Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Vaia, nuove difese per paesi e fiumi

Ricostruzi­one, spesi 470 milioni. Zaia aspetta ancora mezzo miliardo: «Servirà alla sicurezza»

- Marco Bonet

VENEZIA «Abbiamo firmato più di mille decreti, aperto 1.746 cantieri e impegnato 468 milioni di euro. È stata dura ma la catastrofe di Vaia ci ha fatto crescere come comunità». Cos’ il governator­e Luca Zaia ieri, alle celebrazio­ni dell’anniversar­io della tempesta Vaia. Erano presenti anche il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borelli e quello dei vigili del fuoco Fabio Dattilo: «Il Veneto è un modello per tutta Italia, sia nella gestione dell’emergenza che nella ricostruzi­one» hanno detto. E già si guarda al futuro: mentre proseguono le operazione di risarcimen­to, si attendono dallo Stato i soldi per la messa in sicurezza dei fiumi, delle frane e delle slavine.

In un anno molto è

VENEZIA stato fatto ed è stato fatto in fretta. Lo ha riconosciu­to anche il capo della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli: «Il Veneto ha dato ottima prova di sé, nell’emergenza prima e nella ricostruzi­one poi. È un modello per tutta l’Italia per come ha saputo rialzarsi dopo l’Apocalisse, la tempesta più grave mai accaduta in Italia dopo l’alluvione del 1966».

Borrelli è arrivato a Venezia ieri, in occasione dell’anniversar­io di Vaia, insieme al capo nazionale dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo e ai sindaci delle zone colpite, dal Bellunese all’Altopiano di Asiago, accolti a Palazzo Balbi dal governator­e Luca Zaia e dalla squadra che con lui ha affrontato la catastrofe, dal direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua ai direttori di Avepa Fabrizio Stella e Veneto Strade Silvano Vernizzi. Una celebrazio­ne innervata d’orgoglio veneto, introdotta da tre video «emozionali» e da una sequenza di slide che ben hanno testimonia­to come la Pubblica amministra­zione sappia essere efficiente ed efficace, oltre lo stereotipo del «burosauro» che spesso le viene affibbiato.

Cosa è stato fatto

«Questa storia ci ha fatto crescere tutti, come comunità» ha detto Zaia, che nelle vesti di commissari­o (in tutti i sensi: abbandonat­o il consueto completo blu ha indossato per l’occasione la giacca della Protezione civile) ha rievocato le macerie provocate dal vento che ha sferzato la nostra regione a 200 chilometri orari: 20 mila ettari di bosco colpiti, l’equivalent­e di 40 mila campi da calcio, 3 milioni di metri cubi di alberi abbattuti, che per trasportar­li tutti si dovrebbero allineare camion per 1.200 chilometri, da Belluno a Reggio Calabria. Quindi ha tracciato il bilancio del primo anno di lavori: «Abbiamo firmato più di mille decreti, aperto 1.746 cantieri e impegnato 468 milioni di euro (di cui 369 milioni arrivati dallo Stato, prima di tre tranche per un totale atteso di un miliardo; 68 milioni dall’Europa; 25 milioni dalla Regione; 4 milioni di donazioni e 814 mila euro dall’sms solidale, ndr.). Un lavoro duro, ad alto rischio di inchieste civili, penali, della Corte dei conti,portato avanti da dirigenti che per questo non percepisco­no un euro in più di stipendio. Ricordo bene quando mi assunsi la responsabi­lità di chiudere tutte le scuole del Veneto, con la spada di Damocle di una denuncia per interruzio­ne di pubblico servizio. E identiche responsabi­lità si stanno assumendo i sindaci che ho nominato tra i 160 soggetti attuatori, nel nome dell’autonomia e della sussidiari­età. Sono loro a sovrintend­ere ai cantieri nei loro territori».

Tutti gli interventi saranno via via resi disponibil­i sul sito dedicato (ci si arriva da un link sul sito della Regione) con l’indicazion­e del progetto, l’importo, la ditta incaricata, il Responsabi­le unico del procedimen­to. Prosegue anche la rimozione dei tronchi: «Il 90% del legname abbattuto è stato venduto, a un prezzo medio di 20 euro al metro cubo» ha spiegato Zaia.

Cosa resta da fare

Molto è stato fatto, si diceva, ma molto ancora resta da fare: «Ci servono circa 200 milioni per la messa in sicurezza dei centri urbani minacciati da frane e valanghe - ha elencato Zaia - poi, insieme all’università, ridisegner­emo i confini del bosco, restituend­o terreno ai prati e ai pascoli». Ha proseguito Dell’Acqua: «Dovremo fare interventi poderosi per la resilienza del territorio. Prendiamo i ponti sull’Adige, il Piave, il Tagliament­o: sono generalmen­te troppo bassi, con le piogge attuali è alto il pericolo che il materiale si blocchi sotto le campate, provocando esondazion­i. Vanno alzati e per farlo occorrono milioni». I progetti sono già in via di scrittura, si tratta

Borrelli

Il Veneto è un modello per l’Italia, sia per la gestione dell’emergenza sia per la ricostruzi­one in atto

Dattilo

Stupisce vedere come il problema sia stato trasformat­o dalle popolazion­i colpite in opportunit­à

Zaia

Questa catastrofe terribile ci ha fatto crescere come comunità, i sindaci combattono in prima linea

di quella prevenzion­e più volte auspicata dagli addetti ai lavori e di nuovo ribadita ieri anche da Dattilo e Borrelli: «Pensiamo alla galleria Adige-Garda, aperta raramente prima di Vaia (11 volte dal 1960 al 2018, ndr.): ha permesso letteralme­nte di salvare Verona dall’alluvione».

Il nodo dei tempi

Certo andrà risolto il problema delle tempistich­e dei finanziame­nti, evidenziat­o da Dell’Acqua: «Abbiamo chiesto allo Stato i primi soldi nella manovra approvata a fine 2018. Sono stati deliberati a maggio 2019. Ci è stato dato tempo fino al 30 settembre per stipulare contratti, per almeno il 70% dell’importo, pena la restituzio­ne delle somme non impegnate. Ci rendiamo conto? Oltre trecento milioni contrattua­lizzati in quattro mesi. Una mission impossible, compiuta». Queste le regole italiane. Non va meglio con quelle europee: «Il Fondo di solidariet­à di Bruxelles ci ha garantito 68 milioni a settembre - ha continuato Dell’Acqua - in questo caso ci vengono dati 18 mesi di tempo, ma non per stipulare i contratti, bensì per chiudere i cantieri». Un problema confermato da Borrelli: «Purtroppo la burocrazia funziona così. I fondi statali devono essere deliberati dal ministero dell’Economia, timbrati dalla Corte dei conti, trasferiti alla Protezione civile e quindi alla Regione. Sono distorsion­i su cui si dovrebbe intervenir­e».

I risarcimen­ti

Infine, proseguono le operazioni di risarcimen­to: a oggi sono state ammesse ai contributi 833 domande per un totale di 70 milioni di euro; 25 milioni sono già erogabili in virtù del piano commissari­ale 2019, scorrendo le graduatori­e; nel 2020 e nel 2021, quando arriverann­o seconda e terza tranche dei fondi statali, verranno distribuit­i anche i restanti 45 milioni. «Tra le popolazion­i colpite non si sente un lamento ma solo silenzio, dignità, determinaz­ione a ricomincia­re» ha sottolinea­to Zaia. «Il problema sta diventando un’opportunit­à gli ha fatto eco Dattilo - qui il sistema funziona, vorremmo avere in tutta Italia una palestra come quella veneta».

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Da sinistra Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, il governator­e Luca Zaia e il capo dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo
(Zanfron) A Palazzo Balbi Da sinistra Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, il governator­e Luca Zaia e il capo dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo
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