Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Morti alla Coimpo condanne per quasi 30 anni
Adria, quattro operai uccisi da una nube tossica in fabbrica: carcere in primo grado per sei degli otto a processo
ROVIGO In un terribile incidente sul lavoro avvenuto ad Adria, in provincia di Rovigo, il 22 settembre del 2014, nello stabilimento della ditta «Coimpo» morirono quattro uomini. Ieri, a cinque anni da quella tragedia, è arrivata la sentenza di prima grado: sei condanne per complessivi quasi trent’anni, e due persone assolte.
Sei condanne per complessivi
ROVIGO quasi trent’anni, e due assoluzioni. A cinque anni dalla tragedia del 22 settembre 2014, quando alla Coimpo di Adria persero la vita quattro lavoratori, e dopo tre anni di processo, ieri pomeriggio è arrivata la sentenza. La condanna più pesante è arrivata per Gianni Pagnin, 68enne di Noventa Padovana ed ex presidente del Cda Coimpo, che ha preso sette anni, otto mesi e 10 giorni.
Il 59enne di Adria Mauro Luise, ex direttore tecnico dello stabilimento, è stato condannato a sei anni e sei mesi. Tre anni, quattro mesi e 20 giorni per il 59enne di Villadose Rossano Stocco, titolare della «Agribiofert» di Villadose, e gestore – in regime d’affitto - della vasca in cui si sviluppò la nube tossica che uccise i quattro lavoratori. Tre anni, nove mesi e 10 giorni sia per la 43enne di Noventa Padovana Alessia Pagnin che per la 29enne di Adria Glenda Luise, ex componenti del Cda Coimpo. Tre anni nove mesi e 20 giorni anche per il 44enne di Ferrara Michele Fiore. Assolti invece l’ex impiegato Coimpo Mario Crepaldi, il 64enne di Adria che la mattina della tragedia aprì il cancello a una delle vittime, e l’imprenditore 61enne di Dolo Alberto Albertini.
Le condanne sono arrivate per l’omicidio colposo plurimo e per numerose contravvenzioni in materia di sicurezza sul lavoro e reati ambientali come l’emissione di sostanze moleste dal punto di vista olfattivo. Tutti assolti invece dall’accusa di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Il giudice Nicoletta Stefanutti non ha accolto per intero le richieste formulate dal pm Sabrina Duò. Ovvero dieci anni ciascuno a Gianni Pagnin e Mauro Luise, sette anni alle figlie Alessia e Glenda e per Michele Fiore, sei anni e tre mesi per Mario Crepaldi, sei anni per Rossano Stocco e 18 mesi per Alberto Albertini.
Sostanziose le cifre decise dal giudice per il risarcimento danni, con provvisionali immediatamente esecutive alle parti offese a carico dei sei condannati. In totale 2,1 milioni di euro, dove le cifre più alte vanno a favore delle due madri rimaste vedove a causa dell’incidente sul lavoro e che hanno un figlio minore.
Le vittime dell’incidente sul lavoro di quella mattina del 22 settembre 2014 sono Giuseppe Baldan, 48enne di Campolongo Maggiore (Ve) e impiegato della «Psc Prima» di Marano di Mira (Ve). Poi tre dipendenti della Coimpo: l’adriese 28enne Nicolò Bellato, il 47enne rodigino Marco Berti e il 53enne di Adria Paolo Valesella. La nube tossica si propagò attorno alle 9.30 dopo che Baldan e un dipendente della Coimpo su una ruspa, entrambi privi di protezioni come maschere e bombole, sversarono dell’acido solforico dal camion di Baldan direttamente nella vasca scoperta D per la lavorazione di fanghi per concimare i campi agricoli. Si formò così una grande nube di anidride solforosa. Baldan non ebbe scampo, mentre il dipendente riuscì a fuggire. La drammatica scena venne vista sulle telecamere interne dell’azienda da altri due operai, Nicolò Bellato e Marco Berti. I due cercarono di intervenire salendo su un pick up ma senza alcuna protezione, venendo così soffocati mortalmente dai miasmi acidi che già avevano ucciso Baldan. In quel momento poco distante dalla vasca D c’era anche il quarto deceduto, Paolo Valesella.