Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Banca Ifis rompe con Fonspa In Borsa nuova giornata nera
Troppi punti critici: salta la maxi-piattaforma sugli Npl. Il titolo cede il 7,5%
VENEZIA Banca Ifis rinuncia all’integrazione con Fonspa. E torna con decisione o sui suoi passi, integrando le strutture di gestione dei crediti problematici, con l’acquisizione completa di Fbs. Salta dopo tre mesi di trattative il progetto con cui la banca di Mestre, di proprietà della famiglia Fürstenberg, aveva accarezzato l’idea di creare il terzo operatore nella gestione del settore, con un portafoglio complessivo di 70 miliardi lordi.
Che la trattativa fosse tutta in salita era noto, vista anche la proroga delle trattative. Ma è stata comunque una nuova bomba, per Banca Ifis, la nota, con un giorno di anticipo sulla scadenza delle trattative, con cui l’istituto di Mestre ha confermato ieri che il cda aveva deliberato di «abbandonare definitivamente», ancor prima della due diligence, le trattative con il Credito Fondiario, per le difficoltà di definire «un accordo soddisfacente per entrambe le parti in termini di assetti di governance».
In ballo, da quel che si riesce a ricostruire, soprattutto le garanzie che Ifis avrebbe chiesto di fronte all’operazione con cui avrebbe conferito in una newco di cui sarebbe stata socio di minoranza (un terzo e due terzi all’ingrosso le quote delle due parti) la sua struttura di gestione dei crediti deteriorati, forte di circa 300 persone, conferendo anche crediti di valore nominale per oltre 16 miliardi. Garanzie in sostanza concentrate sulla condivisione delle scelte strategiche e con ruoli operativichiave affidati a dirigenti derivanti da Ifis. Garanzie non arrivate, evidentemente. Ma a quel punto per Ifis l’operazione con Fonspa avrebbe significato di fatto consegnare al buio la parte più pregiata del proprio business, che ha garantito fin qui i risultati al di fuori dello schema delle banche tradizionali: da lì viene il 50% dei ricavi bancari e una quota anche superiore degli utili. Troppo, per un’operazione neutra da un punto di vista dell’impatto sul capitale di vigilanza, ma quindi anche senza plusvalenze che hanno giustificato fin qui altre operazioni di questo tipo.
Senza contare a cascata ulteriori dubbi di non poco conto su vari fronti. Per dire: una volta consegnata di fatto la propria piattaforma operativa L’assemblea di Banca Ifis della scorsa primavera a Fonspa, chi garantiva che l’attenzione alla gestione dei crediti giunti da Banca Ifis fosse la stessa di prima, di fronte all’acquisto di ulteriori portafogli da parte di Fonspa? Con ulteriori questioni di tipo strategico che riguardano il destino del Credito Fondiario, di fronte alle scelte che il fondo americano Elliott potrebbe fare di vendere la quota di controllo, o a piani alternativi come il possibile sbarco in Borsa, come confermato ieri sera dal direttore generale Iacopo De Francisco, con le ovvie ricadute nel segno dell’incertezza per Ifis. E poi c’erano i tempi troppo ristretti dell’operazione, che tra l’altro aveva già generato fuoriuscite anche di uomini-chiave della gestione Npl in Banca Ifis, come Emanuele Leoni, di fatto il capo della gestione operativa, e Laura Gasparini, la responsabile degli acquisti e vendite dei crediti.
Insomma, troppi punti deboli che hanno spinto il presidente Sebastien von Fürstenberg a dire un no pieno, ancor prima di giugnere alla fase delle valutazioni, al progetto messo sul tavolo dall’amministratore delegato Luciano Colombini. Con ovvi contraccolpi immediati in Borsa, di fronte a un abbandono che sa di retromarcia su una scelta strategica. Il titolo in Borsa ieri ha perso il 7,5%, scendendo a 14,61 euro, subito dopo l’annuncio della rottura delle trattative.
E in attesa del nuovo piano industriale, che dovrebbe arrivare a dama nelle prossime settimane, la correzione di rotta sulla gestione dei crediti problematici è stata decisa con gli ulteriori passi comunicati ieri in serata. Banca Ifis ha infatti liquidato ai vecchi soci l’ultimo 10%, con una operazione del valore di 12 milioni di euro, di Fbs, la piattaforma di gestione dei crediti deteriorati nei settori immobiliare e dei prestiti alle imprese presa l’anno scorso, che aveva rafforzato la gestione tradizionale nelle sofferenze non garantite. Una scelta che consente a Banca Ifis di integrare completamente le strutture di Fbs, facendo ordine e sviluppando in pieno le proprie potenzialità nel settore. E guadagnando tempo per decidere la soluzione migliore in quest’ambito. Senza fretta.