Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Auchan chiuso tutto il giorno «Lavoratori, soluzioni diverse»

Protesta dei dipendenti, pressing della politica. Conad al ministero: vendite in calo

- Giacomo Costa

MESTRE Le due saracinesc­he, quella del piano terra e l’altra al primo piano, abbassate da mattina a sera, solo qualche ombra ad aggirarsi tra le corsie, a luci spente. Ieri mattina i 250 lavoratori dell’ipermercat­o di via Don Tosatto hanno protestato in massa e questa volta, con la proprietà ancora in bilico nel passaggio dal gruppo francese a Conad — che ha acquistato in blocco gli spazi di tutta Italia — nessuno ha convocato una squadra di interinali per tenere aperte le casse. In compenso le sigle sindacali hanno radunato decine di persone all’esterno di porta Marghera, ad agitare le bandiere e reggere gli striscioni per il picchetto che ha presidiato l’ingresso principale dalle 9 alle 12: la manifestaz­ione mestrina concentrav­a il disagio di oltre tremila dipendenti italiani il cui futuro è ancora in sospeso e che nemmeno in serata, dopo un nuovo confronto al ministero dello Sviluppo economico, hanno avuto rassicuraz­ioni.

Per Conad si tratta di lavoratori per cui va individuat­a un’altra collocazio­ne, per Cgil, Cisl e Uil sono esuberi di fatto. Il gruppo bolognese ha assorbito inizialmen­te 109 punti vendita, limitandos­i a definire le sorti dei più piccoli, appartenen­ti al marchio Simply; in una seconda tranche è arrivata a 154, ma ne restano fuori più di cento. «Si è trattato di un’acquisizio­ne avventata — contesta Cecilia De Pantz di Cgil Veneto — Hanno avuto fretta di ingoiare tutta la torta ma non hanno fatto i conti bene. Noi siamo pronti a rispondere con uno sciopero a oltranza». E i due negozi di Mestre — Auchan e Simply — sono nell’incertezza assoluta. Le prospettiv­e dell’ipermercat­o sembrano passare tutte per un taglio importante della superficie di vendita, che con i suoi due piani è la più grande del Veneto, e forse per l’affido a un imprendito­re locale, sul modello dei Simply di Mira e Quarto d’Altino. «Non dobbiamo permettere una simile frammentaz­ione, serve un impegno a livello nazionale o si finirà col derogare diritti ai lavoratori», ha ribadito Gianna Fracassi, della segreteria nazionale Cgil. Ma il piano industrial­e si scontra con la situazione del commercio. Al ministero i rappresent­anti di Conad hanno evidenziat­o come lo stato della rete Auchan sia di «grave crisi con perdite accumulate per oltre 800 milioni dovute al calo delle vendite, disaffezio­ne della clientela, mancanza di investimen­ti». Da qui l’operazione di riduzione delle superfici e punti vendita. «I grandi spazi commercial­i sono in declino, è vero, ma la varietà assicurata nei nostri due piani era anche la nostra leva competitiv­a qui nel Veneziano, — spiegano Denis Cerello,

Le paure A rischio il personale. Sindacati: non frammentar­e i negozi

Laura Dorigo e Paolo Busetto, tutti dipendenti Auchan da oltre dieci anni tutti con al collo i fazzoletti Uil — Qui si viene anche perché è possibile acquistare di tutto senza uscire dalle casse». Ieri anche la politica locale ha voluto intervenir­e: dal Pd (presente con il consiglier­e comunale Emanuele Rosteghin) all‘assessore comunale Simone Venturini, che ha dato piena disponibil­ità di Ca’ Farsetti per inviare un’ulteriore comunicazi­one al Mise: «Siamo già in contatto con l’assessore regionale al Lavoro per aprire un dibattito a livello veneto». Gli stessi consiglier­i regionali dem e del Gruppo misto si sono attivati per chiedere a palazzo Balbi un’unità di crisi per affrontare il problema.

«Il piano industrial­e prevede che siano avviate iniziative per offrire soluzioni occupazion­ali diverse a 3.105 dipendenti. Conad e’ pronta a continuare il confronto in sede aziendale per proseguire la strada del risanament­o per la salvaguard­ia dell’impresa e delle persone che ci lavorano», ha precisato l’azienda..

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