Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Mose avrebbe tolto quasi venti centimetri ma non si può alzare

Mancano collaudo, impianti e personale

- Alberto Zorzi

VENEZIA «A partire dalla prossima primavera, di fronte a una giornata del genere, io il Mose sono pronto a chiuderlo», aveva detto proprio nei giorni successivi al «catastrofi­co» 29 ottobre di un anno fa, quando l’acqua alta salì a 156 centimetri alle 14.40 e poi di nuovo a 148 sei ore dopo, tenendo Venezia allagata per un giorno intero. «Anche se il sistema non è ancora “a puntino” e anche se non c’è ancora il gestore, lo possiamo usare aveva aggiunto l’ex provvedito­re alle opere pubbliche Roberto Linetti - Se fosse stato alzato alle 8.47 e tenuto chiuso per 21 ore e mezza, come dimostra la simulazion­e che abbiamo fatto, la città non si sarebbe accorta di nulla». E nelle settimane successive al Consorzio Venezia Nuova, il pool di imprese che sta realizzand­o il Mose, aveva eseguito una simulazion­e ipotizzand­o anche la chiusura della sola bocca di Lido, con le due schiere di Treporti e San Nicolò: a punta della Salute si sarebbero tolti 19 centimetri in occasione del primo picco (137 invece di 156) e 7 nel secondo (141 invece di 148), mentre invece nella più lontana Chioggia gli effetti sarebbero stati quasi trascurabi­li.

Ora, un anno dopo, a che punto siamo? Il Mose si può alzare? Qualcuno nel Consorzio spingerebb­e per farlo: solo in casi eccezional­i, come la marea di un anno fa, e solo per mitigare gli effetti, non ancora per difendere la città.

Anche perché in questo momento non sarebbe nemmeno possibile alzare tutte le paratoie insieme, perché manca il personale (c’è solo una squadra di tecnici che viene spostata in occasione dei test, ne servirebbe­ro quattro) e sono in corso di completame­nto gli impianti. I tecnici però sottolinea­no anche altri problemi radicali. Prima di pensare di farne un uso «reale», il sistema va collaudato nel suo complesso: e questo sembra spegnere definitiva­mente le speranze di chi ne vorrebbe già un uso provvisori­o, anche in una sola bocca, prima del famoso 31 dicembre 2021, indicato come data di consegna dell’opera secondo il cronoprogr­amma. D’altra parte già lo stesso Linetti, sulla base delle simulazion­i del professor Enrico Foti, aveva parlato più volte della possibilit­à di chiudere solo il Lido, in modo da non impattare sull’operativit­à del porto lagunare, dato che le navi entrano da Malamocco. Ma questo sarebbe efficace solo per maree comprese tra i 110 centimetri (cioè la quota oltre la quale, secondo i protocolli attuali, il Mose si dovrebbe alzare) e i 120 e solo nel caso in cui non ci fosse vento di scirocco. Il collaudo arriverà al termine dei vari test in corso, che per ora sono stati eseguiti in condizioni meteo normali. Poi toccherà a quelli in condizioni di maltempo e acqua alta: ma si arriverà alla chiusura dell’intera schiera solo dopo i test per ogni singola bocca.

C’è poi il problema della conca di navigazion­e, sempre alla bocca di Malamocco. In questo momento le due porte di accesso (quella lato mare e quella lato laguna) sono in fase di sistemazio­ne dopo essere state danneggiat­e da una mareggiata e dunque sarebbe come avere una bacinella bucata. I lavori agli impianti stanno procedendo a spron battuto, ma non c’è ancora l’antincendi­o, né i collegamen­ti con la control room.

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