Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Cassamarca, sì del Tesoro ai piani «Gestione in utile tra due anni»
Il programma triennale: in equilibrio nel 2021. Società strumentali fuse in Ca’ Spineda srl
TREVISO Non sarà l’anno prossimo, ma nel 2021 il bilancio di Fondazione Cassamarca tornerà, secondo i piani, ad esprimere un risultato sopra lo zero. E e, se si considera che il consuntivo 2018 era in perdita per 78 milioni, l’impatto è vistoso. I membri del Consiglio d’indirizzo riunitisi ieri a Treviso hanno approvato il piano triennale. Quest’anno le perdite sono previste intorno ai 4,8 milioni, nel 2020 scenderanno a 1,6 per tornare sopra la linea di galleggiamento nel 2021.
I piani hanno ottenuto il consenso del ministero del Tesoro, «senza alcun suggerimento di correzione», precisa il presidente, Luigi Garofalo, e senza alcun rischio di erosione del capitale di dotazione ed erogazioni che si dicono superiori al milione l’anno. A cui si aggiungono la concessione gratuita degli immobili alle università di Padova e Venezia, il pagamento delle utenze e di una parte degli stipendi dei professori e quanto sarà prodotto in termini culturali negli immobili che non rientreranno fra quelli da vendere. Ossia la sede, Ca’ Spineda,
il Teatro Eden, l’auditorium Appiani e la chiesa di Santa Croce. Potrebbe esser invece verosimilmente ceduto entro il 2020 il compendio dell’ex distretto militare, il cui valore è stimato intorno ai 20 milioni.
E poi va posto in rilievo quello che si è concretizzato il 14 ottobre nello studio del notaio Gianluca Forte, con l’incorporazione di Teatri e Umanesimo Latino in Appiani 1 per creare un’unica società strumentale, Ca’ Spineda srl. È la semplificazione annunciata delle società strumentali che eredita il debito nei confronti di Unicredit, quello che servì a realizzare la Cittadella a Treviso, ora sceso a poco più di un centinaio di milioni grazie alla vendita del dell’ex Questura e alla chiusura del contratto con la Camera di Commercio di Treviso Belluno destinata a trasferirsi, appunto, all’ex Appiani. La società immobiliare ha chiuso l’ultimo bilancio con un patrimonio immobiliare stimato in circa 56 milioni e perdite per 25,3. «Ma non c’è alcuna ipotesi di procedura para-fallimentare – assicura Garofalo – dato che per onorare l’esposizione verso Unicredit ci sono ancora sei anni di tempo».
Cambia anche la gestione della finanza. «Abbiamo voluto prendere una strada molto prudente, con rendimenti del 3 – 4%, cioè meno della metà – sottolinea Garofalo - di quelli che venivano perseguiti con la precedente gestione». Condotte spericolate che hanno portato la vigilanza a multare il responsabile e suggerito al nuovo presidente di istituire controlli più rigorosi.
In prospettiva, poi, Cassamarca si appresta ad avviare un’analisi del valore di ciascuna delle centinaia di opere d’arte custodite a Ca’ Spineda e all’ex Monte di Pietà, gran parte delle quali prive di una vera attribuzione. «Sono anni che si rincorrono voci relative alla presenza nel caveau di almeno un quadro di un autore di primaria importanza – prosegue il presidente – ma, al di là di voci che sanno di leggenda, è saggio maturare un’idea precisa su quanto vale ciò che abbiamo in casa. È un lavoro che dovremo assegnare a una commissione tecnica e che dovrà essere svolto con attenzione». Quadri che, in ogni caso, inizieranno a breve ad essere a disposizione del pubblico nella sede stessa di Cassamarca. I primi due piani di Ca’ Spineda stanno per diventare una sede espositiva.