Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Auchan chiuso tutto il giorno «Lavoratori, soluzioni diverse»
Protesta dei dipendenti, pressing della politica. Conad al ministero: vendite in calo
MESTRE Le due saracinesche, quella del piano terra e l’altra al primo piano, abbassate da mattina a sera, solo qualche ombra ad aggirarsi tra le corsie, a luci spente. Ieri mattina i 250 lavoratori dell’ipermercato di via Don Tosatto hanno protestato in massa e questa volta, con la proprietà ancora in bilico nel passaggio dal gruppo francese a Conad — che ha acquistato in blocco gli spazi di tutta Italia — nessuno ha convocato una squadra di interinali per tenere aperte le casse. In compenso le sigle sindacali hanno radunato decine di persone all’esterno di porta Marghera, ad agitare le bandiere e reggere gli striscioni per il picchetto che ha presidiato l’ingresso principale dalle 9 alle 12: la manifestazione mestrina concentrava il disagio di oltre tremila dipendenti italiani il cui futuro è ancora in sospeso e che nemmeno in serata, dopo un nuovo confronto al ministero dello Sviluppo economico, hanno avuto rassicurazioni.
Per Conad si tratta di lavoratori per cui va individuata un’altra collocazione, per Cgil, Cisl e Uil sono esuberi di fatto. Il gruppo bolognese ha assorbito inizialmente 109 punti vendita, limitandosi a definire le sorti dei più piccoli, appartenenti al marchio Simply; in una seconda tranche è arrivata a 154, ma ne restano fuori più di cento. «Si è trattato di un’acquisizione avventata — contesta Cecilia De Pantz di Cgil Veneto — Hanno avuto fretta di ingoiare tutta la torta ma non hanno fatto i conti bene. Noi siamo pronti a rispondere con uno sciopero a oltranza». E i due negozi di Mestre — Auchan e Simply — sono nell’incertezza assoluta. Le prospettive dell’ipermercato sembrano passare tutte per un taglio importante della superficie di vendita, che con i suoi due piani è la più grande del Veneto, e forse per l’affido a un imprenditore locale, sul modello dei Simply di Mira e Quarto d’Altino. «Non dobbiamo permettere una simile frammentazione, serve un impegno a livello nazionale o si finirà col derogare diritti ai lavoratori», ha ribadito Gianna Fracassi, della segreteria nazionale Cgil. Ma il piano industriale si scontra con la situazione del commercio. Al ministero i rappresentanti di Conad hanno evidenziato come lo stato della rete Auchan sia di «grave crisi con perdite accumulate per oltre 800 milioni dovute al calo delle vendite, disaffezione della clientela, mancanza di investimenti». Da qui l’operazione di riduzione delle superfici e punti vendita. «I grandi spazi commerciali sono in declino, è vero, ma la varietà assicurata nei nostri due piani era anche la nostra leva competitiva qui nel Veneziano, — spiegano Denis Cerello,
Le paure A rischio il personale. Sindacati: non frammentare i negozi
Laura Dorigo e Paolo Busetto, tutti dipendenti Auchan da oltre dieci anni tutti con al collo i fazzoletti Uil — Qui si viene anche perché è possibile acquistare di tutto senza uscire dalle casse». Ieri anche la politica locale ha voluto intervenire: dal Pd (presente con il consigliere comunale Emanuele Rosteghin) all‘assessore comunale Simone Venturini, che ha dato piena disponibilità di Ca’ Farsetti per inviare un’ulteriore comunicazione al Mise: «Siamo già in contatto con l’assessore regionale al Lavoro per aprire un dibattito a livello veneto». Gli stessi consiglieri regionali dem e del Gruppo misto si sono attivati per chiedere a palazzo Balbi un’unità di crisi per affrontare il problema.
«Il piano industriale prevede che siano avviate iniziative per offrire soluzioni occupazionali diverse a 3.105 dipendenti. Conad e’ pronta a continuare il confronto in sede aziendale per proseguire la strada del risanamento per la salvaguardia dell’impresa e delle persone che ci lavorano», ha precisato l’azienda..