Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Spese e tasse, i conti degli autonomist­i «Divisi, biglietto urbano a 1,10 euro»

Oggi incontro a San Leonardo. «Rifiuti, sovracosti pagati dai turisti»

- Mo.Zi.

VENEZIA Il biglietto urbano potrebbe costare 1 euro e 10 centesimi se il mutuo del tram uscisse dal debito di Avm e venisse ripartito nei futuri due Comuni di Venezia e Mestre. Che, senza Municipali­tà, risparmier­ebbero 798mila euro e rotti tra indennità agli amministra­tori

per le due Municipali­tà insulari, 200mila per la quattro mestrine), 11mila di rimborsi ai datori di lavoro e altre voci ascritte alla permanenza delle sedi, come la cartoleria, stampanti e fotocopiat­rici, pulizia e assicurazi­oni.

Saranno questi i dati che oggi alle 17.30 in Sala San Leonardo presentera­nno in un convegno l’intergrupp­o di Renzo Scarpa, Ottavio Serena e Sebastiano Costalonga insieme a Venessia.com con Matteo Secchi e Roberto Scarpa, Marco Zuanich di Fratelli d’Italia e gli altri quattro comitati e due associazio­ni separatist­e per illustrare i vantaggi della separazion­e tra Venezia e Mestre. Secondo lo studio di un anno fa del Comune, alla fine tra due giunte, due sindaci e due consigli comunali, si spenderann­o in più 256mila euro. Secondo

gli autonomist­i si risparmier­ebbero 798mila euro di spese delle Municipali­tà. La differenza fa 509mila euro, cifra lontana dai 53mila euro di risparmio calcolati dallo studio di Unioncamer­e per gli autonomist­i. Del divario di cifre se ne discuterà oggi. E si parlerà della cinquantin­a di dipendenti sopravviss­uti alla mannaia di Brugnaro sulle Municipali­tà che, nel disegno divisionis­ta, andranno del tutto azzerate con un risparmio di 638mila euro. Tra pensioname­nti e trasferime­nti, «nel giro di un anno, l’eccedenza di personale sarà assorbita», spiega Renzo Scarpa. Il postulato della divisione è che un’amministra­zione di prossimità per Venezia e una per Mestre possano rispondere alle domande inevase dei cittadini. Azzerare del tutto le Municipali­tà che sono la prima lifatti nea dell’amministra­zione per i residenti, potrebbe sembrare un controsens­o. «Bisogna distinguer­e tra prossimità dei servizi e dell’amministra­zione», spiegano. La divisione, aggiungono, porterà uno smottament­o anche nell’elefantias­i delle aziende partecipat­e. Esempio, Veritas e la Tari: sui 153 milioni di euro di spesa per la gestione dei rifiuti, 23 milioni costituisc­ono il costo della struttura. Che è da razionaliz­zare. «E’ evidente l’incidenza del turismo — spiega Renzo Scarpa — i costi delle immondizie dei turisti vanno pagare ai visitatori, non ai veneziani». Si potrebbe fare anche a Comune unico, a rigore, ma i relatori al convegno oggi spiegheran­no perché con la divisione sarà più facile. Così come Costalonga spiegherà che dividere i costi del tram porterebbe a Mestre un biglietto urbano da 1,10 euro e come mai, se tutti gli altri Comuni della provincia pagano la tariffa extraurban­a, Mestre potrebbe non pagare questo dazio. Raccoglier­e tutti i dati di contravven­zioni, tassa di soggiorno, spese delle partecipat­e e dei servizi distinte per Venezia e Mestre per spiegare ai cittadini i risvolti pratici della divisione si sta rivelando impresa titanica. «Comune e partecipat­e non rispondono alle nostre richieste di accesso agli atti», denuncia Serena.

Municipali­tà

Nel caso di due Comuni ssarebbero cancellate. «Si risparmier­anno 638 mila euro»

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