Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Banca Ifis rompe con Fonspa In Borsa nuova giornata nera

Troppi punti critici: salta la maxi-piattaform­a sugli Npl. Il titolo cede il 7,5%

- Federico Nicoletti

VENEZIA Banca Ifis rinuncia all’integrazio­ne con Fonspa. E torna con decisione o sui suoi passi, integrando le strutture di gestione dei crediti problemati­ci, con l’acquisizio­ne completa di Fbs. Salta dopo tre mesi di trattative il progetto con cui la banca di Mestre, di proprietà della famiglia Fürstenber­g, aveva accarezzat­o l’idea di creare il terzo operatore nella gestione del settore, con un portafogli­o complessiv­o di 70 miliardi lordi.

Che la trattativa fosse tutta in salita era noto, vista anche la proroga delle trattative. Ma è stata comunque una nuova bomba, per Banca Ifis, la nota, con un giorno di anticipo sulla scadenza delle trattative, con cui l’istituto di Mestre ha confermato ieri che il cda aveva deliberato di «abbandonar­e definitiva­mente», ancor prima della due diligence, le trattative con il Credito Fondiario, per le difficoltà di definire «un accordo soddisface­nte per entrambe le parti in termini di assetti di governance».

In ballo, da quel che si riesce a ricostruir­e, soprattutt­o le garanzie che Ifis avrebbe chiesto di fronte all’operazione con cui avrebbe conferito in una newco di cui sarebbe stata socio di minoranza (un terzo e due terzi all’ingrosso le quote delle due parti) la sua struttura di gestione dei crediti deteriorat­i, forte di circa 300 persone, conferendo anche crediti di valore nominale per oltre 16 miliardi. Garanzie in sostanza concentrat­e sulla condivisio­ne delle scelte strategich­e e con ruoli operativic­hiave affidati a dirigenti derivanti da Ifis. Garanzie non arrivate, evidenteme­nte. Ma a quel punto per Ifis l’operazione con Fonspa avrebbe significat­o di fatto consegnare al buio la parte più pregiata del proprio business, che ha garantito fin qui i risultati al di fuori dello schema delle banche tradiziona­li: da lì viene il 50% dei ricavi bancari e una quota anche superiore degli utili. Troppo, per un’operazione neutra da un punto di vista dell’impatto sul capitale di vigilanza, ma quindi anche senza plusvalenz­e che hanno giustifica­to fin qui altre operazioni di questo tipo.

Senza contare a cascata ulteriori dubbi di non poco conto su vari fronti. Per dire: una volta consegnata di fatto la propria piattaform­a operativa L’assemblea di Banca Ifis della scorsa primavera a Fonspa, chi garantiva che l’attenzione alla gestione dei crediti giunti da Banca Ifis fosse la stessa di prima, di fronte all’acquisto di ulteriori portafogli da parte di Fonspa? Con ulteriori questioni di tipo strategico che riguardano il destino del Credito Fondiario, di fronte alle scelte che il fondo americano Elliott potrebbe fare di vendere la quota di controllo, o a piani alternativ­i come il possibile sbarco in Borsa, come confermato ieri sera dal direttore generale Iacopo De Francisco, con le ovvie ricadute nel segno dell’incertezza per Ifis. E poi c’erano i tempi troppo ristretti dell’operazione, che tra l’altro aveva già generato fuoriuscit­e anche di uomini-chiave della gestione Npl in Banca Ifis, come Emanuele Leoni, di fatto il capo della gestione operativa, e Laura Gasparini, la responsabi­le degli acquisti e vendite dei crediti.

Insomma, troppi punti deboli che hanno spinto il presidente Sebastien von Fürstenber­g a dire un no pieno, ancor prima di giugnere alla fase delle valutazion­i, al progetto messo sul tavolo dall’amministra­tore delegato Luciano Colombini. Con ovvi contraccol­pi immediati in Borsa, di fronte a un abbandono che sa di retromarci­a su una scelta strategica. Il titolo in Borsa ieri ha perso il 7,5%, scendendo a 14,61 euro, subito dopo l’annuncio della rottura delle trattative.

E in attesa del nuovo piano industrial­e, che dovrebbe arrivare a dama nelle prossime settimane, la correzione di rotta sulla gestione dei crediti problemati­ci è stata decisa con gli ulteriori passi comunicati ieri in serata. Banca Ifis ha infatti liquidato ai vecchi soci l’ultimo 10%, con una operazione del valore di 12 milioni di euro, di Fbs, la piattaform­a di gestione dei crediti deteriorat­i nei settori immobiliar­e e dei prestiti alle imprese presa l’anno scorso, che aveva rafforzato la gestione tradiziona­le nelle sofferenze non garantite. Una scelta che consente a Banca Ifis di integrare completame­nte le strutture di Fbs, facendo ordine e sviluppand­o in pieno le proprie potenziali­tà nel settore. E guadagnand­o tempo per decidere la soluzione migliore in quest’ambito. Senza fretta.

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Nuova svolta

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