Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ho pagato per chiamare la tempesta come mia sorella»

- Di Marco Angelucci

TRENTO «Volevo fare un regalo un po’ speciale». Ioannis Skouras è un giornalist­a di Düsseldorf con origini greche. Ed è «merito» suo se la tempesta che ha devastato le Alpi si chiama Vaia. Ora, se potesse tornare indietro, farebbe un’altra scelta.

«Ho avuto una brutta malattia e mia sorella Vaia - racconta - mi è stata accanto per tanto tempo. Così volevo ringraziar­la per le sue amorevoli cure e ho pensato di offrirle qualcosa di veramente particolar­e». Così nel 2017, Skouras si è rivolto all’Istituto di meteorolog­ia della Freie Universitä­t di Berlino per acquistare un ciclone e dargli il nome della sua adorata sorella Vaia, titolare di una catena di negozi che vende letti di lusso con punti vendita in tutta la Germania. Uno anche in Italia, a Lana, alle porte di Merano.

«Personalme­nte - aggiunge - trovo che sia una buona idea dare a questi fenomeni dei nomi di persone, perché dipende proprio da noi uomini se il clima sta impazzendo e questi eventi sono diventati la normalità. E siamo sempre noi a dover fare qualcosa perché simili episodi non accadano più».

Tuttavia nessuno avrebbe potuto immaginare ciò che Vaia avrebbe fatto. «Non avevo idea di quello che sarebbe successo nè volevo fare uno scherzo. Chi conosce mia sorella - racconta Skouras - sa che è una persona fantastica e pacifica, nulla a che vedere con il ciclone che ha devastato le Alpi. Ogni volta che sentiamo parlare di quella tempesta, lei si intristisc­e. Non tanto per le case distrutte, che si possono ricostruir­e, o per gli alberi abbattuti, che comunque ricrescera­nno.

Ma soprattutt­o per le persone morte, purtroppo quelle non si possono riportare in vita».

In occasione dell’anniversar­io della tempesta, in casa Skouras si sta progettand­o un viaggio in Italia. Proprio per vedere gli effetti del ciclone Vaia. «Mi hanno detto che è cambiato il paesaggio dalle vostre parti, quindi abbiamo deciso di venire a vedere. Io ho origini greche e siccome i miei genitori hanno ancora ulivi in Epiro mi interesso molto fenomeno della Xilella. Quest’anno conclude - sarei voluto andare in Puglia per capirci di più ma credo proprio che farò una tappa sulle Alpi per vedere cosa è successo con Vaia».

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