Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’incertezza diminuisce Per i cittadini invece sale
VENEZIA Se un anno fa la perturbazione avesse ritardato solo di qualche ora l’acqua alta record di 156 centimetri avrebbe potuto superare i livelli del 1966. Gli esperti lo sanno bene e con l’incertezza delle previsioni meteomarine hanno imparato a convivere, il tema è ora come comunicarlo ai cittadini. Di questo si è parlato ieri a Palazzo Franchetti nel workshop «Comunicare l’incertezza delle previsioni», organizzato nell’ambito del progetto europeo Interreg iStorms, di cui il Comune è capofila e a cui partecipano Arpav, Protezione Civile, Cnr. «Negli ultimi 40 anni quanto alla previsione dell’acqua alta abbiamo sviluppato una modellistica che ha livelli di precisione difficili da migliorare – spiega il responsabile del Centro Maree Alvise Papa – ora bisogna capire come spiegare alle persone che le previsioni hanno sempre un margine di incertezza. Negli ultimi anni l’errore medio è diminuito, ma la percezione dei cittadini va all’opposto». Sul lato previsionale, per migliorare ancora, Ca’ Farsetti ha stretto accordi con 12 istituti di ricerca, ora il nodo è comunicare. Magari cambiare l’immagine dei grafici trasformando le linee di massima in fasce colorate che contengano un range di valori possibili, inserire le percentuali di attendibilità o pubblicare aggiornamenti più frequenti e dunque più sicuri della previsione. Il Centro maree è partito dalle scuole, da 6 anni organizza giornate di formazione con gli studenti, e di recente si organizzano anche incontri con i cittadini. Ora Ca’ Farsetti deve studiare come modificare i messaggi di allerta per farsi capire al meglio dai residenti. «Una perturbazione che arriva da nord trova le Alpi, magari ritarda e sfasa di 2 o 3 ore il suo arrivo, se cambia fase con la marea astronomica muta la previsione e questo non è facile farlo capire alla gente» dice Luigi Cavalieri ex presidente Isma Cnr.