Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mamma sparita, il giallo continua
Il marito: «Non avrebbe mai lasciato nostra figlia»
PADOVA Samira El Attar, marocchina, 43 anni, madre di una bambina di 4 anni, da otto in Italia col marito, è sparita dal 21 ottobre. In bici ha portato la figlia all’asilo, poi più nulla.
STANGHELLA (PADOVA) Una sola certezza, quella che di Samira non si hanno notizie ormai da undici giorni, e una serie infinita di domande. La vicenda riguarda Samira El Attar, quarantatreenne marocchina, madre di una bambina di 4 anni, in Italia da 8 col marito Mohamed Barbri, scomparsa la mattina del 21 ottobre scorso a Stanghella, nella Bassa Padovana. Quel giorno la donna verso le 8.30 ha accompagnato la figlioletta all’asilo del paese con la bici, fermandosi intorno alle 10 da una vicina di casa, l’ultima persona ad averla vista, che le ha consegnato alcuni abiti per la bimba. La donna poi sarebbe tornata nella sua abitazione di via Nazionale, sparendo nel nulla.
Martedì del caso hanno iniziato a occuparsi anche i Ris di Parma, insieme al reparto operativo di Padova guidato dal colonnello Roberto Grassi e coordinati dal pm Francesco D’Abrosca della Procura di Rovigo che ha aperto un fascicolo. Si diceva di tanti interrogativi, gli stessi che i carabinieri si sono posti in questi giorni. Il primo riguarda l’ipotesi di un allontanamento volontario. Poteva Samira decidere di andarsene da sola? «Non avrebbe mai lasciato mia figlia che ha anche problemi di salute», ha assicurato anche ieri il marito. Della stessa opinione sono gli investigatori, che non hanno motivo di pensare che la donna volesse abbandonare la famiglia. Altri indizi? Dal conto in banca ad esempio non sono stati prelevati soldi, particolare questo classico di chi medita di allontanarsi. Samira, che lavora in prova come badante, la stanno cercando tutti in paese, dai militari ai cinofili, dalla protezione civile ai volontari. E se fosse stata vittima di un incidente? L’ipotesi non è esclusa ed è per questo motivo Carabinieri hanno perlustrato nei giorni scorsi la casa della coppia (Bergamaschi) che i carabinieri hanno ampliato il raggio delle loro ricerche, passando al setaccio oltre alla casa della donna e al giardino annesso (utilizzata una ruspa), anche canali, argini, campi e scoli. E la bicicletta? La donna non se ne separava mai. Se avesse deciso, magari in un momento di sconforto, di togliersi la vita, è ipotizzabile che il mezzo a due ruote sarebbe stato ritrovato su un argine. E se qualcuno l’avesse urtata con l’auto ferendola mortalmente? Al momento non sono stati trovati elementi in questa direzione.
C’è poi il mistero del cellulare. L’ultimo aggancio alla cella telefonica di Stanghella risale alle 11 del 22 ottobre, il giorno seguente alla scomparsa. Come mai non ha telefonato a qualcuno se fosse stata in pericolo? E’ plausibile che lo smartphone si sia scaricato in 24 ore, ma l’area è ampia ed è difficile individuarlo. E la famiglia? Il marito ha aspettato 24 ore a denunciare ai carabinieri la scomparsa. Come mai? Questa è un’altra domanda al momento senza risposta. L’uomo - va sottolineato - non risulta indagato, non ha precedenti e lavora come dipendente in un’azienda del luogo che commercia ortaggi e frutta. «E’ una cosa assurdaha spiegato anche ierinon Samira El Attar insieme al marito Mohamed Barbri, hanno una bambina di quattro anni ho idea di dove possa essere finita mia moglie. Forse qualcuno l’ha rapita o le è successo qualcosa. Suicidarsi? Impossibile». Mohamed è sempre stato collaborativo con gli inquirenti. La sua casa, così come l’autovettura, è stata analizzata a fondo dai militari del Ris. La famiglia marocchina vive al secondo piano, in un appartamento modesto che spesso veniva anche lasciato aperto. E se qualcuno fosse entrato nella casa, magari per rubare, e si fosse trovato a tu per tu con Samira? Anche questa ipotesi non è stata scartata ma appare difficile che in un paese così piccolo, dove in tanti si conoscono e quasi tutti «curiosano» quello che fanno i vicini, nessuno abbia notato niente di anomalo.