunge - conclude l’associazio­ne - quello economico, con importanti ripercussi­oni sull’intera filiera del legno e sul turismo».

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